Iniziamo con lo sfatare alcuni miti inerenti consuetudini e convinzioni su postura e il mal di schiena.
Secondo numerosi studi, e ne cito uno della rivista Annals of Rheumatic Diseases, la lombalgia colpisce circa l’80% della popolazione, che ne soffre almeno una volta nella vita.
Spesso si pensa che la lombalgia sia causata dalla presenza di ernie, dalla debolezza di muscoli antigravitari e dalla gettonatissima postura scorretta.
Se abbiamo mal di schiena ci viene spesso detto che abbiamo una POSTURA ERRATA.
Sfido chiunque a trovare un individuo perfettamente simmetrico come l’uomo Vitruviano di Leonardo che spesso viene usato come logo nei centri medici.
Ci dicono “stai dritto… hai una gamba più corta, non sei allineato…” molti affermano che la soluzione possa essere la correzione di queste anomalie tramite esercizi di allungamento o di rinforzo muscolare, di riabilitazione posturale fino ad arrivare all’intervento chirurgico, quando vi è necessità.
Secondo la mia esperienza molti metodi che terapeutiche sono basate su queste consuetudini e possono in parte anche avere un senso, ma da un altro punto di vista sussistono molte evidenze scientifiche che ribaltano tali approcci.
Vi illustro qui di seguito alcuni studi riportati su PubMed
- www.ncbi.nlm.nih.gov/oubmed/2938272: alcuni ricercatori hanno seguito un gruppo di giovani fino all’età adulta analizzando la loro postura nel tempo e monitorando quanti di loro avrebbero avuto mal di schiena. Il risultato di tale studio afferma: “i giovani che presentavano delle asimmetrie posturali, un incremento della cifosi toracica e della lordosi lombare, non hanno dimostrato avere maggiori probabilità di sviluppare in età adulta il mal di schiena rispetto a quelli che avevano una postura migliore della loro”.
- Un altro studio riguarda l’asimmetria degli arti, ossia la gamba più corta tanto cara ai venditori di plantari e ai “riallineatori” divini.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6146810: tale studio afferma che non vi è alcuna influenza sul mal di schiena, a meno che non ci sia una differenza maggiore di 2 cm (mediamente la discrepanza media è tra 2 e 4 cm).
- Esistono inoltre numerosi altri studi dove invece si evince che esiste una relazione tra mal di schiena e attività sportiva,attività lavorativa, livello di educazione scolastica, stress e perfino il fumo (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed9160473).
- Vi sono, d’altro canto, anche studi che mettono in correlazione la postura con il dolore. A ciò si può obbiettare affermando che il dolore possa portare ad una cattiva postura; ciò è stato dimostrato iniettando delle soluzioni in soggetti sani che provocavano dolore e tali soggetti automaticamente cambiavano postura (pensate ad un dolore addominale e come vi fa cambiare modo di camminare o sedere). http//bodyinmaind:org/wpcontent/uploads/Hodges-et-al-2003-Exp-Brain-Res-
Continuiamo a sfatare qualche altro falso mito: le scuole sono appena ricominciate, pensate che gli zaini sono troppo pesanti? Che lo zainetto provochi una scoliosi?
Uno studio dell’Università di Sydney ha scelto 69 studi di 6597 sull’argomento è ha affermato che non c’è nessuna correlazione.
Recenti studi del Britisch Journal of Sport Medicine, afferma che l’uso dello zaino non provoca patologie come la scoliosi.
Secondo un lavoro dell’ISICO (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) le problematiche alla colonna vertebrale dei bambini sono legati più all’attività fisica (a volte è troppa e a volte è troppo poca) piuttosto che ad indossare uno zaino per 20 minuti al giorno.
Al massimo un uso prolungato crea un dolore temporaneo che si risolve poggiando lo zaino; inoltre si consiglia di non superare un range di peso che va dal 5% al 20% del peso del bambino.
Forse il vero problema non è il peso dello zaino ma nel fatto che i bambini vengono ormai accompagnati in classe praticamente in auto togliendo un’altra possibilità di muoversi durante la giornata.
Oltre ai pesi trasportati, c’è il discorso di come sedersi a scuola o in ufficio per i più grandi: a tal riguardo ci viene in aiuto l’ergonomia, ossia la scienza che si occupa dell’interazione tra gli individui e le tecnologie.
Per i profani, è quella scienza che studia come un oggetto, ad esempio una scrivania ed un PC, si adatti al confort dell’operatore facendo sì che lui sia più comodo e quindi lavori al meglio.
Ma il problema non è come ci si siede ma tenere queste posizioni per molto tempo: non si può tenere una “postura corretta” per ore, anche se perfetta; perché dopo un po’ il corpo comunque si stanca;quindi il consiglio è variare posizione durante il corso della giornata, alzandoci o, nel caso dei bimbi, intervallare le lezioni con semplici serie di movimenti; lo stesso vale per l’ufficio, dove ad esempio si può spostare il PC (ormai quasi tutti piccoli) da una scrivania ad un piano più alto e lavorare per un periodo in una posizione eretta.
