“La riapertura dell’Aia con l’inserimento della Valutazione di impatto sanitario è un risultato indubbiamente positivo che va capitalizzato al meglio e sul quale Arpa Puglia già da tempo premeva perchè la Vds assumesse un ruolo rilevante all’interno dell’Autorizzazione integrata ambientale. Tanto più se, come sembra, Arpa, finalmente chiamata a svolgere un ruolo primario già nella fase operativa, insieme ad Ares e Asl dovrà lavorare per la valutazione del danno sanitario predittivo ovvero fornire elementi in grado di far capire cosa potrebbe accadere in caso di aumento della produzione di acciaio ad 8 milioni di tonnellate”.
Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia, ha aperto così, giovedì sera, il suo intervento nei locali gremiti de “Le città che vogliamo, ospite insieme al dott. Vittorio Esposito, funzionario Arpa, della stessa associazione e del consigliere regionale Gianni Liviano, fautore dell’iniziativa, che fa seguito a quella con il prof. Giorgio Assennato, tesa a fare il punto sulla situazione ambientale in cui di dibatte la città di Taranto.
“La nostra città – ha esordito Liviano – ha pagato, sta continuando a pagare e, purtroppo, continuerà a pagare un alto tributo di vite umane, soprattutto di bambini e ragazzi. Ultimo esempio in ordine di tempo – ha aggiunto – la morte del giovane Francesco Vaccaro venuto a mancare dopo una lunga battaglia contro una malattia che, alla fine, l’ha sopraffatto. E proprio il suo esempio, il suo motto Arrendersi? Mai!, che dobbiamo fare nostro, devono darci la forza di continuare a lottare, a far sì che la città riscopra il senso di appartenenza tornando ad essere comunità”.
Intanto, l’attualità stringente, oltre a questo nuovo e doloroso lutto, ci consegna la decisione del ministro Costa di riaprire l’Aia nei confronti della ex Ilva valutata positivamente dagli organi scientifici. “Adesso va aperto un confronto strategico e costruttivo”, ha ribadito il direttore generale di Arpa Puglia che poi ha spiegato come i suoi obiettivi, all’interno di Arpa, siano quelli “di lasciare i tecnici autonomi nelle decisioni e di rafforzare il dipartimento di Taranto in ottica di un capitale umano sempre più specializzato” ma anche, e soprattutto, di procedere al più presto “all’assunzione di 146 unità in modo da avere a Taranto il dipartimento più importante della Puglia”. Poi il dott. Bruno ha ricordato come Arpa Puglia sia in trincea anche sul fronte delle discariche, “tema che non va sottovalutato”, e della tutela del mare per la cui emergenza “a breve sarà istituito il Centro regionale del mare con sede a Bari ma con sentinelle su tutto il territorio”. Infine, dopo aver approfondito dati alla mano la qualità dell’aria, Arpa adesso sposterà l’attenzione “su quello che c’è nel sottosuolo. Per fare questo – ha detto Bruno – abbiamo chiesto al commissario per le bonifiche, Corbelli, di poter acquisire i dati in suo possesso. In questa direzione Ispra collaborerà con noi in modo da avere un’approfondita banca dati”.
La serata è stata l’occasione per parlare anche di collinette ecologiche e della questione ospedale San Cataldo la cui realizzazione è prevista a ridosso dell’area della Salina grande posta recentemente sotto sequestro. Argomenti sui quali ha risposto il dott. Esposito. In particolare, sul San Cataldo ha spiegato che “la costruzione avverrà a 400 metri dalla zona inquinata sotto sequestro, una distanza che non crea problemi dal momento che si sposta un recettore dalla fonte inquinante, a mio parere sequestrata sulla base di dati non sufficienti. Ciò non toglie – ha aggiunto – che nel momento in cui si avvieranno i cantieri i lavori di scavo potrebbero far rilevare la presenza di sostanze inquinanti con il relativo blocco dei lavori”.
Per quanto riguarda le collinette ecologiche, “non sarà possibile smontarle per cui si dovrà pensare a interventi di messa in sicurezza. La loro copertura – ha poi concluso – potrebbe non essere sufficiente. Si sta pensando ad un barrieramento idraulico. Comunque siamo in attesa dei nuovi dati”.