• Aprile 2, 2025 5:46 am

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    Comunicazione Non Violenta (CNV)

    Tra giraffe & sciacalli

    La comunicazione non violenta (CNV) è un approccio empatico al dialogo che mira a comprendere e soddisfare i bisogni di entrambe le parti coinvolte, sia chi parla che chi ascolta. Comunicare è un aspetto fondamentale della nostra vita quotidiana, e il modo in cui lo facciamo può influenzare profondamente le nostre relazioni e interazioni con le persone attorno a noi. Marshall Rosenberg, ideatore della comunicazione non violenta, ha elaborato questo metodo osservando e analizzando le modalità di comunicazione delle persone in vari contesti culturali. Era convinto che la comunicazione fosse fondamentale per risolvere i conflitti e favorire la pace. Rosenberg ha condiviso la CNV in moltissimi paesi e in innumerevoli lingue, e i suoi principi continuano a influenzare positivamente le persone a livello globale.

    Ma cos’è?

    La comunicazione non violenta rappresenta uno stile di dialogo che mira a creare un ambiente sicuro per tutte le persone coinvolte, dove ciascuno può esprimersi in modo libero e con empatia. La CNV ha guadagnato popolarità, basandosi sull’idea che ogni essere umano possiede una naturale capacità di compassione. Secondo questa teoria, le persone tendono a ricorrere alla violenza o ad atteggiamenti nocivi solo quando non trovano metodi più efficaci per soddisfare i propri bisogni. Quindi, offrendo alle persone una modalità pacifica di risoluzione tramite un linguaggio non violento, è possibile ottenere risultati più armoniosi.

    Quattro indispensabili fasi

    Osservare e valutare sono due abilità di base di ogni essere umano, spesso tendiamo ad osservare e valutare come un unico atto coeso, contingentati da un tempo che sembra scorrere sempre più velocemente. Valutare senza un’attenta osservazione porta a desumere e inferenziare conclusioni illusorie e inconsistenti. Osservare i fatti, il manifestarsi della realtà così com’è, prima di ogni valutazione ci spoglia del pregiudizio e rende più vera la percezione della realtà e la sua condivisione tramite la comunicazione. Esprimere ciò che osserviamo e sentiamo senza aggiungere giudizi o interpretazioni personali ci rende chiari prima a noi stessi e dopo a l’altro . Concentrandoci sull’osservazione piuttosto che sulla valutazione, si crea un ambiente sicuro in cui l’interlocutore può condividere le proprie esperienze senza temere critiche o giudizi. Ad esempio, invece di dire “Sei sempre in ritardo”, si potrebbe dire “Ho notato oggi che sei arrivato 12 minuti dopo l’orario concordato”. In questo modo si evita anche d’incastrare l’altro in un comportamento sicuramente non reale (“sempre” e “mai” non sono comportamenti realmente osservabili) e gli permette di migliorare e di non caratterizzarsi come “ritardatario” aprendogli una finestra verso il cambiamento.

    Esprimere sentimenti e emozioni in modo chiaro evita fraintendimenti e aumenta il livello di comprensione. Possiamo scegliere di comunicare come ci sentiamo in risposta a ciò che osserviamo. Riconoscendo i nostri sentimenti, riusciamo a esprimerci in modo più autentico, creando una connessione più profonda con gli altri. Ad esempio, invece di dire “Non finisci mai il tuo lavoro ed è così insopportabile”, potresti dire “Mi sento ansioso e stressato quando non termini il tuo lavoro, perché temo di non riuscire a consegnare l’intero progetto per tempo”.

    Individuare ed esprimere chiaramente i proprio bisogni e comprendere quelli altrui. Possiamo identificare e chiarire prima a noi stessi e poi all’altro ciò di cui abbiamo bisogno o a cui attribuiamo valore in una determinata situazione. Esprimendo chiaramente i nostri bisogni, possiamo favorire soluzioni più vantaggiose per entrambe le parti. Ad esempio, anziché dire “Non finisci mai il tuo lavoro è così insopportabile e così mi manchi di rispetto” potresti esprimerti dicendo “Per sentirmi tranquillo e lavorare al meglio, ho bisogno di avere aspettative precise e tempi affidabili”

    Formulare richieste chiare, soddisfabili e congrue. Possiamo decidere di formulare una richiesta chiara e diretta riguardo a ciò di cui abbiamo bisogno o desideriamo. In questo modo, invitiamo l’altra persona a collaborare per soddisfare i nostri bisogni. Ad esempio, invece di dire “Non finisci mai il tuo lavoro è così insopportabile, manchi di rispetto al mio tempo”, potresti dire “La prossima volta, potresti avvisarmi in anticipo se non puoi ultimare il lavoro assegnato, così posso organizzarmi di conseguenza?”

