La Guardia di Finanza ha eseguito nei confronti dei medici indagati un’ordinanza di interdizione dai pubblici uffici
TARANTO – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura interdittiva, emessa dal G.I.P. di Taranto su richiesta della procura della Repubblica jonica, nei confronti di un medico che svolgeva attività privatistica senza dichiarare i relativi proventi al fisco. Lo stesso sfruttava le apparecchiature diagnostiche dell’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto omettendo di versare la dovuta quota di competenza dell’Asl di Taranto.
Il provvedimento del G.I.P. del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, su proposta del sostituto procuratore della Repubblica, Lucia Isceri, è stato emesso al termine di una complessa ed articolata attività di indagine condotta da militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto nei confronti di medici, attualmente e in passato, in servizio presso il reparto di gastroenterologia del presidio ospedaliero “SS. Annunziata” di Taranto.
Ai medici coinvolti nella vicenda sono stati contestati i reati di abuso d’ufficio e truffa in danno dello Stato.
In sintesi, è stato accertato che i medici nel corso dell’orario di servizio effettuavano visite mediche specialistiche, in regime di intramoenia, con l’ausilio di personale infermieristico, utilizzando indebitamente apparecchiature e dispositivi sanitari di cui avevano la disponibilità in ragione del proprio ufficio, appropriandosi dei compensi ricevuti dai pazienti e violando anche gli obblighi di registrazione al C.U.P. (Centro Unico Prenotazione ASL). In tal modo, i medici traevano profitto personale in danno dell’Ospedale, che sopportava interamente i costi delle prestazioni erogate, e in danno della sanità pubblica, posto che venivano allungati i tempi di attesa nelle liste di prenotazione del CUP.
Tali fatti sono stati confermati dai numerosi pazienti, sottoposti a visite mediche specialistiche.
Nel corso delle indagini, inoltre, sono state effettuate perquisizioni presso la struttura ospedaliera che hanno consentito di sottoporre a sequestro copiosa documentazione medico-sanitaria e appunti personali attraverso i quali è stato possibile accertare che le visite specialistiche, effettuate secondo le predette modalità, hanno cagionato un danno alla azienda sanitaria di circa mezzo milione di euro, nel periodo dal 2015 al 2018, a fronte di visite effettuate “in nero” nei confronti di quasi 2000 pazienti.
Al momento dell’accesso dei militari, uno dei medici è stato colto in flagrante mentre stava effettuando una visita privata ad un paziente senza prenotazione al CUP e ne aveva appena terminata un’altra analoga.
Il quadro probatorio così delineato, in relazione ai reati ipotizzati ed alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha permesso al G.I.P. competente, anche in considerazione delle valutazioni espresse dalla Procura, di disporre la misura interdittiva dai pubblici uffici e dal servizio medico per la durata di 3 mesi, nei confronti di uno dei medici coinvolti. Sono state sottoposte a sequestro anche somme di danaro relative ai compensi indebitamente percepiti per il cui esatto ammontare sono in corso ulteriori valutazioni da parte della Procura di Taranto.
Le condotte contestate agli indagati hanno formato oggetto anche di una segnalazione alla competente Corte dei Conti per le valutazioni sul danno erariale cagionato dai 4 medici indagati. Gli sviluppi investigativi odierni testimoniano l’attenzione operativa che la Guardia di Finanza costantemente riserva al presidio della spesa pubblica sanitaria.