La testimonianza di tanti ammalati conferma la pericolosità e l’aggressività del Covid19
Meglio un lockdown nazionale con azioni concrete di ristoro e sospensione della imposizione fiscale
Anche se si cerca di tenere sotto controllo la comunicazione, centralizzando ogni informazione che viene diffusa da bollettini ufficiali (sappiamo che è stato vietato a tutto il personale medico e paramedico di fornire notizie) la realtà percepita ormai attraverso i rapporti personali, che nessuno al momento per fortuna può censurare o limitare, ci dice che la situazione pandemia è ad un livello alto di criticità. Ovunque i posti letto sono in esaurimento. Ci sono tende in cui si sosta in attesa che si liberi un letto. E purtroppo i letti si liberano anche perché c’è chi non ce la fa. Anziani ma anche meno anziani con patologie pregresse. Ci sono poi situazioni che sfuggono del tutto al sistema informativo. Strano, ad esempio, che non siano segnalati cluster nella grande industria né tra l’ampio organico delle Forze armate che a Taranto sono rappresentate dalla Marina Militare.
Di certo le tante testimonianze che registriamo da parte di chi è stato contagiato o è al momento in isolamento ci confermano che non si tratta di una “semplice influenza” come anche qualche autorevole personaggio politico ha nel passato affermato, ricredendosi certamente dopo essere stato contagiato egli stesso.
Abbiamo colleghi che ci hanno riferito di sintomi che testimoniano l’aggressività del covid19. Mal di testa costante, febbre, rigidità articolare, perdita di gusto e olfatto, difficoltò respiratorie. Anche senza dover ricorrere alle cure ospedaliere è una condizione di grande debilitazione che impedisce qualunque tipo di attività e, naturalmente di relazione sociale.
I dati degli ultimi bollettini sono davvero preoccupanti. Forse 2 settimane di lockdown nazionale avrebbe avuto più senso. Ci saremmo risparmiato le solite inutile, quanto non dannose, polemiche politiche, e avremmo avuto più certezze.

Bloccare tutte le attività alle 18 e consentire però di restare per strada fino alle 22 non ha alcuna logica soprattutto considerando i tanti incoscienti che non hanno ancora capito quale sia il livello di rischio che si corre. Dove andranno sabato sera i ragazzi dopo le 18? Chi controllerà? Chi verificherà che magari la gente non si riunisca in casa senza seguire il “consiglio” di limitare ai soli conviventi?
Due sono i dati oggettivi indiscutibili: 1)Il sistema sanitario non regge ( in tutto il mondo) 2)non ci sono le risorse necessarie per garantire i controlli. Detto questo, partendo dall’altro dato che indica una gran parte di popolazione che non rispetta le regole, purtroppo, obtorto collo, la soluzione più efficace resta quella di un blocco totale con un reale ristoro a favore delle categorie danneggiate. E in tema di ristoro non guasterebbe ipotizzare un’azione significativa, non pannicelli caldi, indirizzata a ridurre se non annullare del tutto la riscossione delle tante e pesanti tasse.
F.R.
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