Morto in esilio il segretario del PSI ha scritto pagine importanti della storia del Paese
‘‘Bettino Craxi è stata una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano. Parlamentare italiano ed europeo, Segretario del Partito Socialista Italiano per oltre un quindicennio, Presidente del Consiglio dei Ministri, ha impresso un segno negli indirizzi del Paese in una stagione caratterizzata da grandi trasformazioni sociali e da profondi mutamenti negli equilibri globali” firmato Sergio Mattarella, in occasione del venticinquesimo anniversario della morte del segretario del PSI.
Travolto da quel fenomeno, tutto ancora da comprendere, che passa per “mani pulite“, Craxi scelse la strada dell’esilio, probabilmente non per sottrarsi alle sue responsabilità, ma come rifiuto per qualcosa che avvertiva come ingiusto.
La politica dell’epoca viveva di finanziamenti più o meno leciti. Molto proveniva anche dall’estero. Stati Uniti per qualcuno, URSS peer altri. Il tritacarne che travolse tanti politici e causò anche qualche suicidio, risparmiò solo il PCI.
Craxi non negò l’esistenza di un sistema di finanziamento della politica a volte non del tutto trasparente ma segnalò la diffusione generalizzata che non risparmiava alcuno. Ma fu tra i pochi a pagare.
Senza voler fare paragoni, o entrare nell’ambito della fantapolitica internazionale, una riflessione nasce dalla circostanza del braccio di ferro che vide Craxi contrapporsi agli americani, nella vicenda di Sigonella. Nel passato già altri importanti personaggi italiani che avevano in vario modo sfidato gli USA lasciarono questo mondo in non del tutto chiaro; a cominciare da Adriano Olivetti, per passare ad Enrico Mattei, e Aldo Moro che voleva portare i comunisti al governo. Solo riflessioni nessun complottismo.
Craxi è stato ricordato anche a Taranto:
