E’ una calda mattina di giugno. Una mattinata come tante altre per la piccola Serena, che aveva da poco finito la scuola, e la sua mamma Katiuscia.
Ma a un certo punto Serena cade, ferendosi alla testa. Il suo papà, Davide, non è lì, accanto a loro per poterle aiutare, perché è fuori per lavoro. E Katiuscia doveva trovare una soluzione da sola, ma la paura e il panico hanno preso il sopravvento. In questo frangente di tempo un equipaggio della squadra Volante di passaggio ha immediatamente realizzato che qualcosa non stava andando per il verso giusto. E, dopo aver capito l’accaduto, i due poliziotti, hanno immediatamente preso in mano la situazione, rincuorando la mamma e soccorrendo Serena. Ma per evitare l’eventuale ritardo che avrebbe potuto avere l’ambulanza (considerata l’ora critica, erano circa le 13, e visto che la zona dell’accaduto, via Mediterraneo a Taranto, è ad altissima intensità di traffico), i due poliziotti decidono di scortare la piccola Serena in ospedale. Così uno dei due agenti ha preso il posto di guida dell’auto di Katiuscia, mentre l’altro agente faceva da apripista con la Volante. E nell’arco di pochi minuti il loro arrivo al Pronto Soccorso del “SS. Annunziata” di Taranto per poter affidare la piccola alle cure dei sanitari.
Serena qualche tempo dopo è voluta andare in questura per poter abbracciare i poliziotti che l’hanno aiutata. E per l’occasione il questore, Giuseppe Bellassai, ha evidenziato che “La Polizia di Stato è sempre presente per Serena e per tutti i bambini e le persone che hanno bisogno di aiuto e di sostegno. I poliziotti e le poliziotte seguono questa mission nell’adempimento del loro dovere, incontrando spesso, come migliore ricompensa un sorriso come quello di Serena”.
La piccola Serena abbraccia i suoi “poliziotti speciali”
Che dire… quando eravamo piccoli, tutti i nostri genitori, per spiegarci cosa fanno i poliziotti, ci hanno sempre raccontato, a volte minimizzando, che si tratta di quel lavoro in cui si arrestano i “cattivi”. E, probabilmente, è ancora così nell’immaginario comune di molti.
Ma la storia di Serena, per quanto possa sembrare banale, ci racconta tanto altro e ci aiuta guardare oltre. Perché ci aiuta a capire la vera filosofia della Polizia. Una filosofia che gli uomini e le donne con la divisa blu racchiudono in quel loro piccolo, grande “Esserci sempre”.
Un “Esserci sempre” che significa saper capire le istanze, le difficoltà e le paure della comunità. Un “Esserci sempre” che abbatte le distanze fra la gente e l’istituzione.
Il questore di Taranto, Giuseppe Bellassai, saluta la famiglia di Serena
Tutto questo, certamente, la mamma di Serena lo ha capito. Ed è per questo che ha voluto condividere, tramite il nostro giornale, i suoi speciali ringraziamenti al corpo della Polizia di Stato, ma soprattutto ai due poliziotti che l’hanno aiutata, ovvero l’assistente capo Antonio Convertino e l’assistente capo coordinatore Cosimo Caramia (che come riconoscimento hanno poi ricevuto il premio Renoir)…
“Mille parole non bastano per ringraziare la Polizia di Stato per ciò che ha fatto per noi. Semplicemente grazie per la tempestività nell’averci soccorso, per il sostegno in un momento di forte spavento e per aver saputo condividere le nostre paure. E grazie anche per averci fatto sentire in famiglia quando ci siamo ritrovati, dopo l’accaduto, in Questura. Non dimenticheremo mai. E, come vi definiscono i nostri bimbi, sarete sempre dei ‘poliziotti fantastici’. Grazie di cuore”.
E noi ringraziamo di cuore la mamma di Serena per aver scelto “Oltreilfatto” come veicolo per ringraziare la Polizia di Stato.
Cosimo Lucaselli
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