La provincia di Taranto “perde” 4 mila abitanti in un anno
La settimana scorsa l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso note le stime anticipate dei principali indicatori demografici per l’anno 2020. I dati provvisori, che saranno aggiornati man mano che si renderanno disponibili i dati definitivi, sono prodotti fino al livello comunale e riguardano l’entità della popolazione (aggiornata ora al 1° gennaio 2021), la sua struttura (sesso, età, cittadinanza), il movimento della popolazione residente (tassi di natalità, mortalità e migratorietà) e le principali tendenze demografiche congiunturali (fecondità, speranza di vita).
Osservando i dati sulla popolazione della provincia di Taranto al 1° gennaio 2021, si evidenzia anzitutto un decremento demografico che accomuna il territorio ionico alla quasi totalità delle province italiane (fa eccezione soltanto Bolzano). Infatti, il 1° gennaio 2020 risultavano residenti in provincia di Taranto 563.995 persone, mentre un anno dopo la popolazione ammonta a 560.048 unità, con una riduzione, dunque, di quasi 4 mila abitanti (precisamente 3.947 anche se, ricordiamo, si tratta di una stima soggetta a qualche piccola correzione, quando sarà reso disponibile il dato definitivo).
Il decremento della popolazione (o “tasso di variazione”, direbbero gli statistici) nella nostra provincia è stato quindi di circa lo 0,70% (per ogni 1.000 abitanti all’inizio del 2020, ve ne sono 7 in meno, e cioè 993, un anno dopo). L’entità della riduzione risulta essere solo di poco superiore a quelle registratesi complessivamente nel territorio nazionale (0,64%) e pugliese (0,67%). Nella nostra regione, hanno fatto registrare un dato peggiore solo Foggia (0,90%) e Brindisi (0,72%).
Solo marginalmente si può supporre che tale calo sia da attribuire al Covid che, in provincia di Taranto, ha provocato il decesso di 807 persone al 22 aprile 2021 (leggi qui), in larga misura nel corso dell’anno 2021, quindi al di fuori del periodo considerato. Soprattutto, il decremento della popolazione è addirittura inferiore a quello registratosi nel 2019, quando il numero di residenti si era ridotto dello 0,75% (e cioè di 4.263 abitanti). La riduzione della popolazione nella provincia ionica è una tendenza di più lungo periodo ben più netta di quella rilevata a livello nazionale, e poco più decisa anche di quella regionale. Nella figura 1 è possibile osservare l’andamento della consistenza della popolazione della provincia (curva grigia), ponendo a 100 quella del 2011, confrontato con quello nazionale (azzurro), regionale (arancione) e del comune di Taranto (giallo). Taranto città, in particolare, ha fatto registrare in 10 anni un calo di oltre il 5%, passando dagli oltre 200 mila abitanti del 2011 ai 189 mila odierni. L’intera provincia, in 10 anni, ha perso circa 30 mila abitanti, un dato ancora più allarmante se si considera che, nello stesso periodo tutta la Puglia ha perso “solo” poco più di 17 mila abitanti.
In quasi in tutti i comuni della provincia si riduce la popolazione
Scendendo nel dettaglio comunale, la situazione appare più variegata, anche se, occorre ribadire, trattandosi di dati provvisori, il margine di errore può essere più significativo man mano che si ricorre a dati maggiormente disaggregati.
Di seguito viene mostrata, per ciascun comune, la popolazione stimata al 1° gennaio 2021, la variazione rispetto al 1° gennaio 2020 e il tasso di variazione per cento nello stesso periodo.
Comune | Popolazione (1° gennaio 2021) | Differenza 2020-2021 | Differenza in % 2020-2021 |
Avetrana | 6.357 | -79 | -1,23 |
Carosino | 6.719 | -36 | -0,53 |
Castellaneta | 16.284 | -111 | -0,68 |
Crispiano | 13.193 | -69 | -0,52 |
Faggiano | 3.440 | -15 | -0,43 |
Fragagnano | 5.070 | -25 | -0,49 |
Ginosa | 21.682 | -86 | -0,40 |
Grottaglie | 30.956 | -233 | -0,75 |
Laterza | 14.921 | -22 | -0,15 |
Leporano | 8.172 | +124 | +1,54 |
Lizzano | 9.698 | -34 | -0,35 |
Manduria | 30.049 | -198 | -0,65 |
Martina Franca | 47.413 | -400 | -0,84 |
Maruggio | 5.253 | +16 | +0,31 |
Massafra | 31.932 | -131 | -0,41 |
Monteiasi | 5.429 | -63 | -1,15 |
Montemesola | 3.639 | -73 | -1,97 |
Monteparano | 2.315 | -12 | -0,52 |
Mottola | 15.503 | -115 | -0,74 |
Palagianello | 7.562 | -68 | -0,89 |
Palagiano | 15.861 | -66 | -0,41 |
Pulsano | 11.337 | -26 | -0,23 |
Roccaforzata | 1.799 | +5 | +0,28 |
San Giorgio Ionico | 14.317 | -216 | -1,49 |
San Marzano di S.G. | 8.949 | -66 | -0,73 |
Sava | 15.357 | -149 | -0,96 |
Statte | 13.279 | -142 | -1,06 |
Taranto | 189.366 | -1.684 | -0,88 |
Torricella | 4.196 | +27 | +0,65 |
Provincia di Taranto | 560.048 | -3.947 | -0,70 |
Il comune di Taranto, dunque, conterebbe oggi 189.366 residenti, oltre 1.500 in meno rispetto a un anno prima, con un decremento pari allo 0,88%. Seguono Martina Franca (47.413 abitanti), Massafra (31.932), Grottaglie (30.956), Manduria (30.049) e Ginosa (21.682).
