“Stop in Italia al climate monster”. E poi: “Riconvertire gli operai ILVA in esubero in attività che assorbano la CO2 e producano con gli alberi polimeri naturali in alternativa alla plastica”.
Il nuovo rapporto ONU sul clima è allarmante ed è il più dettagliato mai presentato fino a ora. L’ultimo decennio, secondo gli esperti dell’ONU, è stato il periodo più caldo probabilmente degli ultimi 125 mila anni e i livelli di anidride carbonica, a causa delle attività umane, sono i più alti degli ultimi due milioni di anni. Se non si interviene subito si va verso un futuro in cui milioni di persone saranno costrette a migrare dalle zone costiere sommerse dalle acque e dalle aree inaridite del pianeta. L’ONU parla apertamente di “codice rosso per l’umanità”.
Che fare in Italia? Fermare il mostro climatico, fermare gli altoforni che divorano carbone e compensare la CO2 con lavori socialmente utili.
Le dimensioni della riforestazione necessaria a ottenere la compensazione della CO2 dell’area a caldo dell’ILVA di Taranto sono mastodontiche e forse oggi irrealizzabili, ma cominciare a far piantare alberi agli operai degli altoforni sarebbe un grande segnale di svolta, simbolico ma profetico, per porre fine a Taranto all’età del carbone. E sarà importante far piantare gli alberi giusti. Esistono infatti avanzate sperimentazioni su alberi che sono in grado di disinquinare il suolo e che possono bonificare i terreni contaminati dai metalli pesanti e dagli inquinanti persistenti. All’assorbimento della CO2 può essere associato quest’ulteriore e virtuoso assorbimento delle sostanze contaminanti. Non solo. Un progetto di questo tipo porterebbe a Taranto una nuova filiera economica, basata sui polimeri naturali, sui biocarburanti e sull’economia circolare. I nuovi polimeri naturali, capaci di sostituire la filiera della plastica – altra grande emergenza ambientale – si ottengono ad esempio dai pioppi che sommano le interessanti prospettive di disinquinamento dei terreni alla produzione di fibre naturali alternative alla plastica.
Gli alberi sono il futuro.
Il carbone è il passato.