Perfetta la organizzazione; più marcato l’ aspetto politico
1 Maggio Libero Pensante edizione 2019: c’è poco da dire rispetto ad un’organizzazione che anno dopo anno raggiunge livelli sempre più alti soprattutto se messo in relazione al fatto che il tutto, al netto di alcuni servizi messi a disposizione della pubblica amministrazione, viene sostenuto unicamente con l’autofinanziamento. Nulla a che vedere con quegli 800.000 € circa che si dice costi invece il concertone romano.

Più politica
Tutto si è svolto nel massimo ordine con controlli da parte del servizio interno e delle forze dell’ordine che hanno garantito uno svolgimento in massima tranquillità. Se nelle precedenti edizioni, soprattutto le prime, a nostro parere, si è dato vita ad un grande spettacolo musicale con intermezzi dedicati alla riflessione, nelle ultime edizioni, in particolare quest’ultima, il rapporto si è capovolto con una prevalenza dell’aspetto politico rispetto a quello artistico (almeno nei tempi). Anche la scelta degli artisti, curata dai tre direttori artistici, Michele Riondino, Roy Paci e Diodato, sembra essere stato ispirato a questa impostazione.
La delusione per il M5S
Un anno tra l’altro particolare per il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti; caratterizzato dalla profonda delusione, sicuramente non nascosta, per quello che viene definito il tradimento del movimento Cinque Stelle. È noto che il “movimento del tre ruote” aveva riposto grande fiducia nei grillini auspicando che, una volta al governo, avrebbero mantenuto la promessa di chiudere definitivamente tutte le fonti inquinanti, avviando un radicale processo di riconversione economica del territorio ionico. Come sappiamo ciò non è avvenuto. Dunque si è determinata una situazione in cui sono venuti a mancare tutti gli interlocutori. Scontata l’assenza dei riferimenti istituzionali come quel Emiliano, governatore pugliese, che pure in altre occasioni aveva partecipato, a modo suo, ad un confronto con i Liberi e Pensanti; mai esistito un dialogo con l’amministrazione comunale.

Unire i movimenti
È venuto a mancare anche quel rapporto che, se fossero stati mantenuti gli impegni assunti, avrebbe consentito un filo diretto tra il territorio e il governo centrale. Tutti gli interventi, le testimonianze, sia interne al movimento sia di altre organizzazioni, alla fine hanno avuto un comune filo conduttore, ovvero assoluta mancanza di fiducia nel governo, soprattutto con riferimento alla componente Lega, e la difficoltà oggi a individuare un nuovo interlocutore affidabile. Ciò evidentemente crea un problema; la soluzione pare possa venire da una sorta di delocalizzazione della lotta. E il primo segnale viene da una sorta di gemellaggio tra le piazze di Rende, Napoli e Taranto.
Torna la lotta di classe
Un tentativo di creare un’alleanza ultra territoriale che metta insieme quelle comunità unite da battaglie per l’ambiente, il lavoro, la salute, la dignità. Tutti i discorsi, gli appelli, le testimonianze, a partire da quella da quella del papà di Lorenzo Orsetti, hanno trattato la questione giustizia sociale, tornando nei fatti a riproporre quella lotta di classe che da tempo sembrava essere solo materia per i libri di storia. Le teorie anti capitaliste, anti globalizzazione, contro ogni sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sono sempre attuali, forse oggi più che mai; ciò che però continua a mancare, dopo la caduta del muro di Berlino del 1989, è una alternativa concreta.
Quale strategia per il futuro?
Sarà interessante comprendere come in futuro si svilupperà il dibattito su questi temi e soprattutto, ora che è venuta a mancare la fiducia in quel movimento che sembrava poter dare le risposte alle loro istanze , comprendere quale potrà essere la nuova strategia. Senza una concreta rappresentanza istituzionale, in qualunque forma, il rischio è quello di rappresentare un movimento di opinione in grado sicuramente di stimolare il dibattito ma di non incidere sui processi decisionali; alla fine o questo è il vero tema.
Solite polemiche, inutili
Poi, come tutti gli anni, non sono mancate le discussioni sui numeri dei partecipanti o su alcuni toni fuori dalle righe, ma che alla fine della fiera non rilevano, e rappresentano solo il tentativo di buttarla in caciara. Va detto che ogni anno ha una storia a sé, in riferimento alla scaletta, alle nuove norme antiterrorismo, ad una certa evoluzione e all’esaurimento dell’effetto novità. Possiamo dire che l’edizione 2019 ha visto un arrivo progressivo del pubblico ma sicuramente da un certo momento si sono viste lunghe file all’ingresso e il parco si è riempito completamente.
Bene la sala stampa
Per quanto riguarda noi organi di informazione possiamo parlare di un servizio sicuramente soddisfacente, con una buona assistenza, soprattutto da parte della collega Manuela Perrone, che ha percorso km per andare a recuperare i vari artisti e portarli in sala stampa. Migliorabile sicuramente gli spazi davanti al palco per le riprese video e fotografiche.
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