    Marshall Rosenberg

    Utilizzando le quattro componenti della comunicazione non violenta, possiamo creare un ambiente sicuro ed empatico sia per noi stessi sia per gli altri:

    L’osservazione ci permette di esprimere ciò che percepiamo senza emettere giudizi.
    I sentimenti facilitano una connessione emotiva con gli altri, favorendo una maggiore comprensione reciproca.
    I bisogni ci aiutano a riconoscere ciò che per noi è importante e ciò che desideriamo per sentirci appagati.
    Infine, le richieste ci consentono di esprimere in modo chiaro e non minaccioso ciò di cui abbiamo bisogno dagli altri.

    Vantaggi della comunicazione non violenta

    Relazioni più positive con gli altri: la comunicazione non violenta ci consente di entrare in contatto con gli altri a un livello più profondo, favorendo la nascita di legami più significativi e appaganti.
    Diminuzione dei conflitti e delle tensioni: promuovendo un ambiente sicuro per il dialogo e un’interazione più empatica, la comunicazione non violenta aiuta a ridurre i conflitti e le tensioni nelle conversazioni e nelle relazioni.
    Maggiore consapevolezza di sé e intelligenza emotiva: la CNV ci supporta nel rafforzare la consapevolezza di noi stessi e l’intelligenza emotiva, stimolandoci a riconoscere meglio i nostri sentimenti, bisogni e modi di comunicare.
    Comunicazione più efficace nel lavoro: adottare tecniche di comunicazione non violenta ci aiuta a migliorare le interazioni sia nel contesto personale che professionale, portando a maggior successo e soddisfazione nei nostri incontri.

    La comunicazione non violenta può essere integrata, con la giusta formazione e familiarizzazione, nella vita quotidiana così come in una seduta di sostegno psicologico, con beneficio anche profondi. Il solo osservare la realtà così com’è al di là di come ce la raccontiamo nella nostra testa, può avere effetti miracolosi.

    Giraffe o Sciacalli?

    Le caratteristiche della giraffa sono fonte di ispirazione per questo tipo di comunicazione: grazie al suo collo lungo, può osservare gli avvenimenti da lontano e gli altri animali si riuniscono al sicuro vicino a lei. Possiede una capacità visiva e uditiva eccellente. I suoi zoccoli lo aiutano a difendersi dai predatori come il leone. Grazie alle ghiandole presenti nella bocca, può deglutire senza problemi le spine delle acacie e trarne nutrimento. Le giraffe abitano in gruppi senza un capo. Inoltre per pompare il sangue fino alla testa, che è così in alto, ci vuole un cuore grande, potente e disponibile. Comunicare come una giraffa è proprio la giusta metafora per la CNV. Sciacalizzare è un termine che spesso sentiamo nei telegiornali per indicare gli individui che si avvantaggiano delle altrui disgrazie. Con linguaggio sciacallo ci si riferisce a quel modo di comunicare basato sul giudizio e sulla colpevolizzazione che è comune a tutti noi e che ci è spesso inconsciamente familiare. Nella CNV il mangia-cadaveri è stato designato come simbolo del nostro modo comune, spesso ereditato, di comunicare che è facile ritrovare in alcune trasmissioni televisive e sulla stampa, ma non questa :-)

    Dott. Egidio Francesco Cipriano

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    Foto di xiSerge da Pixabay

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    Egidio Francesco Cipriano

    Già docente a contratto presso le Università di Teramo e di Chieti, inizia la sua attività lavorativa e di ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie e nello sviluppo di strumenti software intelligenti, diventa Presidente della Società delle Scienze Informatiche e Tecnologiche e si occupa di Cybersecurity, CyberIntelligence e CyberCrime; è autore di diversi testi, quali “Bullismo e Cyberbullismo – Comprendere per Prevenire” per Amazon, Eucip Business & System Analyst per i tipi di Hoepli e altri; ben presto realizza che l’informatica si pone spesso come una riduzione di quello che l’uomo suppone essere la struttura della sua mente. Inizia così i suoi studi negli USA e in Italia, in ambito psicologico della comunicazione, della psicogenealogia di Annè Ancelin Schützenberger e della PNL non trascurando la Psicologia Analitica di C.G. Jung e le Costellazioni Familiari secondo Bert Hellinger. Laureatosi in Psicologia oltre che in Scienze Pedagogiche consegue in seguito tre master universitari di specializzazione in “Mediazione Familiare e negoziazione del conflitto”, “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” e “Didattica avanzata”. Si specializza in psico teatro per adulti e bambini ed elabora un sistema di Mindfulness transgenerazionale. Negli anni tra la sua esperienza in New York e quella in Italia pratica e si certifica come facilitatore di Terapia Cranio Sacrale e Traumatic Incident Reduction per il trattamento del PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Si specializza nella rilevazione del Disturbo Narcisistico di Personalità e nel supporto e recovery delle persone codipendenti da narcisisti ("vittime") . Ha ricoperto il ruolo di E-learning Manager presso la ASL di Taranto progettando e gestendo percorsi formativi in ambito sanitario. E' attualmente vicepresidente dell'associazione Aps Art 21 e presiede il comitato tecnico scientifico dell'osservatorio permanente sulla disabilità (Osperdi) occupandosi anche di Assistive Technology come supporto alle persone diversamente abili.

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