Sabine, Jung & Freud un triangolo imperfetto
Sabina da paziente era diventata allieva, e poi amante. La loro relazione proseguì, nonostante i rischi di uno scandalo per Jung e di ricadute della giovane. Lei gli consegnò la parte più intima del suo animo, rivelandogli ricordi d’infanzia, paure, sogni, desideri, fantasie, impulsi, anche imbarazzanti. Lui dovette rivedere l’educazione religiosa e ligia ricevuta, la sua impostazione professionale, il matrimonio borghese, nonché affrontare le proprie pulsioni, stimolate continuamente da una ragazza giovane con forti tendenze sessuali, condite da un certo masochismo e da una tendenza all’esibizionismo. Fatto sta che i due, uniti dal comune interesse per la nascente psicoanalisi, dall’affinità spirituale e culturale (soprattutto per l’opera di Wagner, nella fattispecie il Sigfrido) dall’attrazione reciproca vennero risucchiati in un gorgo di passione apparentemente incontrollabile (sebbene qualche studioso, ad esempio Carotenuto, ritenga che non vi siano stati tra loro rapporti sessuali).
Deontologia professionale ?
Ma che ne eradella deontologia professionale? Jung si trovava tra due fuochi. Come fa notare Bruno Bettelheim nella prefazione di “Diario di una segreta
simmetria” (Carotenuto, 1980) il cognome Speilrein in tedesco può assumere un particolare significato. Spiel = gioco Rein = pulito, puro. Giocare pulito. Una volta il medico svizzero sbagliò a scrivere il cognome della paziente nella cartella clinica (Spilrein, senza una e) e nelle prime lettere a Freud omise sempre i dati anagrafici della ragazza.
Sentiva inconsciamente che non stava “giocando pulito”?
Agli occhi di Freud (ma forse anche ai propri) tentò, almeno inizialmente, di nascondere il legame con la ragazza:
"Burghölzli-Zurigo, 7 marzo 1909 Caro Professore, il suo telegramma odierno mi ha provocato non poca agitazione. …attualmente sono terribilmente perseguitato da un complesso: una paziente che anni fa ho strappato con estrema dedizione a una gravissima nevrosi ha deluso la mia fiducia e la mia amicizia nel modo più offensivo che si possa immaginare. Mi ha provocato uno scandalo unicamente perché ho rinunciato al piacere di darle un figlio. Mi sono sempre comportato come un gentiluomo con lei, ma non mi sento limpido di fronte alla mia coscienza un po' troppo sensibile, e questo mi fa soffrire più di ogni altra cosa, perché le mie intenzioni sono sempre state oneste… Queste esperienze dolorose eppure quanto mai salutari hanno scatenato l’inferno in me… Suo devotissimo Jung”
Jung chiese aiuto a Freud perché nei giorni precedenti la madre di Sabina aveva ricevuto una lettera anonima (quasi sicuramente dalla moglie di Jung) in cui veniva esortata a fare più attenzione ai comportamenti della figlia. Inoltre Sabina aveva cominciato a ventilare l’ipotesi di un figlio insieme al suo medico/mentore/amante, che avrebbe naturalmente dovuto lasciare la moglie, cosa che lo aveva sconvolto non poco. Fare una scelta così drastica era per lui
impossibile, nonostante la passione che provava per Sabina. Freud rispose due giorni dopo in modo solidale:
“Essere calunniato e rimanere scottati dall’amore con cui operiamo, sono questi i pericoli del nostro lavoro, a causa dei quali però non abbandoneremo certo la professione…”
e Jung, il 4 giugno, “rincarò la dose”:
“… Sapevo per esperienza che sarebbe ricaduta subito se le avessi rifiutato la mia assistenza, il rapporto s’è trascinato per anni, e io ho finito col ritenermi quasi moralmente impegnato a concederle anche il seguito la mia amicizia, fino al momento in cui vidi che questo metteva in moto una rotella imprevista, e perciò alla fine ho troncato. Essa aveva naturalmente programmato di sedurmi, cosa che io consideravo inopportuna. Ora sta maturando la sua vendetta. Recentemente ha sparso la voce che entro poco tempo divorzierò da mia moglie e sposerò una certa studentessa, cosa che ha suscitato una certa agitazione presso alcuni miei colleghi. Non so cosa abbia in mente ora: niente di buono a quanto presumo. Penso che voglia abusare di Lei coinvolgendoLa in un tentativo di mediazione…. Suo Jung”
Mentre scrisse alla madre di Sabina, che gli aveva chiesto spiegazioni dopo aver ricevuto la lettera anonima:
“…da medico le sono diventato amico perché ho smesso di tenere in disparte i miei sentimenti. Potevo abbandonare facilmente il ruolo di medico perché non mi sentivo impegnato come tale, non avendo mai preteso un onorario. È quest’ultimo che segna chiaramente i limiti ai quali è sottoposto il medico. Lei capirà che è impossibile per un uomo e una ragazza avere alla lunga soltanto rapporti d’amicizia, senza che a un certo punto subentri qualche altra cosa. Ma in fondo essa potrebbe impedire ai due di accettare le conseguenze del loro amore? Un medico e la sua paziente invece possono parlare di qualunque intimità per un tempo illimitato e la paziente può aspettarsi dal medico tutto l’amore e la cura di cui ha bisogno. Il medico però conosce i suoi limiti e non li varcherà mai, perché è pagato per la sua fatica. E questo gli pone la necessaria limitazione. Pertanto, per rimanere nella posizione di medico, come Lei desidera, Le propongo di fissare un adeguato onorario per le mie prestazioni. In questo modo Lei sarà assolutamente sicura che io rispetterò in ogni circostanza il mio dovere di medico. Come amico di Sua figlia, invece, si dovrebbe lasciare al destino quello che succederà, poichè nessuno può impedire a due amici di fare quello che desiderano. Spero, cara e stimata signora, che Lei mi capirà e comprenderà che in tutte queste cose non c’è alcuna bassezza, ma solo l’esperienza e la conoscenza di sé. Il mio onorario è di Fr. 10 per consultazione. Le consiglio di scegliere la soluzione prosaica perché è la più prudente e non crea obblighi per il futuro.”
Come sottolinea Bettelheim, questa mossa è quantomeno scorretta, se non altro deontologicamente, ma soprattutto umanamente. Sostenere che fino a che non pagato un terapeuta possa prendersi qualsiasi confidenza con una paziente, infatti, è inammissibile. In pratica Jung dichiarava che per lui intrattenersi in relazioni sessuali con una paziente dipendeva dal non essere pagato…Carotenuto, però, parla della faccenda del pagamento come di una sorta di boa a cui Jung si sarebbe aggrappato per recuperare la dimensione analitica al di là del
coinvolgimento personale.
Sabina non rimase certo a guardare ………………….
a breve la terza parte
Dott. Egidio Francesco Cipriano
(Psicologo – Informatico)
Bibliografia
- CAROTENUTO A., Diario di una segreta simmetria, Sabina Spielrein tra Jung e Freud, Roma, Astrolabio, 1980.
- CAROTENUTO A., Senso e contenuto della psicologia analitica, seconda edizione, Torino, Bollati Boringhieri, 1990
- DIU N.L., Jung Love: Sabina Spielrein, a forgotten pioneer of psychoanalysis, The Telegraph, 28/08/2011
- KERR J., A Most Dangerous Method: The Story of Jung, Freud, and Sabina Spielrein, New York, Vintage Books, 1994
- FREUD S., JUNG C.G., Lettere tra Freud e Jung (1906-1913), Torino, Boringhieri, 1974