Nell’ambito delle attività di contrasto ed aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati, i Finanzieri del Comando Provinciale di Taranto in esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Lecce – Misure di Prevenzione, hanno sottoposto a confisca, ai sensi della normativa antimafia (D.Lgs. 159/2011), un ingente patrimonio riconducibile a due imprenditori tarantini, padre e figlio, operanti nel settore del commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia.
Nove immobili, un terreno, venti tra autoveicoli e motocicli, quote di partecipazioni societarie, polizze assicurative e disponibilità di conti correnti bancari, sei interi compendi aziendali, con ben quindici punti vendita ubicati nelle provincie di Taranto (due dei quali presso i due più grandi centri commerciali del capoluogo jonico e nelle città di Grottaglie e Manduria), nonché di Bari, Roma e Milano per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro; questo l’intero patrimonio confiscato ai due imprenditori, già sottoposto al vincolo del sequestro nell’ambito della misura di prevenzione.
Il provvedimento cautelare emesso, dal Tribunale di Lecce, al termine di complesse indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto, rappresenta il secondo atto di un procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali nel cui ambito il Tribunale di Lecce aveva già accolto e disposto, nel mese di aprile del 2019, il sequestro dei citati beni.
In particolare, le indagini di polizia economico-finanziaria hanno permesso di appurare come gli imprenditori, oltre a rientrare nella categoria prevista dal Codice Antimafia della “pericolosità sociale c.d. generica”, quali “evasori fiscali seriali, abituali, sistematici delle imposte dirette e indirette”, presentassero un profilo reddituale dichiarato al fisco sproporzionato rispetto all’elevato tenore di vita e ai beni posseduti. Questi ultimi sono stati di conseguenza confiscati in quanto ritenuti acquisiti con proventi frutto di evasione fiscale perpetrata anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false.
Il patrimonio sequestrato sarà gestito dall’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne curerà la destinazione e il riutilizzo ai fini sociali.
Le attività eseguite testimoniano l’attenzione operativa ed il proficuo impegno che la Guardia di Finanza costantemente riserva all’individuazione e aggressione dei capitali e dei beni illecitamente accumulati.
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