Non condivisa la scelta di posizionarsi nell’ambito del “campo largo”
Non sappiamo al momento se si tratti di una vera e propria implosione del partito costituito appena 5 ani fa da Matteo Renzi. Potremo verificarlo tra qualche giorno comprendendo se l’uscita di un dirigente storico da sempre vicino al leader di Italia Viva, Luigi Marattin e diversi altri dirigenti e amministratori, sarà limitata ad un piccolo gruppo o se si verificherà un effetto domino.
Marattin, che ha costituito l’associazione Orizzonti LIberali (non un partito ha detto) ha tenuto una conferenza stampa per spiegare la sua scelta. Scelta , naturalmente sofferta, riferita a sua volta alla scelta di Renzi di portare Italia Viva nel cosiddetto campo largo che la segretaria del PD sta provando a costruire, non senza difficoltà, per creare, almeno sul piano della somma di voti, l’alternativa al centro destra. Peraltro come è noto il leader dei 5 Stelle non sembra voler ratificare l’ingresso di Renzi.
Marattin ha parlato di dissenso sul piano del metodo e sul merito. La scelta del campo largo, a suo dire, è in piena contraddizione con le ragioni stesse che hanno portato alla costituzione di Italia Viva. Una sorta di resa al bipolarismo.
Tra le righe è apparsa chiara la volontà di dare vita ad un nuovo soggetto politico liberal-democratico ispirato alla visione di Mario Draghi.
Da parte di Italia Viva, come da copione, si tende a ridimensionare quanto accaduto: “I numeri delle persone che hanno seguito Luigi Marattin, sia per quanto riguarda i dirigenti che gli iscritti, sono: 1 parlamentare su 16, 0 consiglieri regionali su 19, 11 membri dell’ assemblea nazionale su 350, un centinaio di iscritti su 24.000”.