L’intervista all’assessore Ciraci, deputato ai lavori pubblici, risorse del mare e politiche di coesione, illustra il tema delle moria delle cozze
TARANTO – Il caldo causato dall’anticiclone Caronte, oggi come ieri, ha provocato danni all’agricoltura, a cittadini che hanno subito lunghe interruzioni di corrente presso le proprie abitazioni ed esercizi commerciali, con un grave colpo anche alla miticoltura. Negli anni le cozze tarantine, prodotto di eccellenza riconosciuto in tutta la penisola, hanno attraversato estati difficili. L’innalzamento delle temperature dei mari ha infatti condotto ad una moria elevata, con una perdita che si attesta intorno al 70% circa del raccolto. Ne abbiamo parlato con l’assessore Ciraci, deputato a lavori pubblici, risorse del mare e politiche di coesione.
Siamo in presenza di una situazione straordinaria per il caldo. Le alte temperature hanno portato a dei problemi per le cozze e per i mitilicoltori. Siamo in presenza di una situazione straordinaria o nella norma?
“Diciamo che non è più una situazione straordinaria, perché questi periodi di calore intenso si ripetono ogni anno, e questo causa un danno notevole al mar Piccolo e alla sua grossa presenza di coltivazione di mitili, in virtù dell’ordinanza regionale del 2012 che impone il trasferimento del prodotto nel secondo seno del Mar Piccolo, per motivi legati all’inquinamento. C’è quindi un affollamento importante, che insieme all’alta temperatura delle acque, al clima, alla profondità, ha creato una condizione che ha condotto alla moria delle cozze stesse.”
Una delle cause principali è quindi l’ordinanza regionale del 2012. Per quale motivo è stato imposto il trasferimento del prodotto ittico?
“Per problemi legati all’inquinamento è consentita soltanto la semina nel primo seno ed entro un determinato periodo dell’anno, il 28 febbraio. Il seme va trasferito nel secondo seme, o in Mar Grande, per consentire la crescita delle cozze e il prodotto finito, quindi quello che vediamo in vendita. Il prodotto non può rimanere fino alla sua ultimazione nel primo seno.”
Si parlava quest’anno anche di una moria molto elevata. Circa il 70-80% della raccolta. I miticoltori hanno protestato contro il contrabbando, che di fatto ha ostacolato la loro regolare vendita. Quali misure il suo assessorato ha posto in essere per aiutare i mitilicoltori?
“Il problema dell’abusivismo danneggia ulteriormente chi coltiva e vende legalmente il prodotto, nel secondo seno del Mar Piccolo. Crea quella forma di concorrenza sleale che va assolutamente combattuta. Immette sul mercato in maniera abusiva dei prodotti che di fatto non sono controllati. C’è un’azione congiunta da porre in essere, non soltanto con l’amministrazione comunale, ma anche con il prof. Uricchio, commissario per le bonifiche. Tutto questo per creare le condizioni per liberare il Mar Piccolo da queste attività. Si dovrà eliminare questa occupazione abusiva, smantellando i pali delle cozze.”
In tutto ciò i costi delle concessioni, si riportava sui giornali, sono alti, con punte di 4000 euro
“Su questo siamo già intervenuti con i mitilicoltori, e loro lo sanno. Noi abbiamo nuovamente rilasciato le nuove concessioni, dopo un periodo di stop. Chi formula istanza per l’ottenimento della concessione, in base alla procedura, se non c’è nessuna opposizione da parte di terzi soggetti, la ottiene. Abbiamo riattivato questo processo amministrativo, e in più, cosa importantissima, abbiamo attivato il procedimento per l’unificazione delle concessioni amministrative. Considerando che i mitilicoltori sono costretti ad avere più concessioni, una per il Mar Piccolo e una per il Mar Grande (in vista dell’ordinanza regionale), questo ha fatto si che loro dovessero avere più concessioni con costi più elevati. Si tratta di un’ingiustizia, perché la seconda concessione viene richiesta non per un fatto speculativo, ma perché non possono produrre nel primo seno, e quindi sono costretti a spostarsi e pagare di più.”