Indiscussi maestri di pediatria e antesignani di quella che poi è diventata la neonatologia moderna. Questo è quello che viene in mente quando a Taranto si parla dei compianti pediatri Peppino Famà e Tonino Di Comite. Ed è a loro che oggi viene dedicato il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (Tin) dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto.
Famà e Di Comite sono stati primari (dagli inizi degli anni ottanta sino agli inizi del duemila), rispettivamente del Centro Immaturi e del Nido di Taranto. Ed è con una cerimonia (avvenuta stamani), che l’attuale primario del reparto, Oronzo Forleo, ha voluto dare l’ufficialità all’intitolazione del reparto. Si tratta, dunque, di un gesto simbolico che “interpreta – afferma Forleo – con certezza i sentimenti di affetto, amicizia e riconoscenza di tutta la comunità ospedaliera nei confronti di questi due medici.
Due pediatri che hanno “costruito” pezzo per pezzo il reparto… “oggi – continua Forleo – la neonatologia, intesa come la più giovane fra le branche della medicina, a Taranto si identifica proprio in Peppino e il suo compare Tonino. Perché loro sono la storia della neonatologia a Taranto.
Insieme hanno fondato il ‘centro immaturi’ e la ‘neonatologia’ e sempre insieme speriamo che ci possano illuminare, in un’altra dimensione, nelle avversità che la cura dei bambini sta attraversando a causa di numerose problematiche. Ed oggi mi commuove pensare al piacere che avranno nel rivedersi e tornare a tutte quelle piacevoli ‘scaramucce’ che connotavano i loro impegni professionali, ma che si concludevano con sorrisi e abbracci. Tutti quanti noi abbiamo avuto tanto da imparare grazie ai loro progetti, alle loro iniziative e per quello sguardo sempre rivolto al futuro e a quelle novità che poi hanno migliorato la cura dei nostri bambini, dalla nascita in poi”.
Centro Immaturi e il Nido che, agli inizi del duemila con il pensionamento di Famà e di Di Comite, vengono fuse in un’unica struttura. E contestualmente entrambe ribattezzate assumendo una nuova denominazione, (quella attuale), ovvero il Centro Immaturi diventerà la Terapia Intensiva Neonatale (TIN), mentre il Nido diventerà la Neonatologia.
Neonatologia e Tin del “SS. Annunziata” di Taranto, che oggi rappresentano il primo centro della Puglia per numero di ricoveri e assistenza dei neonati fisiologici e patologici che necessitano di terapia intensiva e (dopo Foggia), sono il secondo punto nascita pugliese. Infatti a Taranto nascono fra i 2000 e i 2200 nati l’anno. Il reparto inoltre rappresenta un riferimento anche per le regioni limitrofe. Nello specifico a Taranto confluiscono anche i neonati provenienti dalla Calabria e dalla Basilicata.
Ma la Neonatologia e la Tin di Taranto non sono solo questo. Sono cresciute ulteriormente in questi ultimissimi anni, grazie all’attuale primario Forleo (allievo di Peppino Famà). Infatti, in questi ultimi quattro anni, sotto la sua direzione, sono nati tanti progetti importanti per migliorare sia il percorso nascita che l’assistenza dei neonati critici.
Certamente fra le innovazioni più importanti c’è stata la creazione dell’Isola di Rianimazione Neonatale, la Culla per la vita (ovvero una rivisitazione dell’antica ruota degli esposti) e l’Utin aperta.
“I 3 progetti – spiega il primario Forleo – hanno un denominatore comune. Ovvero ci indicano il cammino verso un nuovo umanesimo nel rapporto tra paziente e operatore.
La nuova Isola di Rianimazione Neonatale è nata per rispondere ad una nuova esigenza, ovvero assistere 3 neonati contemporaneamente (visto l’incremento delle nascite nel nostro ospedale e l’aumento delle gravidanze assistite e trigemine ). Quindi, necessitava, anche in sintonia con le più evolute neonatologie, percorrere l’assistenza intesa da subito, dal momento dalla nascita, come intensiva già dai primi minuti, evitando ritardi pregiudiziali per i neonati critici. Questo modo di interpretare l’assistenza intensiva è oggi identificabile con l’acronimo ‘dricu’ (delivery room intensive care unit).
Invece la Culla per la vita l’ho fortemente voluta da tanti anni, anche se ho sempre incontrato tanti ostacoli e tante incomprensioni. Ed ora che è stata realizzata spero di non trovare mai un neonato abbandonato, ma di trovare richieste di aiuto che avrò in prima persona il dovere di supportare. Ed oggi sono contento per la eco favorevole che ha prodotto questo mio progetto. Progetto certamente favorito da Teleperformance dai volontari Abio (adesso SIMBA) e dalla direzione generale col suo attore principale il direttore generale Stefano Rossi, persona sempre pronto a sostenere queste iniziative.
Infine c’è il progetto UTIN aperta, che rappresenta uno spiraglio di vita per i genitori che sono spesso costretti a lunghe attese e al calvario del distacco dai loro neonati. Questo progetto invece produce una reale alleanza terapeutica tra famiglia e operatori della TIN, un utile sostegno al latte materno e una ricostituzione del “bonding” madre. Processo necessario ed insostituibile nei processi di sviluppo infantile.
La nostra città dunque, in questo particolare momento storico, ci chiede tutto questo, prepotentemente. E né io – conclude Forleo – né nessuno dei suoi figli, deve rinnegare, ma deve sostenerla con il più saldo patto d’onore”.
Cosimo Lucaselli