Jung e la psicologia dei fenomeni occulti
Quando era studente dell’Università di Basilea, Jung decise di rompere il proprio isolamento e si iscrisse all’Associazione studentesca Zofingia, dove ebbe l’occasione di scoprire le proprie capacità di influenzare le persone tramite la forza e l’originalità delle proprie idee. Uno dei suoi interventi presso la società verteva sul fatto che l’anima, sebbene immateriale ed esistente al di fuori dello
spazio e del tempo, avrebbe dovuto nonostante tutto essere soggetta all’investigazione empirica attraverso la ricerca sui fenomeni di ipnosi, sonnambulismo e comunicazione medianica. Le sue presentazioni attiravano sempre un folto pubblico e suscitavano accese discussioni. Determinato a mettere alla prova le sue idee, Jung, ancora studente, cominciò ad assistere, prendendo nota, alle sedute spiritiche di una giovane medium, che era una sua cugina,
Hélène Preiswerk, da lui indicata come S.W. Raccolse meticolosamente una serie di dettagliate osservazioni per ben due anni consecutivi: questa fu la base della sua tesi di dottorato, intitolata “Psicologia dei fenomeni occulti”, che presentò a Basilea nel 1902.
Dottorato paranormale
In questa dissertazione, dopo una breve introduzione, Jung descrisse le sedute che ebbero luogo tra il 1899 e il 1900, quando Hélène aveva 15 anni. Goodheart (1984) ha scoperto, da una relazione contemporanea scritta da un parente di Hélène, che Jung aveva aiutato a organizzare queste sedute spiritiche già dal 1895, quando era uno studente diciannovenne al primo anno di Medicina: la medium era la cugina di 13 anni. Il suo scopo era di “soddisfare la sua profonda curiosità riguardo all’occulto e alle cose spirituali”. Apparentemente durante i primi esperimenti col tavolino che si muoveva, nell’ambito della cerchia familiare, si era scoperto che la ragazzina era un’eccellente medium. Cosa che, del resto, era di moda nell’Europa del tardo ‘800. Jung descrisse S.W. come riservata, propensa a starsene senza far niente se non sognare a occhi aperti, ma con l’improvvisa capacità di diventare ridente ed esaltante. Lei e i suoi 14 fratelli e sorelle soffrivano moltissimo per il trattamento incongruente, volgare e spesso brutale riservato loro dalla madre”. Suo padre (il fratello della madre di Jung), un uomo d’affari distante e sempre occupato, era morto alcuni anni prima. Questo è l’unico riferimento che Jung fa di un trauma nella vita di Hélène: abusata
dalla madre, abbandonata dal padre.
Trance
Nelle sue trance sonnambulistiche S.W. parlava con la voce di parenti morti, raramente come se stessa, di cui parlava in terza persona. Ricordava solo parzialmente ciò che era stato detto durante le sedute. A volte i suoi “spiriti” s’impossessavano di lei durante le conversazioni, nei negozi, in mezzo alla strada, e S.W. più tardi si ricordava di visioni, durante le quali era stata portata fuori dal suo corpo dagli spiriti, in viaggi che la conducevano lontano. Le visioni
erano generalmente piacevoli, ma occasionalmente demoniache e terrificanti. Spesso terribili mal di testa seguivano le visioni, cosa che costituisce la prova di un disturbo dissociativo. S.W. era convinta che le visioni fossero reali. Jung aggiunge:
"Non voleva assolutamente ammettere l’idea che queste manifestazioni fossero una sorta di malattia. Dubbi sulla sua sanità o sul suo mondo di sogni la stressavano moltissimo; era così ferita dalle mie osservazioni che si chiudeva in mia presenza e per molto tempo rifiutò di sottoporti agli esperimenti se c’ero io.”
