La testimonizianza del dirigente scolastico della “Galilei” di Taranto, Antonella Iossa
Un’altra settimana di scuola sta per terminare, ma le difficoltà continuano ad essere molte, soprattutto a causa di alcune incertezze legate alle disposizioni anti-Covid del presidente della Regione, Michele Emiliano, in merito alle modalità su come gestire la didattica.
“Oltreilfatto” ha raccolto la testimonianza del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Galileo Galilei” di Taranto, Antonietta Iossa, che commenta queste prime settimane dopo il rientro dalle festività natalizie.
“Abbiamo trascorso le vacanze di Natale con la speranza che la ripresa delle lezioni a gennaio, andasse per il meglio, ma com’è ben noto, le cose non sono andate esattamente nella direzione che tutti abbiamo atteso.
Purtroppo la pandemia non arresta il suo cammino e continua a porre limiti all’organizzazione scolastica e familiare. Le ordinanza del presidente Emiliano, pur avendo l’obiettivo di salvaguardare il diritto alla salute, a mio avviso rispettabile e condivisibile, ha lasciato le scuole nel caos.
Aver, ancora una volta, demandato la scelta alle famiglie di avvalersi o meno della didattica in presenza, ha recato disordine nell’organizzazione della didattica stessa. Quelli che più di tutti pagano alto il prezzo sono i docenti che devono occuparsi sia dei pochi alunni in presenza, che di quelli a distanza. Non è semplice contemplare contemporaneamente le due modalità.
A tutto ciò si aggiungono anche i problemi tecnici di connessione che non consentono di mantenere un contatto costante con gli alunni e ciò lede la relazione educativa che dovrebbe essere il pilastro fondante dell’educazione. Gran parte delle famiglie, di fronte all’opportunità ad essi data dal governatore di Puglia, scelgono di tenere i figli a casa, ma non sempre questo aiuta, poiché essendo il nostro contesto scolastico connotato da disagi di vario tipo, non si fa altro che incidere maggiormente sulla questione della dispersione scolastica, già fortemente presente. Per molti alunni rimanere a casa significa (erroneamente) non fare lezione e tutto ciò non fa altro che aumentare le forme di disuguaglianza.
Cosa si auspica? La nostra speranza, e forse la speranza di tutti, è di uscire da questa condizione di incertezza e ritrovare i bambini e i ragazzi nelle aule, come prima della pandemia. Sarebbe bello poter ritornare ad udire la “confusione” e il vocio degli alunni all’interno della scuola. Spero che tutto ciò avvenga il prima possibile e auspico l’adozione di programmi soprattutto di screening con tampone antigenico a tutto il personale della scuola per garantire l’incolumità di tutti gli alunni e di tutti i lavoratori”.
Sara Trovato