Nel mito della creazione Norrena l’uomo e la donna hanno avuto origine dagli alberi. Siamo tutti figli e l figlie dell’albero della vita Yagdrisil che sorregge i leggendari nove mondi: il primo uomo si chiamava Ask la prima donna Embla germogliati in qualche modo dalle ghiande di Yggdrasil. Nel folklore scandinavo si racconta che i bambini nascano attraverso i fori dei nodi nei tronchi dei pini, che è un’altra versione dello stesso mito. Quanto l’albero da cui siamo germogliati condiziona il nostro essere nel mondo? Quanto è vero che dai frutti si riconosce l’albero ? (Matteo 7:16-20). L’albero, la nostra famiglia, la nostra cultura, i luoghi che ci hanno originati, sono parte ancestrale di ciò che siamo, senza questi la forza stessa che inconsciamente ci sorregge cesserebbe di esistere.
La memoria familiare
Nelle leggende Asgardiane, ogni mattina, nelle foglie di Yggdrasil decantava una dolce rugiada che è il nostro ricordo di ieri. Prima che il sole la evaporasse Urd raccoglieva questa memoria-acqua e la versava nel suo pozzo: il pozzo della memoria. L’acqua di rugiada si chiamava Aurr. Al centro del pozzo di Urd dimoravano due cigni sacri, che disegnavano una forma di cuore con i loro lunghi colli uno di fronte all’altro, creando il simbolo di fertilità del dio Frey. L’amore nasce da questo santo pozzo. Se il passato viene scartato, i ricordi dimenticati, le radici si prosciugheranno. La vita riprende se stessa in una infinita ripetizione.
Ripetizioni
Essenzialmente un albero genealogico è un crogiolo di ripetizioni, emozionali, culturali, con una continua compulsione a conservare un patrimonio di conoscenza che appare salvifica per la sopravvivenza famigliare, del clan, del paese, del genere umano. Un imperativo assoluto dell’albero è quello di appartenenza, che ci grida forte “DEVI ESSERE COME NOI”. In effetti, nel mondo animale essere esclusi dal branco, in passato come ora, rappresenta quasi sempre la morte del singolo. Siamo realmente solo un branco? E’ sempre vero che essere allontanati da un villaggio, dalla famiglia, dal clan significa la morte? Esiste altra accoglienza? Possiamo essere nuovo seme diverso da quello che ci ha originati? Accettando l’eredità di ciò che è stato, diventiamo potenziali fecondatori di una nuova stirpe, di nuova linfa, e forse anche di nuove ripetizioni, probabilmente meno gelose di quelle da cui proveniamo.
Esclusione e paura
L’albero genealogico che ci ha generati germoglia in realtà nel campo del nostro inconscio, anche collettivo, generando un vero terrore di esclusione che ci porta compulsivamente ad aderirne, spingendo a riattacarci al ramo che ci ha naturalmente sganciati, anche se apparentemente vi ci siamo appesi per spezzarlo con mille proteste e violente opposizioni. Ogni individuo ha davanti a se milioni di possibilità, potenzialità attualizzabili, mentre il clan inconscio sembra imprigionarci in una sola direzione evolutiva. Come famiglia spesso programmiamo, vietiamo, malediamo il futuro dei nostri figli; lo facciamo con le migliori intenzioni, per il bene della nostra prole, per preservarli dal deviare dalle ripetizioni che sentiamo gli permetteranno di sopravvivere. Così pur sembrando tutto ordinato, la distonia si diffonde, e si ereditano comportamenti e credenze così come il loro esatto contrario che includono ma scompensano.
Spesso mettiamo in scena delle ripetizioni dirette; diventiamo il ritratto di chi ci ha amato oppure odiato, o che semplicemente è stato escluso eludendo il suo destino ora disponibile ad essere compiuto. Possiamo ripetere per interpretazione o più semplicemente per opposizione o solo per compensare l’obiettivo mai conseguito di chi ci ha preceduto.
Essere se stessi
Questi destini che si ripetono possono essere evitati ? La risposta è sicuramente NO, perchè per essere esorcizzati devono essere integrati, riconosciuti, e lasciati andare. Esistono oramai diversi metodi per poter compiere il passo di libertà nel nostro albero genealogico, dalla Psicogenealogia di Anne Ancelin Schützenberger alle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger; dal Genosociogramma di McGoldrick-Gerson all’artistica Metagenealogia di Alejandro Jodorowsky, dallo Psicodramma di Moreno al semplice riconoscere ciò che è come nella Mindfullness Transgenerazionale, non trascurando il rito di guarigione dell’albero genealogico del rinnovamento carismatico Cattolico.
Ognuno il suo percorso, un albero e tanti frutti; quello umano, fortunatamente, ne fa cadere di tanto in tanto qualcuno lontano dai suoi rami, con un sapore diverso che apre una nuova e più feconda via.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
Training esperienziale in Costellazioni Familiari
Foto pixabay.com – e “L’albero della vita” dipinto di Gustav Klimt
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