Riuscito il sit davanti alla prefettura
Bonifiche e Riconversione, Unica Soluzione
“Se lo Stato ritiene che sia utile salvare la produzione gettando ulteriori miliardi di soldi pubblici in un’azienda che cade a pezzi e senza futuro, allora è necessario che le organizzazioni tarantine e la cittadinanza scendano in strada per raccontare le alternative sostenibili e gli interventi di riconversione che si potrebbero attivare con tali investimenti pubblici.Se la Morselli può intervenire in tv, senza contraddittorio, raccontando all’Italia che ILVA è uno stabilimento industriale gioiello, allora è necessario che le organizzazioni tarantine e la cittadinanza scendano in strada a raccontare le verità sullo stato degli impianti, sulle condizioni di lavoro e sui danni ambientali e sanitari che ILVA produce. Se ancora qualcuno crede che Mittal possa rilanciare la fabbrica e l’occupazione, allora è necessario che le organizzazioni tarantine e la cittadinanza scendano in strada per ricordare chi è Mittal e come opera nel Mondo.“
Con queste premesse si è tenuto ieri, 29 giugno 2020, un sit organizzato da associazioni e movimenti ambientalisti, con la partecipazione di molti cittadini, davanti alla Prefettura di Taranto.
Estremamente chiare le tesi esposte (vedi video). Tesi che da anni una gran parte della città condivide ma che l’intero sistema dei poteri, politici, sindacati, e naturalmente industriali, avversa. Dal 2012 i governi che si sono succeduti hanno emanato decreti su decreti per salvare l’Ilva, l’acciaio, gli asset industriali, il pil nazionale. Stendiamo poi un pietoso velo su quanti hanno fatto della chiusura Ilva il cavallo di battaglia della ultima campagna elettorale, salvo poi fare inversione ad U. Taranto e i tarantini continuano ad essere sacrificati sull’altare di presunti “interessi superiori”. Capita così che, dopo la chiusura di Bagnoli, l’area a caldo di Genova anche quella di Trieste si chiude, mentre a Taranto si pensa di far rientrare lo Stato nella gestione dello stabilimento, in partecipazione con Arcelor Mittal e in solitaria. Insomma acciaio a Taranto a tutti i costi, anche se si tratta di costi in termini di vite umane! E lo si fa nascondendosi dietro il falso problema dell’occupazione. Falso perchè l’attuale organico stabilmente impiegato è di fatto dimezzato e potrebbe essere reimpiegato non solo per le necessarie bonifiche ma anche in altri settori che, viste anche le ultime dichiarazioni sui futuri ingenti investimenti che dovrebbero giungere sul territorio, si svilupperanno.
foto e video Gianfranco Maffucci
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