È un’opinione comune che per avere un’ottima vista sia sufficiente raggiungere i famosi dieci/decimi.
Questa considerazione non è totalmente esatta, difatti nel complesso mondo della visione entrano in gioco diversi e molteplici componenti del sistema visivo. Termini e parametri della visione entrano spesso in contrasto tra loro, creando spesso confusione.
Quante volte, in seguito ad un controllo visivo, i pazienti ci chiedono… “Quindi mi mancano sei/decimi, piuttosto che… quindi sono miope di tre/decimi…”. Entrambe le affermazioni sono concettualmente sbagliate.
Quindi, chiariamo alcuni concetti che ci aiuteranno a descrivere e chiarire meglio questi aspetti…
Qual è la differenza tra diottrie e decimi?

“Decimi e diottrie, quali differenze”
“Decimi e diottrie, quali differenze”
Diottrie, decimi, molto spesso se ne parla, ma, con tutta probabilità, non tutti sarebbero in grado di spiegare cosa indicano questi termini. Molti ritengono che essi siano fra loro sinonimi o legati da chissà quali relazioni matematiche. In realtà le cose stanno diversamente. Cerchiamo quindi, nei limiti del possibile, di fare un po’ di chiarezza su questo argomento sul quale c’è davvero molta confusione.
La diottria è un’unità di misura prevista dall’ottica che indica il potere di rifrazione di una lente. In altre parole, esprime la capacità di una lente di modificare le direzioni dei raggi luminosi in modo che possano formare un’immagine nitida e precisa. Rapportata all’entità di un difetto visivo, questo parametro è utile per preparare degli occhiali compensativi. Il valore può essere positivo o negativo: esistono, infatti, lenti positive per compensare l’ipermetropia e la presbiopia, e lenti negative indicate per la miopia. Vi sono poi lenti sferocilindriche, per compensare difetti quali l’astigmatismo.
I decimi, invece, indicano le righe di lettere o simboli visti. Il grado di acutezza visiva in decimi viene misurato con la tavola ottotipica (tabella utilizzata per gli esami della vista con righe di lettere o simboli di grandezza progressiva per simulare la visione fino a dieci metri di distanza). In pratica, il cosiddetto decimo indica il numero di righe dell’ottotipo che il paziente è in grado di leggere.
E’sbagliato pertanto considerare i decimi come unità di misura del difetto visivo, il quale va misurato e quantificato dal professionista della visione attraverso le diottrie.
Cos’è l’acuità o acutezza visiva?

“Tavola ottometrica decimale ‘Monoyer’, per la distanza di 3 metri”
Dobbiamo dire che quella che andiamo a misurare in decimi durante un esame visivo non è la vista, bensì l’acuità visiva. L’acuità visiva rileva quanto si vede ossia quale è il livello di definizione dell’immagine. Più semplicemente si tratta della capacità che ha il nostro sistema visivo di distinguere due punti vicini come separati: quanto più si percepiscono distinti, maggiore sarà l’acuità visiva. L’acutezza o acuità visiva è utilizzata per monitorare la condizione rifrattiva della persona esaminata, come per ottenere la compensazione ideale con occhiali o lenti a contatto. L’acutezza visiva che un soggetto possiede non è dovuta soltanto all’apparato diottrico dell’occhio ma è strettamente connessa alle condizioni della retina, delle vie ottiche e del sistema nervoso centrale.
Si misura mediante gli ottotipi, ossia le lettere/simboli/disegni con grandezza progressivamente decrescente posti ad una data distanza dal soggetto esaminato. L’acuità visiva considerata normale è di dieci/decimi.
In realtà questa può anche essere superiore ai canonici 10/10. E’ importante sottolineare che non esprime né il difetto visivo né la sua entità, infatti possiamo avere 10/10 anche con un difetto di vista. La misurazione dell’acuità visiva deve essere effettuata sia naturale, cioè senza compensazioni con le lenti, e sia con la compensazione abituale. In ogni caso, quello che si deve ricercare è la lente del giusto potere: per far sì che i raggi luminosi cadano a fuoco sulla retina. Come detto questo dipende da molti fattori: grado di trasparenza dei mezzi diottrici (cornea, cristallino, corpo vitreo), aberrazioni ottiche dei mezzi stessi, funzione foveale (corretto funzionamento della zona centrale della retina), integrità delle vie ottiche e corretto sviluppo della funzione della corteccia cerebrale deputata alla visione (circa un terzo della superficie corticale, soprattutto a livello occipitale).
È importante, misurare l’acutezza visiva spingendosi fino al massimo valore raggiungibile in primo luogo perché ciò fornisce indicazioni più ricche e complete. In secondo luogo in quanto valutare l’acutezza oltre i dieci/decimi può permettere più facilmente di scoprire lievi diminuzioni di essa e, in alcuni casi, indurre il sospetto che siano presenti condizioni oculari incipienti che stanno provocando un deterioramento del sistema che, attraverso un tempestivo invio allo specialista, l’oculista, potranno essere precocemente riconosciute. Quindi rilevare periodicamente l’acuità visiva è importantissimo perché si evidenziano i vizi refrattivi presenti (ipermetropia, miopia e astigmatismo), negli over 40 la presbiopia. Eventuali anomalie rilevanti della condizione visiva del soggetto, potrebbero nascondere problemi importanti, è opportuno pertanto inviare al medico oculista, tutte le condizioni sospette.
L’esame dell’acutezza visiva è uno dei test che definiscono parte della competenza professionale e il ruolo sociale dell’optometrista presso il grande pubblico. Eppure spesso viene descritto ed eseguito in modo sbrigativo, superficiale, acritico, alludendo implicitamente a una sua presunta semplicità. In realtà rilevare, registrare e valutare correttamente l’acutezza visiva non è banale ne facile.
L’acuità visiva viene misurata attraverso l’utilizzo dei decimi, tanto più è alto il valore di questi, tanto è maggiore la capacità di risoluzione del sistema visivo. Il limite dei dieci/decimi è solo un valore definito di cut-off, ma ogni misurazione e valutazione è strettamente soggettiva, soprattutto rispetto alle necessità ed esigenze visive di ogni singola persona.
Il mondo della visione, quali sono le componenti?
Nel complesso mondo della VISIONE entrano in gioco molteplici componenti, di cui l’acuità è solo una parte. Durante un controllo visivo base, ogni ottico optometrista deve sì valutare l’acutezza visiva, nonché la salute oculare e la condizione refrattiva relativa all’ametropia, eventualmente presente.
Nella VISIONE vi è quindi una macroarea, cui sono presenti, acuità visiva, salute oculare e difetto refrattivo, che costituiscono l’area dell’INTEGRITA’ VISIVA. Il nucleo della Visione, prende il nome di EFFICIENZA VISIVA, cui fanno parte, accomodazione, visione binoculare e motilità oculare. Queste componenti sono aree funzionali del sistema visivo, permettono, ad ognuno di noi, meccanismi e processi visivi fondamentali per affrontare le normali attività quotidiane. Basti pensare che circa l’80% delle informazioni sensoriali provenienti dal mondo esterno, viene elaborato attraverso i nostri occhi. Diventa facile comprendere, come un sistema visivo inefficiente si possa ripercuotere in maniera negativa sulle performance, come gioco, studio, lavoro, hobbies.Vi è poi una terza macroarea, di più alto livello, deputata al PROCESSAMENTO DELLE INFORMAZIONI VISIVE.

