La carenza di pediatri è un problema nazionale. E la Asl di Taranto non può più permettersi di tenere aperto il punto nascita del “San Pio”. Le future mamme verranno dirottate al “SS. Annunziata” di Taranto
Quando i vertici della Asl tarantina hanno annunciato la volontà di chiudere il punto nascita del versante occidentale della provincia, ovvero quello dell’ospedale “San Pio” di Castellaneta, di certo il mondo politico non ha risparmiato le polemiche. Polemiche che inevitabilmente poi si sono riversate a cascata sulla popolazione, ma soprattutto sulle future mamme, convinte che i loro figli sarebbero nati a Castellaneta.
Ma miracoli non se ne possono fare e la Asl jonica non ha personale per poter mandare avanti i parti nel nosocomio occidentale, garantendo gli standard minimi di sicurezza. Ma, attenzione, il personale non c’è perché non c’è davvero e non perché la Asl non voglia assumere. Fra l’altro il problema sulla carenza di pediatri è un’emergenza nazionale, sotto gli occhi di tutti.
Ad ogni buon conto, probabilmente, la polemica più pressante ed estenuante sollevata dalla politica locale è quella che rappresenta la preoccupazione di veder nascere questi bambini in Basilicata anziché in Puglia (considerando che la distanza chilometrica fra Castellaneta e Matera, solo per fare un esempio, è di poco più di 33 km), con ricadute sulla mobilità passiva.
Ma la Asl jonica non teme queste ripercussioni, anzi è certa che il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto sarà in grado di prendere a carico anche le partorienti provenienti dalla parte occidentale della provincia.
“Stante il basso numero di parti all’anno – afferma la direzione sanitaria della Asl Taranto – della Neonatologia di Castellaneta e date le caratteristiche del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale ‘SS. Annunziata’ di Taranto, quest’ultimo è perfettamente in grado di accogliere e assistere tutte le neo-mamme provenienti dal versante occidentale della provincia. Nei momenti di difficoltà, infatti, emerge la possibilità del sistema di supportarsi”.
Infatti il reparto di Ostetricia e Ginecologia del “SS. Annunziata” è attualmente classificato “Unità Operativa Ostetricia di II livello”, ovvero come centro in grado di garantire più di mille parti l’anno, comprese le gravidanze a rischio sia per madre che per il feto, grazie alla presenza all’interno nel nosocomio della Terapia Intensiva Neonatale (la quale è dotata di una “Isola di Rianimazione Neonatale adiacente alla sala parto), e di numerose discipline specialistiche come la Rianimazione. Non a caso, infatti, il nosocomio del capoluogo jonico fronteggia mediamente 2mila parti l’anno (2075 nel 2017, 1983 nel 2018 e 1277 dall’inizio del 2019 ad oggi), ed è il secondo punto nascita della regione Puglia. Inoltre, nel reparto è stata promossa, come da indicazioni ministeriali, l’attività di Medicina Materno Fetale (M.M.F.), ovvero quella dedicata alle gravide che presentano condizioni patologiche complesse e/o rare e che vengono seguite da equipe multidisciplinari in grado di garantire assistenza intensiva e post-intensiva. Mentre quello del “San Pio” di Castellaneta è identificato come “Unità Operative Ostetricia di I livello”, quindi si attesta intorno ai 500/1000 parti all’anno, con tipologie di gravidanze e parti in età gestazionale pari o superiore a 34 settimane, in situazioni che non richiedono (almeno verosimilmente), interventi di livello tecnologico e assistenziale elevato.
Quindi ribadisce la direzione sanitaria della Asl TA, “L’emergenza verificatasi nei giorni scorsi, con la temporanea sospensione dei ricoveri per parto presso l’ospedale ‘San Pio’ di Castellaneta, ha subito attivato le procedure per l’accoglienza delle gestanti del territorio del presidio ospedaliero occidentale della provincia. Queste, seguite negli ambulatori ospedalieri e territoriali della gravidanza, vengono temporaneamente accompagnate o indirizzate presso il ‘SS. Annunziata’ per l’espletamento del parto”.
Cosimo Lucaselli