Perché il narcisista tradisce ?
Con questo primo articolo, a cui seguiranno diversi altri, inizio a trattare un argomento scottante di quelli sempre più sentiti nell’attuale civiltà dell’apparire e dello scomparire realmente, il narcisismo non necessariamente ma spesso patologico. Il testo nasce da uno spunto nato durante le conversazioni in un seminario appena concluso con vittime di persone affette dal disturbo narcisistico di personalità corroborato da una corposa letteratura scientifica
La letteratura comune si scaglia spesso, dal punto di vista dell’ipotetica vittima, contro le persone che hanno un’organizzazione della personalità narcisistica, definendoli come una sorta di demoni pronti a cibarsi delle emozioni altrui, quello che negli studi anglosassoni viene indicato come rifornimento di carburante, di approvvigionamento narcisistico per sopravvivere. In realtà queste persone non sono demoni ma preda dei loro demoni interiori e per i mistici e credenti di quelli esteriori.
Un se svalutato
Nella realtà una donna come un uomo narcisista è quasi totalmente privo di autostima e di sicurezza personale, anche se all’apparenza sembra e mostra diversamente, spesso si è esercitato per anni nel mostrare la sicurezza che gli manca con atteggiamenti attentamente studiati, ma con occhi spesso vitrei e vuoti. Queste certezze vaghe e passeggere le va a ricercare nel suo harem, nelle sue continue conquiste che servono a riempire un vuoto interiore, una voragine che non riesce a colmare tramite un partner fisso che comunque esiste come elemento di stabilità aggregante come una sorta di ancora del suo io quasi disintegrato.
Il partner fisso
Il partner fisso è spesso ignaro ma pur complice silente, che concede una fiducia necessaria ma non sufficiente a colmare il bisogno continuo continuo di riempire quel vuoto costante e incolmabile, un vuoto che non è stato provocato dal partner ma di una serie di esperienze accadute nella vita che vanno a costituire quella lesione nell’essere profondo che lo svuotano e lo rendono spesso incapace di conseguire reali obiettivi costruttivi, anche in presenza di abilità e capacità stupende e raffinate, ma monche e troncate dalla ferita narcisistica che si è mangiata tutti i sogni e le speranze di un giovane uomo, di una bambina o di una giovane ragazza.
La ferita narcisistica
La ferita narcisistica come unico evento o come eventi accumulati in qualche modo precedenti e simili a se stessi hanno creato la sensazione di insicurezza, di timore reale verso la vita, un profondo disvalore personale che deve essere continuamente compensato per non sprofondare nel dolore, spesso si trasforma in un bisogno continuo di nuove conquiste che a volte diventa una vera e propria dipendenza sessuale che si sostanzia nella costruzione di un harem vero e proprio, di amanti effettivi e potenziali da tenere in stand by per il momento giusto; ai tempi dei social questo comportamento viene anche esacerbato dalle capacità di contatto e di analisi, ricerca e selezione continuamente offerte da questi nuovi mezzi.
Genitori
L’uomo o la donna affetta da disturbo narcisistico della personalità si è trovata nel tempo a fronteggiare una situazione interna disperata e svalutante, a cui ha rimediato costruendo un ego alternativo un grande io compensativo per fare fronte alla terribile sensazione disgregante della personalità; vi è spesso familiarità con uno o entrambi i genitori che presentano disturbi della personalità, alta conflittualità o anaffettività e un tentativo impossibile di ricercare e meritare l’amore e le attenzioni sane da parte di un figlio o di una figlia, che spesso tenterà di compensare nella sua vita adulta con continue conquiste sessuali laddove non si è riusciti a “meritare” l’affetto pulito di un padre o una madre.
Probabilmente la serie di eventi a cui sono stati sottoposti e cui si sono in seguito spesso sottoposti in modo autodistruttivo ma grandiosamente progettato come tentativo di controllo o rivalsa sul sesso opposto, spesso in modalità altamente sessualizzata, se presi uno alla volta, sarebbero potuti essere occasione di crescita e di costruzione di un organizzazione della personalità sana rivolta sia alla vita intesa come sopravvivenza quanto all’estetica del vivere come piacere e bellezza di essere al mondo insieme all’altro da se.
