Intervista all’a vv. Roberta Chyurlia la prima donna arbitro (judo) alle olimpiadi (Tokio), alla sua seconda esperienza in quel di Parigi.
Partite con qualche preoccupazione dovuta agli attentati che hanno preceduto l’inaugurazione le olimpiadi francesi si sono svolte senza particolari problematiche con tutto ciò che ha sempre caratterizzato nel tempo eventi di questa portata.
Non sono mancate le polemiche, sin dal giorno della inaugurazione per via di qualche interpretazione sui alcune performance artistiche. Poi qualche problema con le condizioni della Senna (in pieno contrasto con il messaggio ecologista che si è voluto trasmettere escludendo l’utilizzo nel villaggio olimpico dei condizionatori e l’utilizzo di “reti” per i letti in cartone). Qualche errore arbitrale e infine la vicenda della pugile algerina Imane Khelif. Nulla di nuovo né di eccezionale.
Molto si è sviluppato sul piano mediatico e attraverso i social dove in tanti hanno imperversato con giudizi fondati sul sentito dire o peggio sul pregiudizio.
Chi ha vissuto direttamente l’esperienza olimpica ha visto altro rispetto a quanto raccontato. Soprattutto ha concentrato l’attenzione sulle gare più che sul gossip.
E’ il caso ad esempi dell’avvocato Roberta Chyurlia, tarantina, arbitro internazionale di judo. Figlia d’arte, cresciuta in una famiglia di atleti poi passati all’arbitraggio, Roberta è stata la prima donna arbitro alle olimpiadi di Tokio, confermata per i giochi di Parigi. Non da poco se si pensa che sono davvero pochi gli arbitri europei selezionati per le Olimpiadi.
Abbiamo raccolto la sua testimonianza in una video intervista al suo ritorno dalla Francia: