L’accesso facilitato, dispositivi e sensori
Per superare gli ostacoli delle disabilità motorie sono state sviluppate tecnologie per la selezione diretta o per scansione tramite elaboratore elettronico. Per i casi meno difficili, i più comuni sistemi operativi per elaboratori elettronici, quali Windows, Apple MacOSX, Linux, Androdi e Io presentano diverse soluzioni, secondo alcune funzioni di Accesso Facilitato, quali quelle che permettono di ritardare o evitare la ripetizione di ogni tasto di una comune tastiera, di premere separatamente tasti che di solito devono essere premuti insieme, di usare i tasti di spostamento del cursore al posto del mouse, di ottenere una sintesi vocale automatica per aree di schermo selezionate. Tra le modifiche più comuni da apportare alla tastiera di un personal computer c’è in genere l’applicazione di una “mascherina” , cioè di un copritastiera fisso, di plexiglas o metallo, con dei fori in corrispondenza dei vari tasti. In questo modo sarà possibile appoggiare la mano sulla tastiera ed infilare nei fori le dita per premere solo i tasti che interessano o in alternativa all’uso delle mani viene utilizzato un bastoncino fissato tramite una particolare cuffia alla testa della persona. I copritastiera in quanto strumenti molto semplici possono essere costruiti artigianalmente o confezionati da tecnici specializzati in Assistive Technology (operatori d’ausilioteca)
Esistono anche una serie di tastiere speciali costruite espressamente per utenti diversamente disabili quali:
• Tastiere espanse adatte a coloro che hanno problemi nella motricità fine, le tastiere espanse differiscono da quelle normali per la maggior dimensione dei tasti e per la maggior distanza tra di essi. Dispongono in genere anche di altri accorgimenti, utili per queste persone. Una gestione facilitata dei tasti multipli, la regolazione del tocco, tasti concavi e non sporgenti ecc.
• Tastiere ridotte per chi non riesce ad articolare i movimenti su un’area vasta, le tastiere ridotte raggruppano tutti i tasti standard in una piccola superficie. Sono indicate quando la motricità fine è discretamente conservata mentre risulta compromessa la capacità di dominare, con l’articolazione del braccio, un’area abbastanza vasta
• Tastiere riconfigurabili sono superfici piane sensibili al tocco, la cui area viene divisa in riquadri corrispondenti ai vari tasti. La dimensione, la posizione e il carattere assegnato a queste aree non è però costante, ma dipende da un foglio di plastica o carta che viene applicato, contenente il disegno della tastiera. La stessa tastiera può quindi essere usata in vari modi, a seconda dei bisogni o dei progressi dell’utente
• Sistemi a scansione: si servono di un numero limitato di tasti: da uno solo (one switch control), ad un numero massimo utilizzabile dalla persona ma anche dal sistema in uso (software e hardware) La scrittura non viene quindi effettuata in modo diretto ma attraverso un procedimento di selezione e conferma. Si tratta di un sistema che avrebbe possibilità di scrittura illimitate. In pratica però viene fortemente condizionato dalla sua lentezza di esecuzione, dovuta ai prolungati tempi di attesa o alla macchinosità di certe operazioni. Sono state ideate negli ultimi anni varie soluzioni, più o meno efficaci, per accelerarle, come il suggerimento di parola, simile al famigerato sistema T9 presente sui telefoni cellulari. Il funzionamento prevede che man mano che l’utente digita una parola, il sistema generi una lista di proposte fra cui si suppone che ci sia quella che l’utente sta digitando. Spesso con “word prediction” si intende sia il completamento della parola che si sta digitando , sia la predizione della parola successiva a quella appena digitata
• Sistemi comandati a voce: al computer viene applicato un microfono, una scheda audio e un software di riconoscimento vocale. In questo modo si consente di riconoscere un certo numero di parole dettate dall’utente e di associarle a comandi relativi al sistema operativo o alle particolari applicazioni. Attualmente i sistemi di riconoscimento sono evoluti al punto
di consentire anche la dettatura e trascrizione di testi usando vocabolari di parole molto vasti, praticamente illimitati. Con un computer che riconosce un limitato numero di comandi, una persona diversamente abile può ad esempio comandare la sua “casa intelligente” o la sedia a rotelle di cui si serve; con un riconoscitore a vocabolario illimitato può, invece, scrivere documenti
• I Tracker sono dei dispositivi che traducono i movimenti di una parte del corpo, come la testa, in movimenti del mouse; sono essenzialmente delle videocamere o dei ricevitori di radiazioni infrarosse da porre di fronte alla persona (in genere sui monitor dei computer); a volte viene applicato un punto adesivo rinfrangente sulla parte del corpo di cui si vuole rilevare il movimento. Quando questo dispositivo viene utilizzato con una tastiera virtuale simulata a video tramite un software, rende possibile riprodurre tutte le funzioni della digitazione ordinaria; in genere il “click” per la selezione dell’oggetto sul video viene simulato tramite la permanenza per una definita unità di tempo sullo stesso punto o con sensori secondari, ad esempio a soffio. Tra i tracker quelli più avanzati prevedono l’uso della “video-oculografia” utilizzando una tecnica denominata eye tracking che viene attuata, attraverso l’uso di una telecamera, che misura particolari caratteristiche degli occhi con lo scopo di individuare i movimenti del bulbo oculare nello spazio. La video-oculografia può avere differenti modalità di misurazione: può utilizzare come dati la posizione del limbo, la posizione della pupilla da sola, la posizione della pupilla e di un riflesso corneale. Spesso l’uso della telecamera viene combinato con tecniche di riflessione infrarossi. La bassa frequenza dell’infrarosso rende questo tipo di raggio invisibile all’occhio umano ma è invece captato dalla telecamera che utilizza questo riflesso come punto di riferimento e insieme alla posizione della pupilla determina la direzione dello sguardo.