Partner stabilizzante e realtà olografica
Uomini e donne che possiedono questo tipo di personalità si legano spesso con partner che risultano tranquillizzanti, una base sicura, un prescelto o una prescelta dove poter ritornare, liberandosi dell’opprimente sensazione che darebbe invece un artista creativo che esalterebbe quel senso grandioso. Un partner a cui offrire una realtà olografica non vera, ma un immagine di ciò che egli si attende e in definitiva riceve. Questa base sicura non è sufficiente perché serve soltanto ad acquietare momentaneamente un’angoscia, un’inquietudine, un vuoto interiore, poi quella sensazione si ripresenta ed ecco che scatta il bisogno di avere un riconoscimento esterno non tanto per il solo ‘atto sessuale, parlando di tradimento, ma per l’atto della conquista per il fatto di essere desiderato o desiderata, il sedurre, la convinzione di piacere e di avere un momento in cui si provano determinate sensazioni che riempiono una vita essenzialmente vuota e un corpo che si avverte essenzialmente privo di energia vitale. Usualmente succede che queste conquiste vengono a noia e passa presto la voglia di trascorrere un ulteriore tempo con l’uomo o la donna che sono da scartare, anche perché mai li si è avvertiti realmente per quello che sono, e l’attrazione cade e si trasforma spesso in azioni svalutanti; avviene così lo scarto, li si può congedare istantaneamente a volte con piacere (nell’accezione del narcisista maligno) o con una dolce menzogna manipolatoria che può evitare fastidi o pragmatiche ingerenze secondarie. Un narcisista acquisisce nel tempo modalità strategiche di sopravvivenza in una tela che tesse nel tempo che alla fine lo vede inesorabilmente preda delle sue stesse azioni. A volte allo scarto si è già adescata la prossima donna o uomo o semplicemente ci si mette alla prova se si può fare a meno, cosa quasi sempre impossibile senza un profondo dolore o una ristrutturazione della personalità attraverso un atto terapeutico, quasi sempre non ricercato per la grandiosità del pensiero . Quando raramente capita che il narcisista traditore viene scartato invece di scartare, con pensiero grandioso si convince di aver scartato tendendo a mantenere il legame per via di elaborati piani di vendette che possano risarcirlo, o quant’altro possa anestetizzare la riacutizzazione del dolore della ferita narcisistica, e l’amante di turno potrebbe diventare oggetto di persecuzione, spesso indiretta. In caso di tradimento sporadico (alcuni necessitano del rapporto andrenalinico e rischioso, spesso violento, una tantum con degli sconosciti), “non soffre l’abbandono e la ferita narcisistica non si riacutizza.
Schematizzazione ripetitiva
Questa ricerca continua di esperienza che sfocia comunque sempre nel sesso come mezzo e raramente non come fine ultimo, che nel tempo si schematizza è una sorta di compensazione che serve a togliere l’attenzione da quella sensazione di disagio del valore, dal vuoto interiore che viene di fondo costantemente avvertita e che il senso di conquista e controllo dell’altro compensa temporaneamente un po’ come se fosse uno spuntino di risposta a un languore tenue o a volta profondo quando si tenta di resistere a un impulso che diventa nel tempo inarrestabile e che si crede grandiosamente di controllare ma di cui si è completamente effetto. Nella realtà è uno sfuggire continuo a una sensazione di profondo disagio che genera la ricerca di una sensazione più forte che presenti anche il vantaggio secondario di dargli la soddisfazione di piacere e di essere all’altezza, e che lo elevi in modo surrogato oltre il dolore e che lo distragga dal vuoto che quotidianamente senza sosta lo fissa negli occhi.
Senso di colpa ? No Grazie
Tutto nasce da un bisogno sicuramente egoistico ma pur sempre un bisogno, e questa motivazione, questa sorta di riconoscimento verso se stessi fa in modo di non sentirsi in colpa verso l’amante (o più spesso gli amanti) , che può provare sentimenti sinceri, evocati illusoriamente tramite il love bombing iniziale (ne parlerò in altri articoli con esempi pratici) che si trasformano poi nel nulla che in definitiva possono essere sempre stati. Difficilmente un narcisista prova sensi di colpa, a volte non percepisce il dolore che cagiona, e se non è di tipologia maligna per cui può provare piacere nel male cagionato, dimentica velocemente il dolore provocato se avvertito. In definitiva quello che fa lo fa per stare meglio e ricercare un suo equilibrio una stabilità che in realtà è poi anche un vantaggio nella coppia con il partner prescelto, con cui riesce a mantenere un equilibrio, e anche per quest’ultimo spesso non avverte sensi di colpa, a volte si chiede se ne vale la pena, ma è più un calcolo mentale che non un vero e proprio motto di coscienza, in definitiva il tradire porta a una stabilità del rapporto con una persona così altamente disturbata.
