La natura ferma la corsa dell’uomo che produce tanto ma pensa solo al profitto
La decrescita felice, tale in quanto frutto di possibile scelta dell’uomo, teorizzata da una scuola di pensiero politico economico e soprattutto filosofico, di cui uno dei massimi esponenti è l’economista e filosofo francese Serge Latouche, ipotizza un radicale cambio di paradigma economico e sociale. Una progressiva riduzione dei consumi; un rallentamento della produzione di massa. Il contrario di quanto avvenuto negli ultimi decenni. Sentiamo sempre parlare di crescita, di Pil, di produttività. Non viene mai citato il profitto ( di pochi) ma il fine ultimo è quello. Siamo tutti preda del magic bullet (il proiettile magico o teoria dell’ago ipodermico) per cui il bombardamento quotidiano di informazioni condiziona tutte le nostre scelte.
Fino a qualche mese fa eravamo in corsa, continua, alla ricerca del benessere da raggiungere accumulando beni da consumare avidamente. Con velocità diverse ovviamente. Chi proiettato al lusso, chi alla sopravvivenza. Ma sempre in corsa. A ben vedere quegli affetti che oggi reclamiamo perchè costretti al distanziamento fisico (fatto passare per distanziamento sociale) in realtà non occupavano in modo predominante l’agenda della nostra vita.
Poi venne lui, Covid-19, una cosina invisibile, oggi invincibile di fatto. E tutto si fermò. E scoprimmo che alla fine è possibile, in questo momento necessario, fermarsi.
Il prossimo futuro sarà caratterizzato sicuramente da un forte rallentamento della nostra corsa. Sei contagi scendono è solo perchè si è attuato il lockdown. Il virus è ancora presente. Torneremo presto in strada, non possiamo restare ancora in casa per un anno (è il tempo minimo per la sperimentazione di un vaccino); lo faremo però mantenendo le distanze, facendo lunghe file ovunque, con mascherina e guanti. Ancora per molto non andremo allo stadio, non andremo al cinema, e nei ristoranti e nelle spiagge probabilmente saremo separati con pannelli di plexiglass. E’ vero nulla sarà più come prima, ma difficile che sia meglio, almeno nella “fase 2”.
Nel frattempo pensiamo a come sarà la fase 3, e la fase 4 e la fase 5…. Torneremo a correre?
Francesco Ruggieri