• Un’ulteriore tecnologia ancora in via di sviluppo è quella della Brain Computer Interface (B.C.I.), questa è un sistema innovativo e relativamente recente che si fonda sul paradigma “dall’intenzione all’azione; la B.C.I. è tecnicamente basata sulla rilevazione e l’interpretazione dei segnali elettroencefalografici attraverso un corposo numero di elettrodi posti sulla superficie del capo o impiantanti nel cranio in corrispondenza delle aree sensitivo-motorie
Sensori
Tra le tecnologie esposte, molte prevedono l’utilizzo di sensori, questi sono dei dispositivi che trasformano una grandezza di tipo meccanico, pneumatico, acustico, elettromagnetico, a bio potenziale in un segnale elettrico da inviare in input a un elaboratore elettronico, come codifica di un’intenzionalità espressa tramite movimenti degli arti, movimenti del capo, contrazioni facciali, aspirazione/soffio in una cannuccia, movimenti oculari e altro. Il sensore costituisce l’elemento di comando, il primo anello della catena di dispositivi che possono permettere alla persona con gravi disabilità motorie di controllare gli oggetti elettrici o anche anche meccanici e idraulici a condizione che siano servo assistiti elettronicamente, comunemente per mezzo di un computer. I sensori possono essere raggruppati in categorie a seconda delle caratteristiche di massima che li accomunano; vengono consigliati in base a parametri quali la modalità di attivazione, l’area o superficie sensibile, il materiale di cui sono composti, il colore, la forza necessaria per l’azionamento, la corsa operativa, il tipo di feedback e la modalità di ancoraggio.
Tra i vari sensori disponibili si annoverano:
• Sensori tipo flessibile, come un’asta flessibile alla cui estremità può essere fissata una palla colorata, azionabile premendo o spingendo lateralmente l’asta o la palla.
• Sensori tipo pedale, in genere con ampia superficie sensibile piana delle dimensioni di metà del piede
• Sensori a pulsante con ampia o piccola superficie a seconda della parte del corpo da utilizzare per l’azionamento
• Sensori tipo leva che in genere prevedono una forza di azionamento molto blanda
• Sensori vari, tra i quali sono degni di nota quelli muscolari, i rilevatori del battito di palpebra (eye blink) e quelli a contatto umido; i primi sono in grado di percepire contrazioni anche molto deboli oltre che gli sbalzi della temperatura corporea; hanno in genere piccole dimensioni, una forma piatta e rotonda che permette di posizionarli facilmente sul corpo della persona; sono inoltre previsti dei sistemi di filtraggio per tremori o selezioni involontarie. I secondi tramite dei microsensori a infrarosso possono essere azionati con il battito della palpebra o con lo spostamento del bulbo oculare. E’ in genere presente una fotocellula che viene fissata su una montatura ad occhiale con possibilità di regolarne la posizione rispetto all’occhio. La sensibilità del sensore è regolabile per filtrare i battiti fisiologici della palpebra e il movimento oculare spontaneo. Gli ultimi, a contatto umido, vengono azionati tramite l’uso della lingua
• Accessori per sensori: gli accessori sono costituiti da dispositivi in grado di ampliare e/o migliorare le possibilità d’uso dei sensori, come poggia braccia o strutture di fissaggio a carrozzelle o tavoli
Grazie per la pazienza
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Counselor -Psicologo – Informatico
immagini
https://bltt.org/
Graig Hospital
Egidio Francesco Cipriano
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