Negazione
Quando il partner del narcisista o della narcisista si accorge che probabilmente c’è qualcosa che non va, che ci può essere un tradimento o molti di più, il narcisista lo raggira in un modo spesso preparato in lunghissimo tempo raccontandogli una storia alternativa, e se covert si pone in modalità vittima, a volte inventando un elaborato complotto specchio di schemi che ha invece lui utilizzato nel tempo con l’uso di scimmie volanti (gli affetti che ha addomesticato nel tempo a un rapporto di dipendenza affettiva) o overt in modalità aggressiva, giustificandosi comunque in qualche modo è sviando l’attenzione altrove, trovando spesso un terreno ben coltivato, perché il partner reagisce entrando in una fase di negazione dovuta a una dipendenza affettiva e co-dipendenza, instauratasi a volte per le sue problematiche con la famiglia di provenienza o sue precedenti relazioni fallimentari e quindi non nota o non vuole notare quello che gli si palesa davanti agli occhi, anch’egli o anch’ella in nome di una stabilità raggiunta a fatica. Una co-dipendenza perfetta che a volte può andare avanti per anni se mutuamente si soddisfano i bisogni, che seppur insani stabiliscono un equilibrio. In definitiva si può anche accettare un rapporto di questo tipo, che sfida le convenzioni sociali, se porta a un mutuo e felice accordo. Cosa che raramente succede in una coppia sana.
Corto circuito
Un narcisista che ha stabilizzato la sua vita, eviterà come la peste un partner sfidante e inquieto, tendendo verso un abitudinario; quando quest’ultimo tenderà a diventare diffidente o inquieto si trasforma in un ulteriore elemento destabilizzante, perdendo la capacità di dargli quell’equilibrio ricercato incrementando la sensazione di disagio che acuisce la necessità di tradimento per i motivi oramai palesi. Questo a volte crea un corto circuito perché non si può riparare al disagio tramite un altro tradimento, perché ad esempio c’è un incremento di sorveglianza o per impedire che il sospetto si concretizzi con una conferma di quello che già inconsciamente il partner conosce; quindi la tensione nel narcisista sale a livelli talmente forti da provocare anche reazioni violente verbali o sublimate in elaborati piani di sopravvivenza, spesso a scapito di terzi, che mancano di sostanza pragmatica perché perdono il senso della realtà sovvertendola senza un reale sostegno fattuale se non idealizzato.
Totalmente dipendenti ostentatamente liberi
Nella realtà l’organizzazione di personalità narcisistica è molto dipendente dall’esterno, contrariamente a quanto grandiosamente pensato e ostentato dal narcisista, che vive nel costante timore di essere abbandonato, affermando a se stesso o se stessa il contrario; questo è un aspetto molto importante perché solitamente si vede il narcisista come un individuo che si pone al di sopra della relazione che non ha nessun timore di essere abbandonato; prima o poi la persona che è relazione con un partner narcisista si rende conto di quest elemento e tende a comportarsi coerentemente con questa paura profonda del partner e non con la natura grandiosa idealizzata e la relazione si ribalta e il partner “sfruttato” acquisisce un potere spropositato rischiando anche di interrompere il rapporto, pur non volontariamente, ma solo per essersi trasformato in uno sfidante che alimenta il disagio del narcisista, perdendo il ruolo stabilizzante, così il lei o il lui più disturbato si può trovare costretto a cercare una nuova “vittima” stabile insieme ad un nuovo e vecchio harem, perché per un narcisista nessuno se ne è mai andato definitivamente dal suo harem e crede spesso che tutti torneranno, anche se con la vecchiaia inizia a confondere i volti mischiandoli con le parole, insieme alle tante bugie pronunciate alla fine anche a se stessi.
Guarire
Tutto questo può essere evitato, differentemente da quanto si pensa, spesso corroborato dal dolore delle cosiddette vittime; anche l’organizzazione narcisistica di personalità può essere riorganizzata e ristrutturata e indirizzata verso la vita; risulta difficile che un narcisista chieda sinceramene di essere aiutato e supportato, ma mai disperare. Pur avendone conosciuto diversi in modo diretto, o attraverso i racconti delle “vittime” ad oggi nessun narcisista ha mai varcato la porta del mio studio come paziente in cerca di un supporto psicologico.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Immagini
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