Il consigliere comunale interviene a seguito del licenziamento di un lavoratore del siderurgico
riceviamo e pubblichiamo:
Chi pensava che Mittal, il colosso francoindiano, avrebbe risolto i problemi ambientali e occupazionali della città di Taranto si é sbagliato di grosso. Anche se con ritardo l’unione sindacale di base( usb), che ricordo dopo la morte del lavoratore Massaro tragicamente morto sulla stessa grù dove nel 2012 morì l’operaio Zaccaria, ha ritirato la firma dell’accordo “vergognoso ” sottoscritto al Mise il 6 Settembre 2018, ha iniziato a parlare di chiusura della grande fabbrica. Oggi chi si oppone e denuncia le precarie condizioni strutturali e di sicurezza dove operano i lavoratori e le gravi inottemperanze ambientali degli impianti, che ricordo in marcia nonostante siano sotto sequestro, solo grazie ai 13 Decreti firmati da tutti i partiti politici, nessuno escluso, presenti nella scena politica italiana, viene colpito dall’azienda.
É notizia di ieri del licenziamento di un delegato dell’usb che paga le condotte antisindacali messe in campo da Arcerol Mittal, che voglio al termine della gestione lascerà il territorio tarantino con il cerino in mano. Sembra di essere tornati indietro nel tempo quando chi gestiva la vecchia Ilva, la famiglia Riva, aveva gli stessi atteggiamenti, colpirne uno per spaventarne 100, mettendo al primo posto la produzione, il profitto, interessandosi poco delle questioni ambientali e della sicurezza degli impianti.
Ieri ho notato, con stupore, durante il consiglio comunale, quando il segretario dell’usb, Franco Rizzo, ha potuto raccontare ciò che era accaduto al delegato licenziato da Arcerol Mittal per aver partecipato allo sciopero del 9 Settembre, che tutti i consiglieri comunali condividevano le parole dello stesso, dove parlava di chiusura dello stabilimento e che quella fabbrica va fermata perché a breve potremo parlare solo di strage operaia. Non basta la solidarietà e l’indignazione al lavoratore licenziato, io ci sono passato per 3 volte con la famiglia Riva,stesso metodo, adesso contano i fatti, quella fabbrica va fermata immediatamente perché incompatibile con la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. Chi continua a perseguire la strada dell’Ilva aperta ha deciso di uccidere i propri figli.