E’ un giorno di scuola come tanti altri per Francesco (nome di fantasia). E’ mezzogiorno ed è l’ora di educazione fisica nella sua scuola, il “Pacinotti” di Taranto. Ma Francesco, 17 anni, all’improvviso avverte prima un dolore al petto, per poi accasciarsi per terra privo di sensi.
Il suo professore di scienze motorie, Mauro Alessano, si precipita da lui, lo chiama ripetutamente, ma Francesco non risponde. E così non ci è voluto molto all’insegnante per capire che il suo giovane studente era in arresto cardiaco. Alessano chiama il 118, ma non si perde d’animo e immediatamente, in attesa dell’arrivo dell’autoambulanza, inizia il massaggio cardiaco. La centrale operativa è comunque lì, al telefono, e segue ogni cosa.
Nel frattempo, Il professore continua, continua e continua. Il giovane studente si riprende per pochi istanti, ma va di nuovo in arresto. Ma il professore non si arrende e riprende il massaggio cardiaco, così il giovane per pochi istanti tenta nuovamente di aprire gli occhi, ma va nuovamente in arresto per la terza volta. E Alessano riprende nuovamente a esercitare le compressioni toraciche per un tempo totale di 9 minuti, ovvero sino all’arrivo dei centodiciottisti, che completano le operazioni, defibrillando il ragazzo.
Il cuore finalmente riparte e il 17enne così viene trasportato alla clinica “Villa Verde” e viene stabilizzato definitivamente. Dopo poco, il ragazzo riprende i sensi. Adesso sta bene e senza nessun esito neurologico.
Il 118 è senz’altro arrivato in tempi brevi. Ma i 9 minuti di massaggio cardiaco praticati da Alessano sono stati senza dubbio determinanti affinché Francesco potesse risvegliarsi senza alcun esito neurologico invalidante. Ed è per questo che è fondamentale saper soccorrere il paziente in arresto cardiaco, immediatamente, all’insorgere dell’arresto.
Questo è sostanzialmente quello che sostiene da sempre il presidente della Sis 118 e primario del Sistema 118 di Taranto, Mario Balzanelli. Motivo per il quale nel 2005 raccolse 93mila firme per promuovere una legge ad iniziativa popolare, secondo la quale le manovre salvavita devono essere materia di insegnamento nelle scuole.
Dopo la raccolta di quelle firme, nel luglio 2015 l’insegnamento delle manovre salvavita nella scuola diventa legge (ddl “Buona Scuola” di Matteo Renzi, articolo 1, comma 10).
Successivamente, dopo la pubblicazione dei decreti attuativi, nel 2018 a Taranto parte la fase sperimentale del progetto, che ha coinvolto circa 5mila studenti. Fase sperimentale, al quale il Miur ha dato un giudizio “straordinariamente positivo”.
Adesso si è in attesa degli atti ministeriali che sanciscano l’attivazione definitiva del percorso formativo.
“Quello che è accaduto oggi a Taranto – afferma Balzanelli – è di straordinaria importanza, perché ci dà ragione: imparare a scuola il Primo Soccorso significa ridurre le morti evitabili.
Il professor Alessano, che ogni anno promuove questi corsi nel suo istituto e a cui partecipa è la dimostrazione che per realizzare una scuola realmente cardioprotetta, le competenze rianimatorie di base, che includono il massaggio cardiaco e la defibrillazione precoce semiautomatica, devono essere quanto prima trasferite nella scuola italiana”.
Ma qual è l’importanza di questa legge?
L’obiettivo di tutto questo è fornire a tutti i cittadini le competenze per poter salvare almeno 20mila dei 60mila morti che ogni anno in Italia perdono la vita perché colpiti da arresto cardiaco improvviso. E oggi Francesco ne è stato la prova…
Ma non solo… perché l’obiettivo è anche salvare la vita alle più di 50 persone (il 40% di queste ha meno di 4 anni), che in Italia ogni anno perdono la vita a causa di un’ostruzione improvvisa delle vie aree.
Infatti, il testo della legge ad iniziativa popolare fissa quattro competenze fondamentali ovvero il massaggio cardiaco, la defibrillazione precoce semiautomatica, la disostruzione delle vie aree (sia in pazienti neonati, lattanti, bambini e adulti), e le tecniche di emostasi di emergenza.
Cosimo Lucaselli