Incontro-“convention” che avvia di fatto il percorso verso il rinnovo del consiglio regionale
Da qualche tempo Gianni Liviano si chiede e chiede ai suoi amici, sostenitori, cittadini in genere se continuare l’esperienza politico-istituzionale; in altre parole ricandidarsi o non ricandidarsi? Quesito sicuramente retorico; la risposta si trova a pagina 70 del corposo libretto che raccoglie in sintesi il lavoro svolto in anni di impegno sociale, politico ed istituzionale, e in particolare negli ultimi 5 anni in consiglio regionale: MA NON FINISCE QUI….. si legge in fondo alla pagina. E non deve finire qui; Liviano è l’interprete assoluto di “un’altra idea del fare politica“, quella che vede il politico realmente al servizio della gente, la politica come strumento e non come fine. Lo ha ribadito più volte nella sua introduzione e nelle conclusioni. Liviano, che voleva diventare prete ( e anche il sindaco per un certo periodo), non è un santo; ha anche un carattere non semplice. Ma è una persona vera, sincera, onesta, capace. Ha intorno un gruppo di persone con grandi competenze; in questi anni in regione ha lavorato tanto e prodotto molti e buoni risultati. La questione non è se candidarsi, ma: come e con chi? Un pregio, ma se vogliamo anche un limite nel contesto in cui viviamo, è l’isolamento che deriva dalla intransigenza con cui si respinge qualunque forma di compromesso. Ma la politica è compromesso; è capacità di mediare. La società moderna presenta diversità, tante, che vanno tutte considerate nel tentativo, non facile, di adottare misure che facciano sintesi, come si dice oggi quando si giunge a soluzioni di necessario compromesso. Ognuno ha la convinzione che le proprie idee, e quelle del gruppo sociale di riferimento, siano quelle giuste. La “sintesi” si ottiene se si accetta che anche le idee altrui, e perfino certi comportamenti non condivisibili, hanno diritto di cittadinanza. Liviano è uomo di centro sinistra e in quello schieramento deve trovare uno spazio. Un centro sinistra che oggi lo vede ai confini (o all’auto-confino!); se Emiliano sarà il candidato presidente dovrà, obtorto collo, sostenerlo. Se è vero, come lui stesso ha affermato, che alla fine il consenso e i voti non sono il primo obiettivo da traguardare, è anche vero che in democrazia i numeri contano; e contano le leggi elettorali. Prova plastica è quello che è accaduto a livello nazionale con le alleanze innaturali. L’incontro di ieri (31 ottobre 2019) ha confermato la sussistenza di uno zoccolo duro di sostenitori ma anche l’attenzione di chi non si riconosce nella stessa area politica;nell’affollata platea abbiamo notato anche personaggi notoriamente impegnati nel centro destra. Un dato importante che conferma la stima che gran parte (quella buona!) della città gli riconosce. E, senza voler dare valore di endorsement (non abbiamo la necessaria autorevolezza per farlo) anche noi riteniamo che sia giusto, anzi doveroso, che il suo impegno nelle istituzioni prosegua. Ad maiora sempre Gianni.
Il direttore
Questa la sintesi pervenuta in redazione a cura dell’Ufficio Stampa di Liviano:
In comune hanno l’attenzione verso le problematiche sociali. Sono le tre leggi del cosiddetto “pacchetto welfare” presentate in Regione dal consigliere regionale Gianni Liviano. Due, quelle sul benessere equo e sostenibile (Bes) e sul cohousing, sono state recentemente approvate dal Consiglio regionale; la terza, che punta ad individuare misure in favore degli adolescenti, ha cominciato il suo iter nelle commissioni consiliari competenti propedeutico all’approdo nell’assise regionale per il definitivo via libera.

Per meglio farle conoscere alla pubblica opinione e, soprattutto, a quelli che saranno i futuri attori della loro attuazione (enti locali, associazioni, organizzazioni di categoria ecc.) giovedì sera, nel Salone di rappresentanza della Provincia di Taranto, il consigliere regionale Gianni Liviano, primo firmatario e controfirmate anche dal collega Ruggiero Mennea, le ha presentate nel corso dell’incontro pubblico “Persone, la politica che costruisce comunità” dove sono state dibattute con la formula di tre temi per tre esperti per sette minuti. Di ciascun tema, infatti, tre esperti del settore ne hanno parlato ognuno per sette minuti. Le conclusioni sono state tirate nel corso del dibattito finale, moderato dal collega Angelo Caputo, dallo stesso consigliere regionale Gianni Liviano, da Daniele Ferrocino del forum regionale Terzo settore, dalla dott.ssa Bina Santella presidente del Tribunale per i minori di Taranto.

