Sono un motociclista e ho numerosi amici motociclisti, primo fra tutti chi mi ha messo anni fa sulla mia prima moto e ha cambiato la prima marmitta ad espansione: Antonello, che mi ha insegnato a piegare ma che non è mai riuscito a farmi saltare. Ricordo ancora che quando dopo diverso tempo ritornò a Taranto in aereo, per il suo primo volo, gli chiesi com’era stato e cosa avesse provato; mi rispose candidamente che era come impennare senza il piacere della guida diretta.
Perchè si guida
Se si chiede a un motociclista perché guida un mezzo così tanto esposto ai pericoli della strada si otterranno le più disparate e veritiere risposte. Alcuni amano guidare per la velocità, altri per il cameratismo, e altri per amore della libertà sulla strada senza meta. Qualunque sia la logica, tuttavia, c’è sempre una cosa che unisce i motociclisti: la gioia di diventare tutt’uno con la motocicletta, un moderno centauro meccanico semi-umano.
Meditazione in strada
Da parte mia vi direi che guidare la moto è come una sessione di mindfulness dinamica, che porta alla totale unificazione della mente, del corpo e della consapevolezza del tempo presente; guidare la motocicletta ai comandi diretti del corpo privo di parola permette di ottenere un sicuro effetto meditativo e in qualche modo anche spirituale. Guidare un veicolo su due ruote allo scoperto è molto differente dal guidare un automobile, è qualcosa di più viscerale che richiede una completa presenza non distratta. Superare talune velocità, nel limite del consentito, evitando buche, fossi, altri veicoli e pedoni, sviluppa nel tempo la capacità di sospendere il dialogo interno e con esso il giudizio. Permette di appropriarsi di tutti i sensi, non solo di vista ed udito, ma tatto e cinestesia completa, perché la moto obbedisce ad ogni piccolo adattamento del corpo, che risponde al di là del pensiero espresso in parole.
Andare in moto e sedute psicologiche
Consiglierei ad ogni collega un periodo di training in motocicletta, con la corretta supervisione di un esperto pilota, affinché possa velocemente e pienamente sviluppare quella capacità di presenza ed ascolto del paziente nella sua completezza e sistematicità, vedendolo connotato nel suo ambiente. Nulla deve sfuggire nella guida di un veicolo così lieve ma facile ad imbizzarrirsi come il più indomito dei ronzini così come nulla deve sfuggire ad un terapeuta nella relazione di aiuto con il paziente, in primis le proprie sensazioni ed emozioni, la percezione del proprio corpo e di come la sua sola presenza modifichi il comportamento e il sentire dell’altro. E’ facile capirlo per un motociclista.
Più intelligenti
E’ Scientificamente provato che guidare una motocicletta migliora le funzioni cognitive fino al 50%. La Tohoku University in collaborazione con Yamaha Giappone ha condotto delle precise ricerche incaricando il dott. Ryuta Kawashima, neuroscienziato giapponese, anche autore del gioco Brain Training per la Nintendo. La ricerca condotta ha messo in evidenza che il cervello del guidatore viene continuamente attivato e stimolato in sella a una moto, richiedendo altissimi livelli di attenzione, tale stimolazione oltre ad aumentare le capacità cognitive può anche prevenire alcuni tipi di demenza che si manifestano con l’avanzare dell’età
Insomma, all’arrivo della bella stagione, mettetevi in sella alla vostra moto e sarete più smart e presenti a voi stessi, se non l’avete è il momento giusto per comprarne una, anche usata ma ben revisionata, affidatevi poi a qualche amico competente ed esperto, come il mio amico Antonello.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
Fotografie Egidio Francesco Cipriano