Se pensiamo che il 7 ottobre 2023, data nella quale una violentissima strage compiuta da Hamas ha massacrato circa 1200 civili israeliani, sia solo l’inizio, l’incipit mediatico o il casus belli di un conflitto secolare, ci sbagliamo di grosso. Il 7 ottobre, così come il 24 febbraio 2022 nell’inizio del conflitto russo-ucraino, ha una valenza ben precisa: funge da segnalibro con il quale i media e dibattiti hanno segnato l’inizio del conflitto. Un prima e dopo Cristo, errato, storicamente, perché questi due conflitti nascono da vicende e attriti ben più indietro nel tempo. Il nostro compito è riportare le notizie, ma spiegare accuratamente al lettore cosa sta accadendo. Evitare di cadere nella trappola di scriverci tra colleghi, con paroloni e ragionamenti bellici che non saranno mai compresi da chi la guerra non ha potuto leggerla giorno per giorno. Ecco che quindi, questo serve a far capire a tutti cosa è accaduto un anno fa e a rifletterci sopra. Israele, unica democrazia del Medio oriente (su carta, non presentando di fatto le reali e autentiche caratteristiche di uno stato democratico), è attualmente accerchiata da forze esterne che tentano di contrastarla.
Gli Youthi, Hezbollah, Hamas sono alcuni dei nemici dello stato ebraico, che hanno desiderato e desiderano tutt’ora la sua eliminazione, cencellazione totale. il 7 ottobre 2023 Tel Aviv si è svuotata, assumendo le vere e proprie caratteristiche di uno scenario da lockdown. Su Libero il racconto di un giornalista, che nel ricordare il 7 ottobre ha descritto la paura nei volti della gente di Tel Aviv, e i poliziotti che intimavano la popolazione di rientrare nelle case. La strage di Hamas è stata brutale: ha colpito circa 1200 civili, favorendo sopratutto donne e bambini. Non era e non è una lotta singola tra lo stato di Israele e Hamas. Era ed è una lotta più grande, estesa a due modelli di globo ben definiti. I due modelli che possono riassumersi con oriente e occidente, democrazia e regimi autoritari, matrice araba musulmana e americana – occidentale.
Questo il racconto di una parte dei media, che assumendo le difese dello stato ebraico e seguendo la linea politica internazionale americana, hanno supportato Israele. La reazione del 7 ottobre non si è fatta attendere. La risposta di Israele è stata durissima, arrivando nel giro di un anno a massacrare circa 40.000 civili palestinesi, mentre però i capi di Hamas sono fuggiti all’estero. Discorso analogo ora con il Libano e la lotta ad Hezbollah, organizzazione para militare libanese classificata – come Hamas- come terroristica. Tra gli ultimi attacchi brutali, oltre ai missili, la recente esplosione di circa 300 cercapersone ai danni dei membri di Hezbollah, con non pochi danni riportati. E di fronte alle parole del papa, che intima di cessare il fuoco e di stoppare ogni belligeranza, non possiamo non riportare con orrore un episodio sottolineato stamattina da La Stampa: una bambina costretta a subire un’amputazione a casa, sul tavolo da cucina e con strumenti casalinghi, per non morire dissanguata. A compiere l’operazione lo zio, medico palestinese, che pur di non vederla morire dissanguata ha preferito eseguire il doloroso gesto.