Intervista esclusiva all’imprenditore ed europarlamentare
Chi è l’europarlamentare Pietro Fiocchi
Pietro Fiocchi è un imprenditore e politico italiano, presidente e membro del consiglio d’amministrazione di Fiocchi of America Inc., la divisione americana, con sede a Ozark, nel Missouri, dell’azienda italiana specializzata nella produzione di cartucce e munizioni di piccolo calibro. Dopo la laurea in ingegneria aerospaziale presso la University of Missouri di Rolla, nel 1990 entra in Marina Militare svolgendo servizio di Guardiamarina presso la nave da sbarco San Giorgio fino al 1992 e lavorando con il Battaglione San Marco e con Comsubin, reparto delle forze speciali italiane. Dopo i due anni in Marina inizia l’attività professionale come direttore tecnico presso Ravasi Robotics, ditta di robotica italiana, prima di entrare in Fiocchi Munizioni in qualità di responsabile e direttore tecnico. Nel 1998 diventa presidente e membro del consiglio d’amministrazione di Fiocchi of America, sviluppandone le vendite fino a 90 milioni di dollari grazie a investimenti in macchinari di produzione e sviluppo dei prodotti, alla creazione di un fitto network di vendite e all’incremento della forza lavoro. Nel 2007 fonda Fiocchi UK, mentre nel 2015 diventa membro del consiglio d’amministrazione di Target, ditta neozelandese di produzione di cartucce da caccia e da tiro. Nel 2019 si candida alle elezioni europee del 26 maggio, presentandosi come indipendente nelle liste di Fratelli d’Italia nel Collegio Nord Ovest (che comprende Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta). Temi del suo programma: la tutela della caccia, l’ambiente, l’industria. Viene eletto alla carica di europarlamentare della IX legislatura del Parlamento europeo con 9.334 preferenze.
L’intervista
Lo abbiamo incontrato a Cisternino dove ha partecipato ad un evento organizzato dall’associazione venatoria CPA, di cui riferiamo a parte. Lo abbiamo intervistato.
D. On.le Fiocchi lei è il classico imprenditore, di livello internazionale peraltro, prestato alla politica; di sicuro non vive di politica, come nasce la scelta di scendere in campo?
R. Perché vedevo le cose che andavano di male in peggio. Ho sempre frequentato in qualche misura la politica come interlocutore, sia a livello europeo che americano, ho voluto sperimentarla dall’altra parte della barricata. È evidente che le cose non andavano e non vanno ancora nel verso giusto.
D. Lei è nel Parlamento Europeo. Ha più volte espresso perplessità circa il rapporto, che Lei giudica subalterno, dell’Italia rispetto agli altri paesi europei. Ora dall’interno ha consolidato o modificato questa sua opinione?
R. Purtroppo la mia valutazione è peggiorata! L’Italia in Europa non c’è. Ma già sul piano tecnico prima che politico; le faccio l’esempio della questione piombo: la delegazione italiana a Bruxelles fa fatica mandare i suoi rappresentanti agli incontri. Lo trovo assurdo. Germania e Francia sono macchine da guerra che mandano in giro gente preparata in grado di ottenere i migliori risultati per le loro nazioni. Accusano Fratelli d’Italia di essere sovranisti ma i veri sovranisti sono proprio la Francia e la Germania. Non l’Italia!
D. Ma con il recovery fund l’Italia ha portato a casa un buon risultato
R. In realtà è stato un successo della Merkel, che in ogni caso non aveva alternative; durante la presidenza tedesca dell’Unione Europea se non avessero raggiunto un accordo sul recovery fund l’Europa si sarebbe spaccata. C’erano delle divisioni allucinanti; c’era il rischio che l’Europa scomparisse. Poi va detto che Conte finalmente si è agitato, ha alzato la voce, un po’ tardi, un po’ poco, ma gli va riconosciuto.
D. Nei suoi programmi c’è anche l’ambiente riferendosi alla caccia come elemento di tutela dell’ambiente. Ci spiega meglio?
R. Innanzitutto io sono anche componente della commissione ambiente. Distinguiamo le questioni ideologiche da quelle pragmatiche. Chi tiene davvero all’ambiente sono i cacciatori i pescatori e il mondo rurale. Un insieme che non è valutato né tutelato a livello europeo. Se scompare il mondo rurale l’ambiente non lo tutela più nessuno. Certamente non le associazioni ambientaliste che ricevono fondi per limitarsi a fare solo messaggi astratti. È sul campo che si fa il lavoro di recupero ambientale. La questione è pratica: senza ambiente i cacciatori e i pescatori non avrebbero il luogo dove praticare la propria passione, fosse solo per questo hanno a cuore la cura dell’ambiente. Ma non solo per questo.
D. Una domanda all’imprenditore: il capitalismo italiano pare essere scomparso del tutto; finita l’era delle grandi famiglie molti marchi nazionali sono passati nelle mani di Indiani, Turchi, Cinesi. Colpa della globalizzazione o anche di condizioni in cui è difficile fare impresa?
R. Fare impresa in Italia è sicuramente molto difficile per la presenza di molte più regole e molto più carico fiscale. Il tessuto economico italiano è fatto di piccole e medie imprese, che purtroppo in Europa non sono considerate. Io non sono sorpreso che la famiglia Agnelli porti l’FCA ad Amsterdam dove il regime fiscale è sicuramente più favorevole. Quello che mi preoccupa molto è che le piccole imprese, che rappresentano il 95% del PIL italiano, non sono considerate. A livello europeo una piccola impresa deve avere 100 dipendenti e 20 milioni di fatturato mentre la tipica piccola impresa italiana ha un solo dipendente e 300 mila euro di fatturato. Ce ne sono migliaia; I fondi europei sono rivolti alle aziende medio grandi. Se l’Italia perde la piccola impresa scompare dal contesto economico internazionale.
D. Lei è in Puglia per la campagna elettorale a sostegno del suo collega europarlamentare e di partito Raffaele Fitto.
R. Da un lato ho avuto la fortuna di lavorare un anno con Raffele Fitto ed è una persona estremamente pragmatica molto preparata e secondo me è l’unico che può risolvere i grandi problemi che vive oggi la Puglia; parliamo di Ilva, Xylella, e tutta una serie di altri problemi non risolti negli ultimi 15 anni. Poi aggiungerei anche che quando hai un governatore Emiliano che, in nome del politicamente corretto, fa un accordo con il partito animalista per l’istituzione di un assessorato per il benessere animale, con conseguenze del tipo che andranno nei casolari a verificare gli spazi in cui si allevano le galline, il distanziamento delle vacche, vieteranno caccia e pesca, ritengo assolutamente necessario contribuire al cambiamento affidando la regione a chi, come Raffaele, fa riferimento al buon senso.
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