Tutti d’accordo sulla necessità di riconvertire gli impianti:Lacarra(PD), Di Gregorio(PD), Stellato(Puglia Popolare)
Registriamo diverse reazioni alla sentenza del Tar di Lecce che ha respinto il ricorso di Mittal che si opponeva all’ordinanza del sindaco Melucci.
ArcelorMittal, Lacarra (PD): Chiudere fonti inquinanti ma parola d’ordine resta decarbonizzazione Taranto, 14 Feb. “La sentenza del TAR di Lecce legittima definitivamente le ragioni che il Comune di Taranto e la Regione Puglia cercano da tempo di far valere: il diritto alla salute dei cittadini è un bene che non può essere piegato a nessun interesse industriale.
Chiudere le fonti inquinanti e farlo presto è una priorità assoluta ma con la consapevolezza che l’unica prospettiva possibile per lo stabilimento è la completa decarbonizzazione degli impianti.” Lo dichiara Marco Lacarra, deputato e Segretario regionale del Partito Democratico. “Il nuovo esecutivo ha individuato nella transizione ecologica uno degli obiettivi preminenti dell’agenda di governo dei prossimi anni. Sono certo – conclude Lacarra – che la rivoluzione green del nostro Paese passerà anche da Taranto, rendendo l’ex-Ilva un modello di produzione dell’acciaio ‘verde’.”
Il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd), interviene sulla sentenza del Tar sulla vicenda ex Ilva Taranto. ———
Sentenza Tar di Lecce su ex Ilva Taranto – Dichiarazione stampa del consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd): “Nel 2019 chiedevo la chiusura del siderurgico e l’adozione di un passo diverso sulla questione ambientale a Taranto. Due anni più tardi, una sentenza del Tar di Lecce ribadisce questa urgenza e apre una nuova pagina per la definitiva riconversione ambientale ed economica del capoluogo ionico.
La decisione del Tribunale amministrativo, infatti, conferma lo stato di pericolosità degli impianti dell’area a caldo per i cittadini di Taranto e per gli stessi lavoratori. E impone provvedimenti consequenziali nell’ottica del superamento delle criticità.
Le preoccupazioni e le istanze della comunità ionica devono trovare ora accoglimento nell’esecutivo nazionale guidato dal Presidente Draghi che ha istituito il nuovo Ministero della Transizione Ecologica. Preoccupazioni che arrivano da lontano e che trovano supporto in un importante atto giudiziario.
Secondo i giudici della prima sezione del Tribunale Amministrativo, infatti, “lo stato di grave pericolo in un contesto abitativo come quello della città di Taranto, aggravato proprio dal sempre più frequente ripetersi di emissioni nocive ricollegabili direttamente all’attività del siderurgico, deve ritenersi permanente ed immanente”.
Il Tar riconosce, inoltre, la piena legittimità del provvedimento adottato dal sindaco di Taranto sancendo che l’ordinanza “costituisce applicazione del principio di precauzione, che risulta nella specie correttamente applicato e rispettoso del principio di proporzionalità”. Non ci sono più alibi adesso. Per nessuno”.
Ex ILVA: Il pronunciamento del TAR è il primo segnale vero di transizione ecologica.
Ad affermarlo, in una nota, sono i consiglieri comunali Gina Lupo, Carmen Casula e Massimiliano Stellato, quest’ultimo anche membro del consiglio regionale pugliese.
La scelta compiuta dal Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi di assegnare, in questi giorni, un ministero alla “transizione ecologica” sembra, ironia della sorte, fare il paio con il pronunciamento del TAR che ha avvalorato l’ordinanza sindacale di chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico.
Non vogliamo addentrarci – continuano Stellato, Casula e Lupo – nei dettami normativi nè sui limiti imposti dagli innumerevoli provvedimenti legislativi tantomeno sui limiti superati da questa o da quella sostanza nociva.
Di questo, se ne sono abbondantemente occupati l’ARPA, la ASL ed i tribunali.
Vogliamo, però, rimarcare con forza la nostra posizione politica.
Ribadiamo, convinti, che l’accordo tra il Governo italiano, Invitalia ed ArcelorMittal per lo stabilimento di Taranto non ci convince per niente.
Lo avevo detto anche a margine di un consiglio regionale – afferma Massimiliano Stellato – quando ci esprimemmo contro la “ripartenza” dagli altoforni.
È evidente, quindi, che occorre scongiurare ogni pericoloso ritorno al passato e guardare, invece, con speditezza ad una vision decisamente più green per trovare un punto di equilibrio tra il primario diritto alla salute e quello al lavoro.
Nel rispetto degli aspetti occupazionali diretti ed indotti che devono essere, tutti, tutelati e salvaguardati, auspichiamo – concludono Massimiliano Stellato, Gina Lupo e Carmen Casula – che il Presidente Draghi possa convocare immediatamente un tavolo interistituzionale sullo specifico accordo di programma richiesto dal Presidente Emiliano e dal Sindaco di Taranto.
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