Spostiamo quindi il focus sul movimento: che nella società moderna ne facciamo troppo poco o ne facciamo molto e male.
Dopo gli zaini di scuola e la posizione seduta, mi presto a sfatare un’altra convinzione popolare, la movimentazione dei carichi.
Ovviamente vi porto un sunto di un lavoro molto discusso nell’ambiente accademico, fatto dal prof. Peater O’Sullivan (Professor of Musculoskeletal Physiotherapy at Curtin University, Perth, Australia).
Lo studio afferma:
(foto e fonte dal gruppo facebook Training, Health, Science)
Nessuna tra le tecniche di sollevamento risulta chiaramente superiore
Atteggiamenti ergonomici non riducono il
mal di schiena
Sollevare con la schiena curva è più efficiente
Il carico rende la schiena più forte
Persone con mal di schiena invalidante si piegano di meno
Rendiamo i pazienti più forti e liberi di muoversi!
Non è pericoloso nella vita quotidiana sollevare un peso con la lombare curva o piatta!
Questo affermano quindi gli ultimi studi in materia, studi che chiaramente vanno ampliati, approfonditi e confutati ulteriormente ma che mettono di nuovo al centro l’importanza del movimento e non del come muoversi tantomeno scoraggiano il riposo.
Per fare prevenzione, possono essere sufficienti anche pochi minuti al giorno di esercizi.
posso senza dubbio affermare che avere una buona forma fisica premette ai muscoli di sorreggere al meglio la nostra colonna e sopportare carichi.
Anche l’eliminazione dei fattori di rischio, quali l’obesità, lo stress, il fumo consente di risolvere il problema alla radice o di ridurre al minimo gli eventi dolorosi.
Non molti sanno che il fumo causa un aumento delle tossine che indeboliscono le cellule anche dei muscoli della colonna.
Unendo questi fattori ai problemi respiratori che coinvolgono anche i muscoli legati alla respirazione e indirettamente connessi al movimento, anche il fumo diventa un nemico della schiena.
Quando purtroppo, questi eventi accadono, rivolgersi agli specialisti del settore (medici e fisioterapisti) torna utile sia alla salute che al portafogli visto che, come dicevo sopra, il mal di schiena è considerato una delle malattie più invalidanti e la prima causa di assenza dal lavoro.
Vi saluto sfatando un ultimo mito sempre secondo gli ultimi studi in materia.
Annals of Internal Medicine ed esperti dell’American College of Physicians (Acp) raccomandano come primo intervento per la cura delle lombalgie le terapie NON farmacologiche tra cui massaggi, agopuntura o manipolazioni.
E se un farmaco è proprio necessario, medici e pazienti dovrebbero ricorrere in prima battuta ai farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) o ai miorilassanti.
«I medici dovrebbero avvisare i loro pazienti che la lombalgia in genere migliora in modo Indipendente dalla cura» esordisce Nitin Damle, presidente dell’Acp. «Per questo bisognerebbe evitare di prescrivere test inutili nonché farmaci costosi e potenzialmente dannosi» aggiunge l’esperto.
Sconsiglia l’uso del paracetamolo, considerato pari al placebo.
Lo stesso vale per gli steroidi sistemici (le pillole di cortisone), dimostratisi incapaci di migliorare sintomi della lombalgia acuta o subacuta (anche se qui gli studi sono di più bassa qualità).
Anche nella forma cronica la Acp raccomanda a medici e pazienti di preferire inizialmente la terapia non farmacologica con EsercizioFisico e Riabilitazione, ma ricorrendo anche all’agopuntura, alla terapia cognitivo-comportamentale o alle manipolazioni vertebrali.
Da parte mia sconsiglio di rivolgersi a chi ci propone solo trattamenti passivi e spesso non operatori dipendenti, quali i macchinari automatici, o trattamenti che non prevedano l’uso di esercizio terapeutico.
Quindi non imbottitevi di farmaci rimanendo a letto ed aspettando che passi , ma rivolgetevi a persone esperte in possesso dei titoli universitari per esercitare la professione sanitaria (i medici sono iscritti ad un albo e da quest’anno anche i fisioterapisti https://www.mdmfisioterapia.it/verifica-iscritti-albo-fisioterapisti/) e quando state bene fate attività fisica con persone preparate (e non con personal trainer che hanno studiato un weekend) in modo tale da prevenire tali problemi cambiando stile di vita e abitudini.
Renzo Nobilio
Fisioterapista specializzato in osteopatia terapia manuale e operatore specialist manutech bh
www.renzonobilio.wordpress.com
fb: renzo nobilio fisioterapista osteopata posturologo
e-mail: fisioabruzzo@yahoo.it
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.