Concluse ieri a Melpignano le tre serate di registrazione del Concertone che andrà in onda su RAI 2 il 28 agosto.
Anche Diodato tra gli ospiti della serata: per il cantante tarantino, l’emozionante interpretazione di un canto d’amore.
Alla fine anche la taranta ha dovuto piegarsi all’emergenza Covid e così, come annunciato già in piena pandemia, l’edizione 23 del più famoso festival di Puglia ha dovuto reinventare il proprio finale sostituendo il Concertone, che fino allo scorso anno ha richiamato circa duecentomila persone in piazza a Melpignano, con una formula nuova, uno spettacolo per la televisione, ripensato in modo da valorizzare gli artisti e non far perdere allo spettacolo l’emozione e il trasporto che non può mancare quando si parla di pizzica.
L’organizzazione, insieme al maestro concertatore Paolo Buonvino, ha ideato un format “cinematografico” che potesse funzionare senza spettatori. Ed ecco che ne è nato un racconto affidato a Sergio Rubini che, tra le meraviglie dell’ex Convento degli Agostiniani e le piazze notturne di Puglia, invita il telespettatore a compiere un viaggio nella memoria della Taranta: divinità zoomorfa, evidenzia il direttore artistico Daniele Durante, che “ti possiede” e resiste anche nell’anno più difficile per l’assenza dell’energia in piazza.
Non più una intera notte di musica e decine di migliaia di persone travolte dall’energia pulsante della taranta, ma novanta minuti di narrazione musicale per riscoprire la Taranta partendo dal suono ancestrale del tamburello e dai suoi infiniti incontri. Lo spettacolo è stato registrato in tre serate e sarà trasmesso in tv su RAI 2 venerdì 28 agosto alle 22:50.
Su un palco minimal e teatrale ideato dallo scenografo Giancarlo Sforza, l’Orchestra popolare e l’Orchestra Roma Sinfonietta dirette dal maestro Paolo Buonvino, ecco che le composizioni del maestro concertatore diventano colonna sonora che ritorna all’essenza delle voci popolari di Niceta Petrachi “la simpatichina” e Uccio Aloisi, passando dalle emozioni forti dei canti più amati della tradizione popolare: Lu Rusciu de lu mare, Tamburreddhu meu, Ferma zitella e la buona notte in grico Calinifta.







Le coreografie sono di Sharon Eyal che reinterpreta, in chiave contemporanea, la pizzica salentina. I danzatori del Corpo di ballo della Taranta sono vestiti dalla salentina Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior che quest’anno ha voluto omaggiare la propria terra come non mai – a fine luglio, la splendida sfilata Dior nella meravigliosa cornice di Piazza Duomo a Lecce – e si muovono sul grande palco di legno a forma di tamburello formando una ronda moderna e con il battito delle mani danno vita ad un corteo che richiama le lotte delle donne contadine. E a queste lotte è dedicata la performance di Gianna Nannini: sedici anni dopo la sua prima volta sul palco di Melpignano, la cantante senese ritorna intonando ancora una volta Fimmene Fimmene mentre sulla facciata del Convento scorrono le immagini delle tabacchine, le contadine del Salento protagoniste della lotta al caporalato.
Al tarantino Diodato e alla sua voce limpida e pulita, invece, il maestro Buonvino ha voluto affidare lo struggente canto d’amore Beddha ci dormi. Al terzo ospite della serata, infine, il compito di accompagnarci in un viaggio sonoro nel Mediterraneo: il talentuoso Mahmood canta in arabo in una Notte della Taranta per definizione e propria natura senza confini e senza muri.
Francesca Perrone
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