Qui Jung rivela la sua confusione riguardo al proprio ruolo (medico o scienziato) e la natura del materiale, la manifestazione di una malattia o un “fenomeno di normale psicologia, e anche con la psicologia del paranormale, quella del genio”. Rivela anche la reazione comune dei pazienti dissociati quando il loro terapeuta respinge i loro racconti di abusi, per quanto bizzarri, come fantasie, allucinazioni o “malattia”. Goodheart (1984) aggiunge che Jung omise di dire che partecipava attivamente alle sedute spiritiche, facendo egli stesso domande ai vari “spiriti”. Inoltre le prendeva le pulsazioni e la assisteva come un medico, quando lei si trovava in trance prolungate. Oltre alle sedute di gruppo, Jung incontrava Hélène in una stanza buia, dando l’avvio ai suoi stati di trance picchiettando sul tavolino che si trovava tra loro, ed Hélène picchiettava in risposta alla sua suggestione. Inoltre le regalò un libro, “Il chiaroveggente di Prevorst”, la storia delle drammatiche sedute spiritiche e delle possessioni di un famoso medium, che influenzò il contenuto dei successivi stati di trance di Hélène, sebbene Jung non ne parlò nella sua tesi. Jung descrisse S.W. come una persona che “conduceva una reale doppia vita, con due personalità coesistenti fianco a fianco o in successione, ciascuna delle quali che si sforzava continuamente per ottenere il predominio”. Una era un’adolescente fragile e nervosa, l’altra, il suo “ego sonnambulo”, Ivenes, una persona più anziana, seria e triste, che si ricordava molto chiaramente le visioni. Nelle prime sedute spiritiche appariva spesso il nonno paterno di S.W. (che era anche il nonno materno di Jung), Samuel Preiswerk, che “l’aveva protetta fin dall’infanzia e conosceva tutti i suoi pensieri”. A quanto pare le era apparso la prima volta in una visione che aveva avuto a cinque o sei anni. Questa figura di nonno affettuoso, pio e protettivo
riapparse in diverse versioni, deteriorandosi gradualmente in una figura superficiale e pettegola, un uomo che si chiamava Ulrich von Gerbenstein. Kerr (1993) riferisce che Samuel Preiswerk era un famoso teologo ed ebraista all’Università di Basilea. La sua prima moglie era morta ma la seconda, Augusta “doveva combattere regolarmente col fantasma della prima moglie”. Inoltre ricordiamo che la madre di Jung, Emile, la figlia più piccola, doveva sedersi alle spalle del padre per evitare che il demonio sbirciasse quello che scriveva mentre componeva i sermoni. Diversamente da come lo ritrae Jung nella sua tesi, Samuel Preiswerk era in realtà uno spiritualista eccentrico, che probabilmente aveva influenzato le tendenze spirituali e dissociate della figlia (la madre di Jung), della nipote (Hélène) e dello stesso Jung
Lo spirito femminile
In una sezione della tesi Jung descrive le attività del principale spirito femminile di Hélène, che lei chiamava Ivenes. Questa entità aveva vissuto molte vite attraverso diverse reincarnazioni ed era stata sposata a vari nobiluomini, compreso il chiaroveggente di Prevorst. In una fantasia era stata la madre di Jung, ed era stata bruciata come strega, cosa in seguito alla quale Jung si era ritirato a vivere in un monastero. In un’altra fantasia un’amica di Jung, che a S.W. non piaceva, fu ritratta come una famosa avvelenatrice, che aveva ucciso il marito e diversi amanti, uno dei quali era il suo stesso fratello. C’era anche altro materiale che Jung omise dalla tesi, che riguardava nascite premature, feti deformi e aborti.
Forse tutto un imbroglio ? A breve la seconda parte.
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo Informatico
Foto di Egidio Francesco Cipriano
Bibliografia
- GOODHEART W.B., C.G. Jung’s First “Patient”: On the Seminal Emergence of Jung’s
Thought, Journal of Analytical Psychology (1984) 29:1-33 - SKEA B.R., A Jungian Perspective on the Dissociability of the Self, seminario tenuto al
C.G. Jung Education Center, Pittsburg, PA, 2006 - ELLENBERGER H.F., The discovery of the unconscious, London, Penguin Press, 1970
- SHAMDASANI S. Jung messo a nudo, Edizioni Magi, 2008