Il Ministero dell’Interno ha reso pubblici i dati provinciali sui delitti commessi e denunciati nel 2020
La scorsa settimana il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha diffuso i dati statistici sulla delittuosità nell’anno 2020 (link). I dati riguardano i delitti commessi e denunciati all’Autorità Giudiziaria da tutte le forze di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria, DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Guardia Costiera) nel corso dell’anno di riferimento.
Prima di presentare i dati relativi alla provincia e alla città di Taranto, sono d’obbligo alcune precisazioni. Oggetto della rilevazione statistica sono i delitti denunciati (indipendentemente dal percorso giudiziario che ne consegue): sfuggono, dunque, le informazioni sui reati che non “emergono”, cioè che esistono, vengono commessi, ma non vengono denunciati.
Per ragioni diverse, come è noto, la propensione a denunciare un reato può variare in funzione del tipo e della gravità dello stesso. Possiamo considerare, ad esempio, che reati meno gravi (o percepiti come meno gravi) siano meno frequentemente denunciati di quelli più gravi: un furto di pochi euro più difficilmente sarà denunciato rispetto ad uno che riguarda beni del valore di alcune migliaia di euro. Ulteriori disincentivi alla denuncia di delitti rientranti in particolari categorie possono essere: l’alto livello di tolleranza sociale nei confronti di alcuni reati; la paura di ritorsioni, o comunque di conseguenze negative, per chi denuncia o per altre persone; il basso livello di fiducia nelle forze dell’ordine e nelle autorità giudiziarie; ecc. Si pensi alle motivazioni che inducono a non denunciare l’estorsione subita, o la violenza subita in famiglia, ecc. Si tratta di fattori che possono variare tra i diversi tipi di delitto, ma anche nello spazio e nel tempo, e di questo va tenuto presente quando si confrontano dati riguardanti aree geografiche diverse o anni diversi. In un territorio in cui vige un forte controllo da parte della criminalità organizzata potremmo, ad esempio, registrare una bassa propensione, da parte dei cittadini, a rivolgersi alle forze dell’ordine per sporgere una denuncia. Al contrario, in contesti con un diffuso senso civico i cittadini potranno ritenere un obbligo morale segnalare i reati, e quindi tenderanno a rivolgersi più frequentemente alle autorità.
Ciò può spiegare come mai, tra le province italiane in cui risultano più delitti denunciati in rapporto alla popolazione, oltre alle grandi metropoli figurano diverse province dell’Emilia-Romagna, della Liguria e della Toscana.
Potremmo dire, in definitiva, che i dati ministeriali che presentiamo, forse, se presi nel complesso di tutte le tipologie di delitto, più che la criminalità misurano la propensione dei cittadini a denunciare.
Provincia di Taranto: calano i delitti di sangue, crescono i crimini informatici
Tenendo conto di queste considerazioni, che hanno un peso soprattutto nei confronti tra aree geografiche diverse, passiamo ad osservare i dati sui delitti commessi e denunciati a Taranto e provincia nell’anno 2020. In tab. 1, per ciascun delitto (o categoria di delitti), presentiamo il numero di eventi delittuosi commessi nel territorio provinciale nell’anno 2020 e registrati nel sistema del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Per ciascun dato, il valore assunto nel 2020 è confrontato con quello del 2019 e con la media dei valori assunti negli anni 2016, 2017 e 2018. Nell’ultima colonna si indica la variazione percentuale tra il 2019 e il 2020.

Innanzitutto si nota una complessiva riduzione del numero dei delitti. Dal 2016 al 2020 la “delittuosità” in provincia di Taranto è calata di circa il 20%. La dimensione della riduzione dei delitti è analoga a quella pugliese, ma un po’ inferiore rispetto a quella nazionale: nello stesso periodo in Italia si registra una riduzione complessiva dei delitti di circa il 25%.
Naturalmente le cose cambiano a seconda del tipo di reato. In fig. 1 si mostrano gli andamenti del numero di eventi in provincia di Taranto per ciascun delitto (o categoria di delitto), ponendo a 100 il valore del 2016.

