E’ l’ “11 settembre” dei tarantini; le reazioni delle associazione e della politica.
“Le sentenze non si commentano ma si rispettano“; questa frase contiene un’assoluta banalità : che le sentenze vadano rispettate non è una scelta ma un preciso dovere imposto dall’ordinamento, ed una sorta di dogma fondato non si sa su cosa, se son sul tentativo di trasformare l’autonomia della magistratura in una presunzione di infallibilità.
In realtà le sentenze si commentano e come! Soprattutto sul piano della giustizia penale le sentenze sono emanate “in nome del Popolo italiano” e dovrebbero in qualche modo rispondere alla diffusa richiesta di giustizia.
Certo non è possibile immaginare che i processi siano guidati dal sentire comune; avremmo tribunali di tipo assembleare, come quelli che tempo fa ipotizzava Beppe Grillo, e che di fatto oggi si sviluppano sui social. Il sistema che prevede tre gradi di giudizio alla fine offre sufficienti garanzie. Ci sono però situazioni che sfuggono alla comprensione, soprattutto quando, pur nel pieno rispetto di norme e procedure il rischio è quello di denegare giustizia.
Ed è il caso di ciò che è accaduto oggi a Taranto: un 13 settembre che però rappresenta simbolicamente l’ 11 settembre dei tarantini: il processo AMBIENTE SVENDUTO, durato 5 anni, che si era concluso con la sentenza di primo grado emessa il 31 maggio 2021 con 26 condanne tra imprenditori e politici coinvolti, ma soprattutto fissando un punto fermo, l’Ilva causa di inquinamento e morte, è da rifare.
Condanne annullate perchè il processo si sposta a Potenza! Perché? Lo sapremo leggendo le motivazioni ma al momento sembra che alla base della decisione ci sia la convinzione che i giudici che hanno pronunciato la sentenza di primo grado, residenti a Taranto, rivestono lo status di parte lesa, quindi, questa sarebbe in ipotesi la ratio, condizionati! Quantomeno non sereni. Auspichiamo che le motivazioni dicano altro, ma in ogni caso non cambia la sostanza, il rischio più evidente è che scatti in molti casi la prescrizione.
Naturalmente non si sono fatte attendere le reazioni di politica e associazioni, che riportiamo:
Falcone (Con Taranto): Processo Ambiente Svenduto da rifare? Non riavremo i nostri cari ma non possiamo attendere all’infinito giustizia
Nessuno ci restituirà i nostri cari, figli, genitori o semplici coetanei e questo era chiaro a tutti i tarantini quando il processo Ambiente Svenduto ha avuto inizio ma Taranto non può attendere così a lungo che si chiariscano gli aspetti legati all’inquinamento della città in una sede di giustizia. Trasferire a Potenza il giudizio e ricominciare ex novo ci amareggia profondamente, come cittadini e come genitori. Sono già decorsi oltre 10 anni dall’inizio degli eventi giudiziari e non sappiamo quanto ancora si dovrà attendere, nuovamente, per avere riconosciuto il diritto dei tarantini a vivere in un luogo non pericoloso per la propria salute. Tanto più che la vicenda legata alla cessione degli impianti continua a dilatarsi nel tempo senza certezze in materia di pianificazione ambientale.
Assuefarsi ad una soluzione ancora rimandata nel tempo non sarebbe rispettoso per tutti noi, che abitiamo Taranto.
Manna (VeraLeacks): è’ clamoroso quello che è successo oggi a Taranto e che fa sinceramente paura
La sentenza del processo Ambiente svenduto che ha giudicato la gestione Riva della fabbrica Ilva con 26 condanne è stata totalmente azzerata ma non solo, il processo ripartirà da zero a Potenza con le conseguenti prescrizioni dei reati dietro l’angolo visti gli anni già trascorsi
Dal 2008, anno in cui partirono le indagini al 2021, anno della pronuncia della sentenza, abbiamo impegnato buona parte della nostra vita per difendere i nostri diritti e per fare giustizia nei confronti di chi ha perpetrato un disastro ambientale acclarato ma con questa rocambolesca decisione della corte d’assise d’appello di Taranto ormai è chiaro che questo Stato e l’istituzione tutta ha definitivamente calpestato la Costituzione nel nostro territorio ed è di questo Stato che dobbiamo avere seriamente paura
Io personalmente, tramite una inchiesta pubblicata da VeraLeaks, ho testimoniato nel processo Ambiente svenduto svelando i trucchi che avvenivano nel laboratorio della fabbrica con le modifiche e gli aggiustamenti dei risultati dei campionamenti svolti sugli impianti inquinanti
La Legge non è uguale per tutti, oggi, 13 settembre 2024, è palesemente chiaro ed irreversibilmente definitivo, questo è certo, quello che accadrà a Potenza non è più cosa nostra
Luciano Manna VeraLeaks
Marescotti, Gravame (Peacelink): “lo spettro dell’impunità incombe sul processo ‘Ambiente Svenduto’. “
“Taranto, 13 settembre 2024 – È con profonda delusione che abbiamo assistito all’esito dell’udienza di oggi. Lo spostamento del processo d’appello ‘Ambiente Svenduto’ a Potenza ha conseguenze gravissime per l’intera comunità tarantina.
Infatti lo spostamento comporta l’annullamento del processo di primo grado e questo significherebbe un allungamento dei tempi della giustizia e un rischio concreto di prescrizione per reati gravissimi come la concussione e, probabilmente, l’omicidio colposo.
Lo spettro dell’impunità incombe sul processo ‘Ambiente Svenduto’.
Ricordiamo che i Pubblici Ministeri, nel corso delle udienze, si sono espressi in modo chiaro e deciso contro il trasferimento del processo, sottolineando l’infondatezza delle eccezioni delle difese degli imputati.
La lotta contro l’inquinamento dell’Ilva prosegue comunque. Continueremo a garantire la nostra presenza in tutte le iniziative utili a proteggere la popolazione. Saremo sempre dalla parte delle vittime in quella che l’ONU ha definito Zona di Sacrificio.
Per PeaceLink
Fulvia Gravame – responsabile nodo di Taranto
Alessandro Marescotti – presidente