Cosa cambia ora nello scenario internazionale?
Capire le scelte dell’elettorato anziché ipotizzare scenari apocalittici
L’ultimo dato disponibile riferito alla elezione del presidente degli USA, 277 grandi elettori per Trump contro 224 per la Harris, conferma definitivamente la (ri)elezione del Tycoon. Questa volta non ci sono dubbi e, al momento, non si registrano i temuti disordini. L’ America è divisa in due ma non c’è stato quel pronosticato testa a testa. Trump ha vinto in modo netto dopo una campagna elettorale dove gli insulti e la delegittimazione dell’avversario, da entrambi i campi anche se con stili diversi, hanno prevalso sui programmi. Si è parlato per lo più di migrazione e aborto. Ma il voto si è focalizzato sui temi economici; sulla percezione di un’ America in crisi dove non solo le classi meno abbienti ma anche il ceto medio ha valutato negativamente le politiche economiche dei democratici.
Sicuramente il cambio in corsa del candidato democratico non ha aiutato. Forse anche l’ipotesi di avere alla Casa Bianca la prima donna presidente e di colore, ha inciso su una parte dell’elettorato, ma in generale c’è una questione che ormai riguarda tutti i sistemi politici a livello mondiale. Le società si sono trasformate e un elettorato sempre più fluido e individualista, guarda ormai solo al soddisfacimento delle proprie esigenze, meno alle grandi questioni come quelle sui diritti. Più pancia e meno testa.
Aborto, migrazione, omosessualità, sono sicuramente argomenti di rilievo ma che vengono ormai in secondo piano rispetto ai bisogni primari. Non sarà un caso che Trump abbia conquistato il voto popolare. Se confermerà anche la maggioranza del Congresso, avendo già dalla sua parte anche la Corte Suprema, il suo potere sarà totale con pochi contrappesi.
Cosa accadrà a livello internazionale? Nulla di catastrofico. Non conviene a nessuno tantomeno agi americani. Trump del resto ha già governato per 4 anni e il mondo è andato avanti ugualmente. Cambierà sicuramente qualcosa in riferimento soprattutto ai due conflitti in atto in Ucraina e in Palestina. Trump ha già fatto capire che non vuole proseguire sulla strada del sostegno all’ Ucraina, mentre sarà più disponibile nei confronti di Israele.
Sulla base del suo slogan “USA Great Again” sicuramente proverà ad attuare una politica economica protezionistica, ma in un ottica di economia globalizzata dovrà continuare a mantenere il necessario equilibrio con il resto del mondo.
L’Europa potrebbe cogliere l’occasione per rendersi meno dipendente. Per quanto ci riguarda difficilmente i rapporti con gli USA subiranno cambiamenti radicali. Ciò che è si è verificato oltre oceano, piuttosto, dovrebbe servire a comprendere che ormai gli elettori non sono più interessati ai grandi temi sociali; chiedono lavoro, salute, sicurezza, votano chi appare in un determinato momento il più affidabile, salvo poi abbandonare una strada per un’altra quando le promesse non vengono mantenute. Vedi le parabole di Renzi, dei 5 Stelle, della Lega, dello stesso Berlusconi.
Giorgia Meloni è avvisata.