Dei 29 comuni della provincia, 4 fanno registrare un incremento di popolazione (figura 2). La crescita più consistente, tanto in termini assoluti che in relazione all’entità della popolazione, è quella di Leporano, che da 8.048 abitanti passa a 8.172 (+124 unità, incremento dell’1,54%). Crescono anche Torricella (+27 unità, +0,65%), Maruggio (+16 unità, +0,31%) e Roccaforzata (+5 unità, +0,28%). Cinque comuni perdono oltre l’1% della popolazione. In rapporto all’entità della popolazione, Montemesola risulta essere il comune con la situazione più critica, avendo perso quasi 2 abitanti ogni 100 (-73 unità, -1,97%), seguito da San Giorgio Ionico (-216 unità, -1,49%), Avetrana (-79 unità, -1,23%), Monteiasi (-63 unità, -1,15%) e Statte (-142 unità, -1,06%).
Aumentano gli stranieri, ma non in tutti i comuni
Seppur di poco, nel corso del 2020 è cresciuta in provincia di Taranto la popolazione straniera, che ora ammonta a 14.209 unità (214 in più rispetto all’anno scorso, un incremento dell’1,53%). La crescita, in proporzione, è superiore a quella registratasi su tutto il territorio regionale (+0,82%).
Gli stranieri costituiscono il 2,54% della popolazione ionica e il 2,16% di quella della città di Taranto. I comuni del tarantino con la più alta percentuale di cittadini stranieri sono Ginosa (5,59% della popolazione) e Massafra (4,81%). Naturalmente, i comuni più grossi sono quelli più attrattivi: nei comuni piccoli l’incidenza degli stranieri è molto più bassa. Tuttavia, hanno un peso anche le caratteristiche economiche del territorio: è nota, ad esempio, l’importanza del settore agricolo nell’area ginosina, che richiama una consistente manodopera straniera. Non ci addentriamo nei confronti tra i tassi di variazione dei singoli comuni, anche perché l’esiguità dei numeri di cui si tratta in relazione ad alcuni piccoli comuni ha l’effetto di rendere maggiormente sensibile questa misura (20 nuovi stranieri a Faggiano, per esempio, significano un incremento del 44,4%). Sono da segnalare, tuttavia, almeno gli incrementi della popolazione straniera di Taranto (+118 unità, cioè il 2,97% in più) e di Ginosa (+93 unità, +8,30%) e, al contrario, il decremento degli stranieri a Martina Franca, che ne fa registrare 132 in meno rispetto a un anno prima (-7,73%).
Una popolazione sempre più anziana
Gli over 65 in provincia di Taranto costituiscono il 23,7% della popolazione, una percentuale appena superiore a quella pugliese (23,0%) e nazionale (23,5%). I bambini e ragazzi fino a 14 anni di età, invece, costituiscono il 12,5% della popolazione ionica (sono il 12,6% in Puglia, il 12,8% in Italia). L’età media, espressa in anni e decimi di anno, in provincia di Taranto risulta pari a 45,8, in linea con quella pugliese (45,4) e nazionale (46,0).
Confrontando la struttura per età e l’età media delle diverse province pugliesi, sembrerebbe che nelle aree più meridionali della regione la popolazione anziana abbia un peso numerico maggiore. Differenze analoghe si registrano in relazione alla speranza di vita alla nascita (durata media della vita). In provincia di Taranto, nel 2020 la speranza di vita alla nascita, espressa in anni e decimi di anno, è pari a 84,7 per le donne e 80,5 per gli uomini (in Puglia è, rispettivamente, pari a 84,5 e 80,0, e in Italia 84,4 e 79,7). Se confrontiamo il dato con l’anno precedente, notiamo che le donne, nell’area ionica, hanno perso 0,3 anni di vita e gli uomini 0,5: per entrambi i generi, si tratta della perdita meno consistente di quella registratasi nelle sei province pugliesi. In generale, la durata media della vita si è abbassata in maniera più rilevante nelle tre province più settentrionali rispetto alle tre più meridionali. Associabili a questo dato, sono quelli sui decessi: l’incremento di questi ultimi rispetto a un anno prima è stato decisamente più consistente nelle province di Foggia, BAT e Bari che nelle altre tre. In provincia di Taranto si sono registrati circa 6.300 decessi, ossia circa 460 in più rispetto a un anno prima (tab. 2). Il Covid può spiegare, almeno in parte, queste differenze: alla fine del 2020, l’incidenza dei casi di Coronavirus nelle tre province più settentrionali era ben più alta rispetto alle province meridionali, e ciò ha un effetto diretto sulla differente variazione dei decessi.