Affinché un sistema visivo sia efficiente e performante per le continue info sensoriali provenienti dal mondo esterno, è fondamentale che le componenti dell’efficienza visiva siano adeguate.
L’accomodazione è il meccanismo di messa a fuoco, in grado di farci focalizzare in maniera nitida qualsiasi target. Quanto più è vicino l’oggetto osservato, tanto maggiore sarà la richiesta in stimolazione dell’accomodazione. Ad oggi, basti pensare quanto tempo passiamo con il nostro smartphone, ciò implica un lavoro continuo e costante del sistema.
Ogni qualvolta che puntiamo target differenti, il sistema accomodativo si adopera in frazioni di secondo, per garantirci una visione ottimale. Pensiamo ad esempio ad una giornata di scuola, dei nostri ragazzi, i salti di messa a fuoco, tra lavagna e libri di testo sono molteplici e continui. Un’anomalia dell’accomodazione si ripercuote direttamente nella nostra routine quotidiana.
La visione binoculare, ci permette di percepire il mondo esterno chiaro e singolo, percepito e processato dai due occhi, garantendo la visione tridimensionale ed ulteriori aspetti di qualità della nostra visione. La convergenza, ad esempio, ci permette di mantenere singolo un target prossimo ai nostri occhi. Una disfunzione di questa condizione, si può ripercuotere sulle nostre prestazioni visive, come portare in condizioni limite alla visione doppia.
La motilità oculare, è fornita grazie a piccoli muscoli, che ci permettono di muovere gli occhi nelle diverse posizioni di sguardo. Soffermiamoci un attimo, pensiamo a quanti singoli movimenti oculari facciamo durante la quotidianità, da quando ci alziamo alla mattina, fino a quando ci corichiamo la sera. I muscoli che controllano gli occhi, per quanto piccoli sono i più attivi dell’intero organismo. Il movimento di apertura e chiusura delle palpebre, l’ammiccamento, che fornisce un ricambio della superficie lacrimale, ad esempio, viene effettuato circa 15mila volte al giorno.
Andando a scomporre le varie componenti che entrano in gioco, ben si evince come l’acutezza visiva è solo una componente della VISIONE, la quale viene resa UNICA da una perfetta orchestra, fatta delle componenti del sistema visivo, che entrano in gioco in maniera armonica per garantirci una buona VISIONE del mondo che ci circonda.
La bontà del sistema visivo non risiede solo nel possedere una buona acutezza visiva. Spesso alcune persone possiedono un’ acuità visiva maggiore o uguale a dieci/decimi senza necessità di compensazione con occhiali, ma lamentano disturbi astenopici e strettamente connessi all’utilizzo degli occhi. In questi casi il lamento principale potrebbe dipendere da un’anomalia in una delle componenti della visione. E’ consigliabile, soprattutto per bambini e ragazzi, effettuare un controllo visivo completo ed un’analisi visiva funzionale, che possa discriminare ogni singola area del sistema visivo.
*Pensiamo sia utile ricordare ai lettore che ottobre è il mese della vista. Per cui in molti centri che aderiscono all’iniziativa è possibile effettuare il controllo dell’efficienza visiva gratuitamente.
Giuseppe Palmisano
Ottico Optometrista
Optometria e Training visivo presso “OTTICA PALMISANO” – Talsano (TA)
Docente a c. di Tecniche fisiche per l’Optometria I presso il corso di laurea in Ottica e Optometria dell’università del Salento
e-mail: giuseppepalmisano8@libero.it
Facebook: Giuseppe Palmisano ottico optometrista
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