“Vogliamo pensare ad una politica che sia per la città e non contro la città e credo che ciò sia possibile se la dimensione solidaristica tra attori economici, sociali e politici, da tempo smarrita, sottrae terreno al populismo, intriso di slogan, privo di capacità di analisi e vuoto di proposte”, ha spiegato Liviano in apertura di serata. “La passione educativa – ha aggiunto – non può essere sopita; il desiderio di costruire una comunità di uomini e di donne giusta e solidale non può addormentarsi; la cultura del noi deve prendere il posto della cultura dell’io”.

Ecco, allora, il senso delle tre leggi. E se quella sul cohousing, o meglio sulla coabitazione sociale (ne hanno parlato il dott. Casciano dell’Anffas, il dott. Piccione neolaureato con una tesi proprio su questo argomento, il dott. Occhinegro dell’Abfo), punta a promuovere la co-residenzialità come veicolo e strumento di solidarietà, aggregazione e coesione sociale, quella sul benessere equo sostenibile, frutto di un capillare lavoro fatto insieme alla Camera di commercio di Taranto, che sull’argomento ha prodotto un interessante lavoro, il Politecnico di Bari e il Centro di cultura Lazzati, (ad intervenire sono stati il dott. Mercinelli del Centro di cultura Università cattolica, l’ing. Barbara Scozzi del Politecnico di Bari, la dott.ssa Francesca Sanesi della Camera di commercio di Taranto) definisce gli indicatori di benessere equo e sostenibile da includere nella programmazione economica regionale (DEFR) della Regione Puglia e le modalità per la loro individuazione attraverso la costituzione di un Comitato scientifico.
La pdl sulle misure regionali in favore degli adolescenti (relatori il prof. Salvatore Marzo, dirigente scolastico del liceo Aristosseno di Taranto, il prof. Fabio Mancini e suor Teresina Dessupoiu delle suore missionario del Sacro costato), invece, “parla dei nostri figli, parla del futuro, parla della bellezza della vita”, ha sottolineato Gianni Liviano e alla base ha una ricerca condotta, su milletrecento studenti ionici, dalla fondazione Toniolo dell’Università Cattolica di Milano tesa a capire i bisogni dei nostri ragazzi. Tra le varie azioni la legge prevede l’introduzione dell’ascolto a scuola; l’accompagnamento degli adolescenti anche attraverso l’introduzione della figura dello youth worker (animatore socio educativo, una figura professionale capace di intervenire nella vita dei ragazzi attraverso metodologie e strumenti di educazione non formale); l’accompagnamento delle famiglie, attraverso percorsi in-formativi e di accompagnamento nel difficile ruolo di educatori; la costruzione di spazi di aggregazione e di in-formazione (spazi di aggregazione per adolescenti, centri informa adolescenti e il portale per adolescenti); l’introduzione del servizio civile per adolescenti e il rilascio della licenza di competenze extrascolastiche; l’introduzione della youth card; il rilascio dello youth pass; l’attenzione al sostegno della mobilità regionale, nazionale e internazionale dei ragazzi. Una bella legge, è stato detto, che pone al centro i luoghi dell’abitare e restituisce importanza educativa e restituisce ai giovani il senso di responsabilità.
Argomenti e contenuti interessanti che sono stati approfonditi dai relatori e che sono stati al centro del dibattito finale che ha visto la dott.ssa Bina Santella, presidente del Tribunale per i minori di Taranto, sottolineare che “ci sono nuove forme di dipendenza che creano tanti fenomeni di devianza come il cyberbullismo” e, soprattutto, ha sottolineato il ruolo “spesso fragile delle figure genitoriali” per cui la legge sugli adolescenti “è uno strumento di valenza eccezionale perché per la prima volta si cerca di creare una rete e un sostegno intergenerazionale tra gli adolescenti e le rispettive famiglie”.
Daniele Ferrocino del forum regionale Terzo settore ha, invece, sottolineato la rilevanza delle tre leggi puntando l’attenzione sulla legge sul benessere equo e sostenibile. “Dire che la Regione nel suo bilancio deve tenere conto degli indicatori alla base del benessere equo e sostenibile – ha detto Ferrocino – è introdurre un elemento rivoluzionario, un elemento epocale che punta al benessere dei cittadini. Serve adesso che i territori prendano coscienza delle tre leggi affinché le stesse non diventino lettera morta perché occorre dare gambe alla speranza”.
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