editoriale del 3 gennaio 2024
Scoppiata subito la polemica politica sul caso del parlamentare che avrebbe esploso un colpo di pistola ( lui nega ma la pistola è sua) che ha ferito un giovane agente della scorta di un sottosegretario.
Caso politico? Se c’è un caso politico non è riferibile all’episodio in se. Nel napoletano c’è stata una vittima a causa di un proiettile vagante, e chissà quanti altri hanno usato armi per fortuna senza vittime. Si tratta più di un caso sanitario, tuttalpiù da affidare all’analisi di un buon psicologo. C’è da chiedersi tra le altre cose perchè, se proprio si deve praticare questa assurda forma di “festeggiamento” non si carichino le armi a salve.
Dunque un caso che ha che fare con il codice penale e con qualche analisi sociologica.
La politica ha però un suo ruolo. Innanzitutto andrebbe verificato come mai sia stato rilasciato il porto d’armi al parlamentare. Pare perchè temesse minacce dal mondo del terrorismo internazionale. Ma siamo tutti a rischio in fondo. Quindi dovremmo tutti armarci? Ma ci sono le Forze di Polizia per questo; peraltro alla festa era presente la scorta del sottosegretario!
Altra questione il ricorso all’art. 68 della Costituzione :
“I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione,
salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento a intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.”
Pare che il parlamentare abbia fatto ricorso alla immunità parlamentare quando gli sarebbe stato chiesto di consegnare i vestiti. E’ evidente che tale ricorso sia un forzatura interpretativa della norma costituzionale.
Ma il vero nodo da sciogliere è un altro e parte sempre dalal Costituizone.
Art. 1 “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Ma è proprio così? Chi seleziona di fatto i parlamentari? Non è certo il primo caso di imbarazzo per le istituzioni. Vogliamo parlare ad esempio di un tale Aboubakar Soumahoro, solo per citare un caso recente?
Di riforma elettorale per il Parlamento non si sente voce, e sarebbe la prima a doversi realizzare, come dovrebbe essere confermato al più presto il voto universale per le province.