La dolcezza dei bambini è una immensa. Una dolcezza che viene fuori a ogni loro sguardo, a ogni sorriso che fanno. Riescono a essere felici anche senza un motivo, hanno la capacità di trovare l’immenso da ogni prospettiva e riescono a guardare il mondo sempre a colori. Hanno tanti doni insomma e forse noi adulti avremmo tanto da imparare da loro. Ma per lo meno dovremmo riuscire sempre a preservare la loro trasparenza, il loro mondo, il loro essere. E questo vale, quando necessario, anche in campo sanitario. Sotto quest’ottica la Asl di Taranto ha dedicato tanta attenzione alla sfera dell’infanzia. Infatti, fra le tante cose, da un paio di anni, a Taranto è stata istituita anche l’Oncoematologia Pediatrica. Si tratta di una piccola struttura, inglobata all’interno della Pediatria dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto. Una struttura che sta crescendo giorno dopo giorno e che permette ai piccoli pazienti a non dover andare lontani da casa per potersi curare. E per un bambino, questo si sa… è un fattore molto importante.
Quindi importanza ha, strategicamente parlando, questa struttura oggi per il territorio jonico? “Oltreilfatto” lo ha chiesto direttamente al primario della struttura Valerio Cecinati…
Dott. Cecinati, quale valenza ha l’Oncoematologia Pediatrica nel territorio di Taranto?
“Questa struttura è stata aperta circa due anni fa. Si tratta di una piccola struttura che si trova all’interno dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto, ed è afferente al reparto di Pediatria. Io invece sono arrivato a Taranto meno di un anno fa. Quindi l’Oncoematologia Pediatrica era già stata avviata poco prima del mio arrivo e mi sono accorto che necessitava darle una ‘scossa’ in più. E ad oggi c’è ancora tanto da fare, perché è un reparto ‘giovane’ che sta cominciando a muovere i suoi ‘primi passi’.

La primaria esigenza dei genitori dei piccoli pazienti che ho incontrato è proprio quella di poter essere curati nella propria città, quindi di poter essere curati in loco. E noi stiamo cercando di accontentarli… per questo da noi confluiscono sia anche quei bambini di Taranto che avevano già cominciato un percorso di terapia fuori città, in altre province e sia, ovviamente, i bambini che purtroppo devono iniziare ad essere trattati, perché hanno avuto una brutta diagnosi.
Ma considerate che il numero dei bambini che si ammalano di patologie neoplastiche sono sicuramente numeri molto più piccoli rispetto ai numeri dei casi che colpiscono l’adulto. I tumori infantili sono malattie rare, non molto frequenti.
Nella zona di Taranto e provincia c’è un piccolo aumento nell’incidenza dei tumori rispetto all’atteso. Ma, fermo restando, che il numero annuale è comunque un numero limitato. Perché, ripeto, in età pediatrica i tumori per fortuna sono delle patologie rare. Secondo uno studio, fra l’altro pubblicato dall’Istituto Superiore della Sanità, generalmente il numero dei casi attesi ogni anno è fra i 16 e i 18 bambini circa. A Taranto se ne ammalano 24. Per cui rimane il fatto che è un numero comunque piccolo”.
Curarsi vicino casa è una possibilità non da poco, soprattutto quando si tratta dei più piccoli…
“Sì. Fra l’altro gli studi scientifici, dimostrano che chi viene curato vicino alla propria abitazione ha anche dei risultati migliori. E, in ogni caso, dare a questi piccini la possibilità di essere curati a casa è sempre il nostro obiettivo”.
Quali tipologie di neoplasie sono più frequenti fra i bambini?
“Le neoplasie più frequenti osservate a Taranto sono le stesse che vengono osservate anche in altre parti d’Italia. Ovvero le leucemie acute e i tumori del sistema nervoso centrale, ovvero quelli cerebrali. Questo dato, ripeto, è in linea con la media nazionale. E comunque, in generale, nei bambini, più del 50% delle neoplasie sono costituite appunto proprio dalle leucemie acute e dai tumori del sistema nervoso centrale”.
Quindi nella sfortuna dei piccini che si ammalano possiamo considerare questo un dato confortante?
“Esatto…”.
Ci sono fasce di età più colpite fra i bambini?
“Premetto che personalmente ho un tempo di osservazione molto breve, sono qui a Taranto da poco (a giugno 2018 – ndr). In questo periodo ho visto però più bambini piccoli. Ovvero bambini al di sotto dei sei anni. Ma potrebbe essere un dato che non verrà confermato negli anni. Ribadisco, avrei bisogno di un periodo più lungo da prendere in considerazione per dare una risposta certa”.
Quanti posti letto avete attualmente?
“Noi adesso abbiamo tre posti letto. Ma siamo in attesa di un ampliamento che ci porterà ad avere cinque posti letto, così come previsto dal piano regionale.
Però vorrei aggiungere una cosa… il mio modo di lavorare è anche quello di poter riuscire, nei limiti del possibile, a far fare il trattamento ai bambini e poi mandarli a casa. Cerco quindi di lavorare il più possibile in regime di day hospital e il meno ospedalizzato possibile”.
Per il futuro…
“Innanzitutto mi piacerebbe avere più medici che si occupino sia della Pediatria, che dell’Oncoematologia Pediatrica. Ma questo non è un problema di Taranto, è un problema nazionale. Perché i medici che si occupano di pediatria sono pochi. Anche se forse Taranto in più soffre del problema che la città non ha ancora la facoltà di Medicina.
Poi c’è un’altra cosa che io ho vissuto in prima persona… a me piacerebbe che i medici che hanno studiato fuori, ma sono di origine tarantina tornassero qui, a casa a loro (il primario pediatra Cecinati l’ho ha vissuto in prima persona, perché lui è nato e si è formato qui in Puglia, a Bari. Ma poi per lavoro si è dovuto trasferire prima a Roma e poi a Pescara – ndr).
Ad oggi comunque, nel ‘mio’ reparto, con una borsa di studio, siamo riusciti a portare qui due medici che non sono specialisti, ma danno una grossa mano in Oncoematologia Pediatrica.
Aggiungo anche che l’idea che hanno fuori di Taranto non è positiva. Per esempio, io vengo da Pescara e quando dicevo ai colleghi che me ne sarei andato a Taranto, facevano delle facce… Ma non è così… invece, qui a Taranto, ho visto tante piccole ‘luci di speranza’ per una vera rinascita. E su questo bisogna insistere di più, perché questa è una bellissima città ed io ho deciso anche di venirci a vivere con la mia famiglia.
In chiusura, vorrei anche aggiungere che mi piacerebbe iniziare qui a Taranto un percorso che riguardi la ricerca. Perché l’Oncoematologia Pediatrica è una branca che ne ha bisogno. Noi comunque siamo inseriti in un network nazionale e veniamo coinvolti nel circuito delle ricerche. Però mi piacerebbe che anche da questo punto di vista partisse qualcosa direttamente da noi”.
Cosimo Lucaselli
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