Primo sabato con le ordinanze locali: strade del centro deserte.
Aspettiamoci un 2021 ancora difficile, che piaccia o meno abbiamo il dovere di parlarne.
Via D’ Aquino e via Di Palma, a Taranto, insolitamente deserte sabato sera, il primo fine settimana dopo l’ordinanza che introduce nuove restrizioni rispetto a quanto previsto dall’ultimo DPCM. Volontari dell’ Associazione Protezione Civile di Taranto, ad integrazione di Polizia locale e Polizia di Stato ( abbiamo notato anche due “auto civetta”). I tarantini, almeno per quanto riguarda il centro città si sono adeguati e sono rimasti in casa. Del resto con i negozi chiusi e tutte le limitazioni per Bar e ristoranti passa la voglia di uscire.
Vita da covid! una vita che ci vede privati della libertà, in molti casi del lavoro, e dei piaceri della vita, come incontrarsi con gli amici, farsi una pizza in compagnia, anche una semplice passeggiata a guardare le vetrine. E si avvicina Natale.
Certo nessuno può negare che la situazione sanitaria sia a dir poco “complessa” e che pertanto sia necessario qualche ulteriore sacrificio. Ma sono tante le domande che attendono risposta:
- La pandemia, che ricordiamolo, comunque riguarda l’intero pianeta, è tanto virulenta da mettere in ginocchio il sistema sanitario , o il sistema sanitario, parliamo ora di quello di casa nostra, è così mal ridotto da non poter reggere? Insomma prima l’uovo o la gallina? Qualche idea ce l’avremmo a riguardo.
- I dati che ci vengono forniti solo con bollettini ufficiali sono il Vangelo? Sicuro che qualcosa non “sfugga”? A noi giungono notizie da altri canali che contrastano con quelli ufficiali.
- E’ vero che finora si è curato solo i sintomi della malattia e non il virus? E’ vero che sarebbe possibile utilizzare gli anticorpi monoclonali e che invece si punti tutto sul vaccino?
- E’ vero che il vaccino al momento è ancora in attesa di autorizzazione e che ben che vada occorreranno almeno sei mesi dall’inizio della somministrazione per vaccinare più o meno un terzo della popolazione?
- E, soprattutto, è possibile avere informazioni certe, univoche, date credibili e non annunci clamorosi del tipo a gennaio abbiamo il vaccino?
E mentre queste domande restano senza risposta, assistiamo ad un avvilente teatrino della politica. Il Governo che lancia la patata bollente nelle mani dei governatori, che la rimandano nel campo dell’esecutivo. I sindaci lasciati soli a governare situazioni difficili e costretti ad adottare provvedimenti impopolari. Paese diviso in zone multicolore all’interno delle quali ogni comune adotta proprio provvedimenti con il risultato di una grande confusione e disorientamento della Popolazione.
Ma la vera domanda è: quando finirà tutto questo? In questo periodo come operatori dell’informazione siamo accusati di fare terrorismo, solo perché riferiamo dati che ci vengono forniti da fonti istituzionali. Dovremmo parlare dei guariti anziché dei morti. Non cambierebbe certo la realtà. Né siamo nelle condizioni di comprendere cosa di ciò che ci raccontano sia reale e quanto no. Quando ci è possibile sentiamo il parere di qualche operatore sanitario. Lo abbiamo fatto ad esempio di recente intervistando un medico di medicina generale di Bologna (VEDI QUI).
Piaccia o non piaccia abbiamo il dovere di informare provando a rappresentare la realtà per quello che ci appare.
Illudersi che tutto si risolva a gennaio è assolutamente impensabile. Non solo; ci aspettiamo l’ondata di influenza e, ci dicono, una possibile terza ondata di covid tra febbraio e marzo 2021.
Predisponiamoci ad un 2021 ancora difficile. Sperando che il teatrino finisca ( ma abbiamo qualche dubbio) e che si provi, per quanto oggettivamente difficile, ad assumere i provvedimenti necessari per aumentare gli organici sanitari e soprattutto organizzare la rete dell’assistenza territoriale e domiciliare.
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