Tranquillità artificiale
Lo stress quotidiano influenza profondamente molti dei nostri comportamenti, non ultimo l’approccio al cibo. L’ambiente caotico in cui spesso ci sentiamo costretti a vivere contamina subdolamente il nostro modo di pensare e avvertire il bisogno di nutrirci; questo diventa così giorno dopo giorno sempre più disordinato. Il caos esterno s’insinua nel nostro corpo, nella nostra mente e nelle nostre bocche sempre più indaffarate a riempirsi o ad evitare in modo eccessivo i più disparati tipi di cibo. A volte “mangiare” diventa l‘isola felice dove poter approdare per un rifugio dal mondo in tempesta o il luogo da evitare per paura di fermarsi e non poter più riprendere il largo nel mare frenetico del fare continuo. Non rimaniamo certamente sorpresi nel sentirci affamati quando una scadenza è alle porte o una crisi familiare arriva a funestare il nostro quotidiano; lo stress attiva le nostre ghiandole surrenali che secernono cortisolo che incrementa il nostro appetito per non parlare poi degli ormoni della fame come la grelina che regolano profondamente la voglia di cibo e che sotto pressione aumentano molto velocemente. Fritture, carboidrati, biscotti, stimolano la produzione di dopamina e sappiamo così sempre come tranquillizzarci rinunciando giornalmente a un pezzo della nostra salute fisica e mentale, allontanandoci sempre più dalla gestione del caos e dello stress.
Portare l’ordine
La chiave risolutiva è portare ordine nella nostra vita, che non significa evitare le crisi, fuggire dalle scadenze e dalle responsabilità ma riconoscerle e fronteggiarle così come sono minimizzando l’investimento emotivo negativo; è un lungo lavoro di ristrutturazione del proprio essere. E se non si ha così tanto tempo ? E se il colesterolo , le maniglie dell’amore e l’affanno nel percorrere appena pochi metri ci soverchiano e non riusciamo a smettere di “sentirci bene” nutrendoci di cibo spazzatura ?
Concentriamoci allora sul vero problema, il cibo è in realtà solo una stampella su ci appoggiamo, è solo il sintomo, una traccia verso i bisogni non soddisfatti; quando impetuosa la mano s’insinua nel pacco di patatine chiediamoci “Come mi sento ?” , “Di cosa ho realmente bisogno ?” , “Cosa mi manca?” .
Prendiamoci un minuto, focalizziamoci sul futuro e proiettiamo in questo ciò che veramente desideriamo; usciremo così dal momento istintivo del nutrirci e del piacere immediato.
Addestriamoci a diventare più consapevoli e apprendiamo le piccole tecniche di gestione dello stress: mindfulness, yoga, ecc. lì fuori sono state sviluppate centinaia di modalità efficaci, scegliamo tra queste quella che ci attira senza saltare in continuazione tra una e l’altra; saremo così in grado di riconoscere la fame, prestare attenzione al gusto e più di ogni altra cosa riconoscere le nostre sensazioni, emozioni ed impulsi.
Trattiamoci bene
Trattiamoci bene, diventiamo più gentili con noi stessi, non stressiamoci ulteriormente; dopo un episodio di abbuffata compulsiva o di pacco di patatine consumato velocemente; ricordiamoci che succede a tutti e che accorgersene è il primo passo e siamo stati bravi a riconoscerlo; mettiamo ordine, vogliamoci bene. Questo riduce lo stress e ci permette di uscire dal ciclo vizioso in cui ci chiudiamo.
Se nonostante tutto …. iniziamo a mangiare perché stressati, indulgiamo pure, facciamolo però consapevolmente, rallentiamo; che tutto il resto si fermi, sediamoci e gustiamoci pure il nostro biscotto. Avremo più in là una nuova buona occasione
Raccomandazione finale: se la vostra alimentazione rappresenta un problema, e siete affetti da serie patologie, rivolgetevi a professionisti del settore, il vostro medico di base, un buon nutrizionista e uno psicologo di provata esperienza
dr. Francesco Egidio Cipriano
Psicologo Candidato Elezione Ordine Psicologi Puglia 2019
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