Esercitata attività di confezionamento di conglomerati cementizi senza le prescritte autorizzazioni ambientali
MARTINA FRANCA (TA) – Nella mattinata odierna, su disposizione della Procura della Repubblica di Taranto, i militari della Guardia Costiera del capoluogo jonico hanno eseguito il sequestro di una cava in agro di Martina Franca, attiva nell’ambito della produzione di calcestruzzi, occupante un’area complessiva di 46.700 metri quadrati per un’estensione perimetrale di circa un chilometro. I sigilli sono scattati al termine di una complessa attività di indagine finalizzata ad accertare, da un lato, l’eventuale possesso dei titoli necessari ad esercitare l’attività estrattiva, e contestualmente, l’effettivo ottenimento delle autorizzazioni ambientali in materia, rispettivamente:
– di scarichi idrici di natura industriale relativi a reflui industriali derivanti dal ciclo di produzione del calcestruzzo;
– di quelli concernenti le acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia proveniente dai piazzali, appartenendo la “produzione di calcestruzzo” ai settori produttivi e/o attività specifiche per le quali c’è il rischio di dilavamento di sostanze pericolose;
– in materia di emissione in atmosfera per stabilimenti e di impatto acustico.Le verifiche condotte presso i competenti uffici comunali, provinciali e regionali hanno fatto emergere la presunta inesistenza di alcuna valida autorizzazione all’esercizio della cava, oltre che la mancata acquisizione della specifica Autorizzazione Unica Ambientale, con grave pregiudizio per la salubrità dell’aria e per l’ambiente circostante all’attività, nonché dell’assetto territoriale circostante.
Il fermo giudiziario allo stabilimento è stato inoltre disposto, tra l’altro, a pochi mesi dal provvedimento di sospensione immediata delle attività estrattive emesso dal Comune di Martina Franca, risultato dunque disatteso, tenuto conto dell’incessante movimentazione di mezzi pesanti che si è osservata presso tale area produttiva.Il rappresentante legale della società che operava in suddetta cava risulta, ad oggi, l’unico iscritto nel registro degli indagati.
Sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, ulteriori indagini sui luoghi saranno condotte da parte degli uomini della Guardia Costiera di Taranto e dall’ARPA al fine di accertare l’eventuale inosservanza di ulteriori violazioni di norme in campo ambientale.Giova in ultimo precisare che per gli indagati vige, comunque, il principio di presunzione di innocenza fino a pronuncia di sentenza definitiva di condanna.