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    Politica senza limiti: insultato il candidato Bucci, malato di cancro

    Ott 3, 2024

    Le dure parole di Morra, Movimento 5 Stelle, dopo aver minato già Jole Santelli, ex presidente della regione Calabria deceduta per malattia, hanno attaccato il candidato ligure Bucci

    Quando la politica è senza freni, limiti, rispetto del galateo istituzionale, dibattito, non è piú tale. E’ morta, sprofondata in se stessa e nelle proprie radici. Cosi è il caso del politico Nicola Morra, eletto nelle file del Movimento 5 stelle, ed ex presidente della Commissione parlamentare antimafia:”Come dissi per la povera Jole Santelli in Calabria, i cittadini devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminate il mandato” – cosi si esprime al Foglio, commentando criticamente la candidatura Di bucci in Liguria poiché malato oncologico. Al di là delle dichiarazioni indelicate, perché avrebbero sottolineato una problematica grave e ben presente agli elettori liguri, le manie di protagonismo di Morra si erano palesate già con Jole Santelli, ex presidente della regione Calabria, che non terminò il mandato perche la malattia ebbe purtroppo la meglio. Ma la classe non è acqua, e la politica non è tutta uguale. Ci sono politici che sono già tali prima ancora delle urne, perchè decidono di sacrificare il loro tempo e le loro risorse al servizio della comunità e dei cittadini, di cambiare ciò che non va e di creare condizioni migliori per il proprio territorio. Ci sono politici che sono ottimisti, che scommettono in alto, pronti con il sole in tasca a ridare fiducia e ottimismo, con un cambio di passo verso gli elettori e la comunicazione che essi stessi offrono. Poi c’è chi non si accontenta delle manie di protagonismo: scommette più in basso, allarma, mette in guardia. C’è chi sa che potrebbe non farcela, e decide che la sua vita sarà dedicata fino all’ultimo, nel pieno svolgimento del proprio dovere e del proprio ruolo. I primi e i secondi, vestono allo stesso modo, si presentano agli elettori, si pubblicizzano esattamente come i partiti fanno, ponendosi di fronte agli elettori come in un mercato. Ma dietro la loro fascia tricolore ci sono due persone, che sul piano umano sono completamente diverse. L’insegnamento di Morra rimanda ad un concetto: non votiamo per interessi, amicizie, o perche la carica debba perdurare fino all’ultimo. Votiamo perché siamo rappresentati, perché con orgoglio quel segno a matita nelle urne possa rappresentare ancora, e sempre, un esercizio di democrazia.

    Giuseppe Lamanna

    Studente in Scienze Politiche, scrive di politica, cronaca e attualità. Fondatore di un blog, La Voce del Dissenso, e ospite occasionale su RadioVera, una radio locale. Particolarmente attento alle vicende politiche nazionali ed estere, e ai conflitti Israelo-palestinese e Russo-Ucraino.

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