Nessun disordine, ma la protesta diventa negazionista.
Anche a Taranto si manifesta contro le decisioni assunte dal Governo ( e in queste ore rinforzate dalla regione attraverso la chiusura delle scuole). Molti titolari di esercizi commerciali, soprattutto ristoratori, bar, palestre, provenienti anche dalla provincia, presenti ieri sera in Piazza Maria Immacolata a Taranto; manifestazione pacifica ma che a momenti ha raggiunto toni elevati contro il governo centrale, regionale e cittadino. Iniziativa che non ha visto la presenza ufficiale delle varie sigle associative né di rappresentanze politiche ed istituzionali.
Diversi ristoratori, commercianti, medici si sono succeduti sul palco in via Mignogna, alcuni per raccontare la loro storia altri per manifestare la rabbia ed il dolore per questa nuova chiusura. E c’è stato anche chi ha invitato a togliere la mascherina e ad abbracciarsi. Insomma negazionismo e complottismo allo stato puro. Due questioni sicuramente diverse che si sono unite dando all’iniziativa una valenza diversa rispetto a quella che probabilmente gli stessi organizzatori volevano dare. Un conto è protestare legittimamente per provvedimenti che minano ulteriormente l’economia e la occupazione, altro è negare il Covid.
I titolari di palestre hanno affermato in modo chiaro che le loro attività si svolgono secondo le norme anticovid, e che i locali sono stati adeguati dal 24 maggio, invitando Conte e le varie autorità a venire a controllare.
Dello stesso tenore i ristoratori che hanno gridato la loro rabbia, per loro la chiusura alle 18, praticamente corrisponde alla chiusura totale dei loro esercizi.
Tutti senza distinzione applauditi a scena aperta dai tanti presenti; vari slogan dai tantissimi presenti (più di un migliaio sicuramente) tutti contro il premier Conte, il governo, il presidente della regione Emiliano e del sindaco Melucci.
Durante la manifestazione, qualcuno dal palco ha lamentato l’assenza di politici a loro fianco.
Sparpagliati nella piazza diversi gruppi di forze dell’ordine in assetto antisommossa, ma per fortuna, malgrado gli animi surriscaldati, non è stato necessario il loro intervento.
Quello che alla fine è risultato è che i tarantini sono stanchi; già per tanti versi l’economia stagna in tutta la provincia, questa ulteriore decisione avrà effetti devastanti sulla stessa, con la chiusura definitiva di decine e decine di attività.
Gianfranco Maffucci
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