Difficile essere ottimisti sui tempi. Si parla di economia e scontro politico ma di soluzioni concrete quando?
E’ passato un sufficiente tempo per poter cominciare a tirare delle somme e fare delle ipotesi. La grande confusione che ha caratterizzato sin dall’inizio la gestione della emergenza sanitaria può essere giustificata dalla totale impreparazione, del mondo intero, rispetto ad un evento per molti versi nuovo ed inatteso. Potremmo poi parlare dello stato dell’arte della ricerca, delle risorse ridotte per la scienza e per la sanità. Ma di fatto la questione di fondo è una certa impotenza di fronte al nuovo corona virus. Il problema è che, stando ai fatti che conosciamo, al momento non si ha notizia di grandi progressi sulla strada della individuazione di un vaccino né di una cura certa. Sappiamo solo che il contagio è rapidissimo e che su soggetti particolarmente esposti per le condizioni generale di salute, non necessariamente solo anziani, la letalità è altissima.

E, allora, l’unica strada finora percorsa è il distanziamento fisico ( diverso dal distanziamento sociale). Si va avanti di 15 giorni in 15 giorni ma non si intravede in prospettiva l’uscita del tunnel. La data del 31 luglio 2020, prevista sin dall’inizio della crisi, sicuramente rappresenta un punto di riferimento. Da quella data forse potremo cominciare a comprendere meglio cosa ci aspetti. Intanto incombe la crisi economica che colpisce tutti, chi più, chi meno.

E allora si aprono tavoli europei, dove non c’è una linea comune; si istituiscono task force per proceduralizzare la cosiddetta “fase 2“. Al momento nessuna task force a livello mondiale per unire le forze nella ricerca di un vaccino. O, almeno, non se ne ha notizia. L’economia, e la politica, oscurano il resto. Si, perché, è inutile far finta di nulla; la politica sta dimostrando tutta la sua incapacità, e ci riferiamo a tutto il sistema, di governare una emergenza di così grandi proporzioni a livello mondiale. In Italia in particolare. In questa fase sarebbe stato necessario, vista le proporzioni della emergenza, adottare soluzioni, sul piano della gestione, diverse da quelle ordinarie in cui maggioranza e opposizione si fronteggiano. L’appello alla unità, più volte lanciato dal Presidente Mattarella è caduto nel vuoto. Forse oltre all’appello occorreva qualche azione più diretta.

Così come più coraggio ci sarebbe voluto nel predisporre azioni per garantire il rispetto rigoroso del distanziamento fisico, al momento l’unica strada utile per contenere il contagio. Attenzione: contenere il contagio non sconfiggere il virus. In queste condizioni ci aspetta un estate “complicata”. Con l’arrivo del caldo sarà molto difficile rimanere in casa, come improponibile continuare a mantenere ferma l’economia, mancando qualunque forma di concreto sostegno a imprese e famiglie.

I provvedimenti finora deliberati sono insufficienti, non hanno una prospettiva nel tempo. Poche risorse, al momento quasi tutte solo sulla carta. La strada da percorrere è ben altra. Occorre rivedere radicalmente le nostre abitudini di vita e riorganizzare il lavoro; rivedere tutte le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro per adeguarle alla nuova realtà. Contestualmente mettere mano subito, e in modo serio, ad una riforma fiscale che riduca la morsa di una tassazione asfissiante (lo era già prima del covid-19) . Se invece si vuole continuare sulla strada dei “contributi di solidarietà“, piuttosto che delle patrimoniali, allora perdete ogni speranza voi……….. Sarà in grado la task force di dare un contributo reale? Alla fine le decisioni dovrà prenderle comunque il governo, che ormai va avanti ignorando il Parlamento. Ma il governo è sempre retto da una maggioranza e “sorvegliato” dal Quirinale. Quindi “mi assumo ogni responsabilità” è un dichiarazione che non ha reale fondamento.
Speriamo di non trascorre un Natale in casa Covid-ello!
Francesco Ruggieri
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