Provincia | % di over 65 anni | vita media in anni (uomini; donne) | differenza vita media 2020-2019 (uomini; donne) | differenza del numero dei decessi in % 2020-2019 | casi accertati di Covid ogni 10.000 abitanti al 1° gennaio 2021 |
Foggia | 22,1 | 78,5; 83,7 | -2,2; -1,1 | +23,4 | 326,9 |
BAT | 20,2 | 79,7; 83,7 | -1,6; -1,0 | +19,1 | 271,6 |
Bari | 22,4 | 80,7; 84,6 | -1,2; -0,9 | +15,0 | 285,1 |
Taranto | 23,7 | 80,5; 84,7 | -0,5; -0,3 | +7,9 | 195,7 |
Brindisi | 23,7 | 79,7; 84,8 | -0,8; -0,4 | +9,8 | 169,4 |
Lecce | 24,9 | 80,6; 85,2 | -0,9; -0,6 | +10,2 | 90,2 |
Puglia | 23,0 | 80,0; 84,5 | -1,2; -0,8 | +14,1 | 229,8 |
Decessi per Covid e decessi “senza spiegazione”
Si noti, però, che in tutta la Puglia si sono registrati, nel corso del 2020, circa 5.500 decessi in più rispetto al 2019. Il bollettino epidemiologico della Regione Puglia del 1° gennaio 2021 quantificava in 2.481 i decessi attribuibili al Covid, ovviamente tutti nel 2020. Ciò significa che vi è stato in tutta la regione un consistente numero di morti (circa 3.000!) che non trova spiegazione in quelle ufficialmente attribuite al Covid.
Dunque, i decessi per Covid potrebbero essere stati sottostimati, oppure vi sono altre cause di morte su cui occorrerebbe indagare e riflettere. Si può ipotizzare, per esempio, l’esistenza di un consistente numero di decessi “indiretti” del Covid: un sistema sanitario che, in alcuni periodi dell’anno, è stato letteralmente “travolto” dall’emergenza sanitaria potrebbe essere stato meno in grado, rispetto al passato, di trattare altre patologie nei tempi e nei modi richiesti. Inoltre, sono state enormemente ridotte le attività di prevenzione: il rapporto annuale sugli screening, relativo all’anno 2020, diffuso nei giorni scorsi dall’Osservatorio Nazionale Screening (consultabile qui) ha mostrato che lo scorso anno in Puglia, rispetto al 2019, gli screening cervicali si sono ridotti del 49,1% e gli screening mammografici del 48,7%.
La riduzione della popolazione, comunque, non è da attribuire soltanto a una mortalità più alta che in passato, ma anche a un ulteriore crollo delle nascite, un dato che accomuna la provincia di Taranto alla maggior parte delle province italiane. Nella nostra provincia, nel 2020, si sono registrate circa 3.600 nascite, ossia il 5,3% in meno rispetto all’anno precedente (in Puglia la riduzione è stata del 4,2%, in Italia del 3,8). Di conseguenza, si riduce ulteriormente il numero medio di figli per donna, che ora è pari a 1,14 (un anno prima era 1,18, dodici anni prima 1,38), un dato più basso di quello regionale (1,17) e nazionale (1,24). L’età media al parto per le donne ioniche è di 31,8 anni, in linea con quanto accade in Puglia (32,1 anni) e in Italia (32,2 anni).
In definitiva, le nascite hanno rimpiazzato soltanto 3.600 dei 6.300 decessi: quello che in demografia viene chiamato “saldo naturale” spiega una riduzione della popolazione ionica di circa 2.700 unità. La parte restante del calo del numero di abitanti è spiegabile con il “saldo migratorio”. I trasferimenti in provincia di Taranto di persone provenienti da altre province italiane o dall’estero sono un numero ben inferiore a quello dei trasferimenti dal territorio ionico verso altre province italiane o verso l’estero: il saldo migratorio (cioè la differenza tra immigrati ed emigrati) è pari a oltre -1.100. E qui il discorso vira su un altro argomento: quello dell’attrattività economica del territorio, e quindi quello della sua capacità di trattenere i giovani più qualificati, e magari di attrarne anche da fuori provincia. Ma questa è un’altra storia.
Giuseppe Pesare
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