Prosegue la tendenza alla diminuzione dei delitti di sangue, tanto a livello locale quanto a quello nazionale, cominciata da circa tre decenni. Si consideri, ad esempio, che nel 1991 si registrarono in Italia 1.917 omicidi volontari (47 a Taranto e provincia); nel 2003 si erano ridotti a 712 (di cui 8 nell’area ionica); nel 2020 se ne sono registrati “appena” 289 (2 a Taranto).
Anche i furti e le rapine stanno conoscendo un calo, almeno se si tiene conto dei metodi “tradizionali” (tab. 2 e tab. 3). I reati contro il patrimonio sembrano vengono sempre più spesso commessi “a distanza”, sfruttando le tecnologie informatiche ed evitando il contatto fisico. Sono in forte crescita, infatti, le truffe e le frodi informatiche e, in generale, i delitti informatici (questi ultimi, in molti casi, si possono tradurre in ulteriori reati contro il patrimonio: si pensi al furto di identità digitale).


Naturalmente, nell’anno 2020 alcune restrizioni (in particolare quelle alla mobilità) possono aver contribuito ad accelerare fenomeni quale la riduzione dei delitti “in presenza” e la sostituzione degli stessi con delitti analoghi ma commessi “a distanza”. Ribadiamo, tuttavia, che il 2020 ha sostanzialmente confermato tendenze già osservabili negli anni precedenti.
I delitti nella città di Taranto
Le grandi città sono solitamente caratterizzate da una maggiore complessità ed eterogeneità socio-economica rispetto ai piccoli centri. Ciò significa anche la presenza, nelle metropoli, di sacche di disagio economico e sociale, che possono avere un peso nell’originare fenomeni di illegalità, che incidono sulla situazione della sicurezza della città.
Ciò che avviene un po’ ovunque, accade anche nella nostra provincia. Infatti, mentre il 34% degli abitanti della provincia di Taranto vive nel capoluogo, oltre il 43% dei delitti commessi e denunciati nel territorio ionico nel 2020 sono attribuiti alla città di Taranto. Per la maggior parte dei reati della provincia di Taranto, la quota di eventi registratisi nel capoluogo supera il 40% (fig. 2). In particolare, nel 2020, oltre il 70% dei delitti informatici denunciati nella provincia ionica e circa il 60% dei delitti relativi agli stupefacenti, dei delitti di contraffazione, dei reati di riciclaggio e delle rapine sono riferiti alla città di Taranto.
Al contrario, è molto più frequente in provincia che a Taranto il delitto di incendio. Ciò si spiega con il fatto che tale reato viene commesso prevalentemente in aree boschive (circa i due terzi degli incendi denunciati nel 2020 in provincia di Taranto riguardavano boschi) e in aree agricole.

Nelle tabelle che seguono, analogamente a quanto già mostrato per la provincia nel complesso, presentiamo i dati sugli eventi delittuosi commessi nel comune di Taranto nell’anno 2020, confrontando i valori con quelli registrati nei due anni precedenti. Nell’ultima colonna si indica la variazione percentuale tra il 2019 e il 2020.



Il confronto tra Taranto e le altre città italiane e pugliesi
In definitiva, Taranto presenta un tasso di delittuosità alto o, quanto meno, nella norma? Non è possibile rispondere obiettivamente a una domanda del genere se non si operano dei confronti con realtà analoghe.
In tab. 7 e in tab. 8 abbiamo provato a confrontare i dati di alcuni reati specifici (alcuni tra quelli che destano maggior allarme sociale) commessi e denunciati a Taranto e in altre città italiane e pugliesi. I numeri indicano il numero di delitti ogni 100mila abitanti.
Più precisamente, in tab. 7 confrontiamo le prime venti città italiane per popolazione, in tab. 8 i capoluoghi di provincia pugliesi.


Pur tenendo presenti le premesse sui confronti tra territori diversi, la realtà tarantina, se paragonata a quella di altre città italiane e pugliesi, non appare particolarmente preoccupante.
Ciò non consente, tuttavia, di abbassare la guardia. Come si è ricordato, i reati “tradizionali” – almeno alcuni – sono diminuiti rispetto a qualche anno fa, ma aumentano prepotentemente, anche nella nostra città, i nuovi reati, quelli che si avvalgono delle nuove tecnologie e che, probabilmente, trovano ancora molti cittadini impreparati. Oggi la sicurezza del cittadino non passa soltanto attraverso il controllo del territorio – che resta di fondamentale importanza – ma anche attraverso una diffusa informazione su quei rischi che, fino a pochissimi anni fa, ci erano del tutto sconosciuti.
Giuseppe Pesare