Lettera aperta del Presidente della Scuola Forense di Taranto
riceviamo e pubblichiamo:
Cari colleghi e care colleghe
Alla luce del vivace dibattito che si agita in questi giorni per il rinnovo del COA di Taranto, desidero condividere con Voi le ragioni che mi inducono a ritirare la mia candidatura, in uno al sentito ringraziamento per il sostegno e la vicinanza che in questi anni ho ricevuto.
Vi chiedo un ultimo sforzo, leggere fino alla fine queste mie considerazioni.
Ricopro l’incarico di consigliere dell’Ordine degli avvocati di Taranto dal 2012 e dal 2015 sono Presidente della Scuola Forense.
Nelle more dell’espletamento dell’incarico, sono state approvate, la legge n. 247, il 31 dicembre 2012, recante la Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, entrata in vigore il 2 febbraio 2013 ed il 12/07/2017 la legge n.113 recante norme sulle modalità del voto.
Tali norme prevedono (art. 3, comma III, L. n. 113/2017, ) il divieto del doppio mandato a rigore del quale “i consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi”.
In mancanza di norme transitorie sulla decorrenza del termine relativo al doppio mandato, della questione è stato investito dapprima il CNF, quindi la Corte di Cassazione in quanto competente per materia avverso le decisioni del CNF.
In data 19 dicembre 2018 con la sentenza n. 32781/18, la Cassazione si è pronunciata in merito all’ineleggibilità dei candidati i quali hanno già svolto due mandati consecutivi e, con un’interpretazione a dir poco “bizzarra “ ha statuito l’applicazione retroattiva della norma, vietata, a mio avviso, dall’art.11 delle preleggi.
Tale prospettiva enunciata dalla Corte è stata ripresa successivamente dal legislatore attraverso una norma di interpretazione autentica.
Investito nuovamente della questione il CNF, in qualità di giudice speciale, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, tutt’ora la vicenda è all’attenzione della Corte Costituzionale, per la scena finale.
Allorquando in data 3 dicembre 2018 ho manifestato la mia disponibilità a ricandidarmi al COA ero ignara, insieme agli altri, di quanto sarebbe accaduto alla nostra categoria, di li a poco e dello “tsunami” che ci avrebbe investito.
In questo difficile momento politico ed economico del Paese è necessario che la nostra categoria sia più che mai coesa e compia scelte condivise nell’interesse di tutti.
La vicenda, come detto, è all’esame della Corte Costituzionale. Allo stato però vige l’articolo 3, comma 3, della legge 12 luglio 2017, n. 113 così come autenticamente interpretato dal legislatore al quale sono costretta ad adeguarmi, pur criticandolo.
Infatti, se per un verso è pienamente condivisibile il principio dell’alternanza per evitare cristallizzazioni di funzioni, per altro verso è necessario non disperdere le competenze di quanti hanno ben operato nell’interesse di tutti.
Alla luce di quanto innanzi rappresentato non mi resta che prendere atto che è in corso un pericoloso mutamento del nostro ordinamento giuridico in cui la magistratura afferma i principi sui quali le leggi si devono basare ed il legislatore legifera in conformità, mentre l‘avvocatura assiste, anzi plaude alla sua perdita di prestigio ed autorevolezza.
In questo quadro desolante e pericoloso si inserisce anche la nostra competizione elettorale che vedo basarsi, più che sui programmi, sul discredito verso chi ha diretto l’ Ente sino ad oggi con dignità, dedizione e competenza.
Mi spiace infatti dover ascoltare professionisti, dei quali sino ad oggi ho avuto stima, fondare la campagna elettorale su inesattezze oltre che sul discredito per gli altri.
In questi anni, insieme al Consiglio dell’Ordine ed ai componenti del consiglio di amministrazione della scuola, (tra i quali colleghi docenti universitari) abbiamo cercato di assicurare una vasta offerta formativa, avvalendoci anche della pluriennale collaborazione con l’Università degli studi di Bari e con il Dipartimento Jonico.
Sono stati organizzati circa trecento incontri formativi all’anno, oltre alle giornate di formazione ed ai numerosi corsi di specializzazione, (Amministratore di Sostegno, Tutore volontario di minori stranieri non accompagnati, l’Avvocato del Minore ,solo per ricordarne alcuni), l’ultimo dei quali in diritto ambientale ha preso il via qualche giorno fa .
Abbiamo avuto la presenza di illustri relatori e personalità di elevato spessore sociale, politico e professionale.
Mi piace ricordare per tutti la presenza presso la nostra scuola dell’Ambasciatore degli Stati Uniti John R. Phillips durante l’incontro “ Corruzione : etica e riforma della P.A.”.
La senatrice Monica Cirinnà durante l’incontro di presentazione della legge che ha disciplinato le “Unioni Civili”, oltre a tanti altri.
Abbiamo cercato di ampliare l’offerta formativa, sempre gratuita, (diversamente da quanto avviene in altri fori) in base alle esigenze dei colleghi ed alle novità legislative introdotte di volta in volta nelle varie discipline.
Grande attenzione abbiamo dato alla formazione dei giovani avvocati, partendo dalla retorica classica che è alla base dell’eloquio di ogni avvocato, passando dalle classiche lezioni frontali, per arrivare alle esercitazioni in aula, alle simulazioni, al confronto ed al dibattito sulle varie problematiche giuridiche.
Fiore all’occhiello della nostra scuola è il torneo di retorica forense “Scacco d’atto” ideato dall’Avv. Vincenzo Di Maggio e fatto proprio dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura, nel quale si sfidano a “colpi di parole” i ragazzi delle scuole forensi d’Italia .
Nel corso di questi anni i ragazzi della nostra scuola si sono sempre distinti classificandosi nei primi posti .
Tanto si è fatto, tanti sono i progetti in corso, ma tanto ancora si può e si deve fare, ed in questa prospettiva metto a disposizione dei colleghi che vorranno l’esperienza che mi avete consentito di acquisire in questi anni.
Nella consapevolezza che per un futuro migliore è necessario non disperdere la competenza acquisita e presente in tanti candidati che si propongono per il rinnovo del COA di Taranto, auguro a tutti un buon voto e vi saluto caramente.
Paola Donvito