Riceviamo e Pubblichiamo
Esprimiamo apprezzamento per il lavoro che il Governo sta tentando di far maturare in queste settimane sul tavolo del CIS Taranto.
Tuttavia, non possiamo che unirci a quanti, parti sociali e sistema di imprese in primis, denunciano l’inspiegabile quanto incoerente assenza del tema dello stabilimento siderurgico dalle proposte utili a superare la grande crisi di Taranto.
Già nel mese di marzo avevamo richiesto al Governo, tutti i rappresentanti del territorio ionico uniti, che quel tavolo potesse fungere anche da cabina di regia della cosiddetta transizione giusta, all’interno della quale definire un accordo di programma sull’ex Ilva. Avevamo messo in guardia dall’insufficienza di provvedimenti palliativi per la nostra economia ed i lavoratori, dalla insensatezza di progetti non volti ad un nuovo sostenibile modello di sviluppo, dalla sicura inefficacia di interventi calati dall’alto senza un necessario confronto con la comunità ionica, dalla assurdità di annunci slegati da una discussione seria e definitiva sulla produzione di acciaio a Taranto, un vero avvio delle bonifiche straordinarie, una radicale conversione tecnologica.
Purtroppo, tutto questo ancora non si vede, è una grave anomalia. Non è rimodulando all’infinito le risorse del CIS oppure spostando foreste urbane qua e là o ancora prefigurando anacronistici e costosi attrattori che daremo alla nostra città una prospettiva differente. Non abbiamo bisogno che ci venga indorata la pillola, vogliamo essere ascoltati, vogliamo costruire un futuro a partire da una soluzione per l’ex Ilva, non facendo finta che in quello stabilimento ed intorno ad esso sia tutto a posto.
Ora che anche a Trieste il Governo ha chiuso per sempre l’area a caldo e investito centinaia di milioni di euro nella riconversione, cosa pensano di raccontare ai tarantini? E i parlamentari ionici la smettano di rilasciare dichiarazioni come se non fossero loro al Governo, agiscano subito, i loro numeri possono bastare a far tremare la maggioranza parlamentare.
Il Sindaco Rinaldo Melucci