Tra Samsara e Nirvana, storia di epidemie e inutili risparmi
Era inutile provarci, il prosciutto era per il principe Baku l’alimento di prima scelta, sua mamma Yasodheva aveva messo nelle sue pappine di tutto, gli omogeneizzati di manzo, di pesce, di pollo … aveva provato anche quelli di banana, ma il piccolo fagottino sorridente, arrotolava la lingua sotto il palato come nemmeno un camaleonte era capace, e nulla neanche un trapano ad arco sonico sarebbe entrato nella sua bocca. Avevo solo pochi mesi di vita e il prosciutto era l’unico alimento che mangiasse, ancora non se lo spiega nessuno come facesse, l’archiatra di corte gli aveva ispezionato la bocca decine di volte in cerca di quei denti nascosti che ancora non erano spuntati ma che sembrava possedere. Tocchetti di prosciutto belli consistenti, anche se …non disdegnava l’affettato, ma solo suo padre, Atzoka , aveva nascostamente il coraggio di porgerlo sulla bocca, lui non temeva che il figlio soffocasse. Successe che quando Baku approcciava ai suoi cinque anni, giunse nel suo paese una epidemia di colera cozzaro, uno strano tipo di vibrione che ti prendeva nelle viscere costringendoti chiuso in bagno, se riuscivi ad arrivarci, per ore ed ore, fino a quando stremato dal troppo evacuare si finiva morti di stanchezza. L’unico rimedio era un certo tipo di cozza, nera e dall’odore fetido, che cresceva nelle acque antistante il loro paese dimenticato. Questa fu la fortuna di tutta la popolazione, in pochissimo tempo furono piantati migliaia di pali di coltivazione della cozza fetida e ogni singolo frutto costava più del salario di un mese degli operai della fonderia che sembrava essere stata la salvezza di tutte le famiglie di Sirisguda a sud di Jagdalpur.
Il principe ereditario non ne voleva saperne di d’ingurgitare la fetida cozza , così i suoi regnanti genitori per indurlo in tentazione se ne procurarono a sacchi, a loro le cozze seppur fetide erano sempre piaciute; Atzoka suo padre dilapidò tutto il patrimonio del regno per investirlo nella cura dei suoi sudditi; avrebbe voluto poi esportarla nelle regioni del nord passando per i regni del gelido inverno fino alla monte Kailash; voleva anche inviarla a certi suoi parenti in Shangri-La ad Ovest di Tushita oramai trapassati; ma l’epidemia del vibrione scomparse al mattino del 16 Dicembre, esattamente alle 7:17, lo stesso orario in cui si era presentata solo sei mesi prima. Così l’intera famiglia reale, fu costretta a cibarsi di cozze maleodoranti per più di un anno a venire, tranne Baku, che abbandonò alla fine l’oramai inacquistabile prosciutto a favore delle doratelle surgelate e tanto purè di patate liofilizzato che sembrava essere l’elemento preferito del secondogenito Nanda.
Passarono gli anni e mai il prosciutto fece ritorno sulle tavole del regno che era ormai confinato in un piccolo monolocale al non piano di un palazzo mai dimenticato. Il 7 Aprile di 11 anni dopo , alle 22 e 22 precise fece ingresso dalla porta semichiusa un’incartata con ben due etti, non un etto, ma ben due di prosciutto, quello di prima qualità, che col tiepido caldo di primavera diffondeva il suo odore del grasso avvolgente il cuore oramai salato. Contento e tronfio come non mai, Baku fu assalito dalla paura di non poterne avere altro, così velocemente il ragazzino fece finta di mangiarne una fetta modestamente esagerata e richiuse subito il prezioso pacchetto per riporlo nel frigorifero, che traballava rumorosamente dall’emozione. Un nuovo suono freddo cigolante si fece sentire per tutto il mese a seguire, la cui porta del veniva aperta centinaia di volte al giorno; gli occhi mangiavano il prosciutto, le mani ne sentivano la dolcezza, erano sempre due etti o poco meno (il freddo aveva fatto evaporare un pò di liquidi); il prosciutto finì per seccarsi senza essere mai realmente assaggiato, e mamma Yasodheva dovette disfarsi dell’intera incartata dell’oramai putrido alimento. Ci vollero ben 13 anni prima che Baku diventasse vegetariano, e 21 perché si permettesse una nuova fragranza e il gusto del prosciutto dimenticato.
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo Informatico
Illustarazione Luca Battista (artista)