Nota dell’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Mino Borraccino
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha il merito di avere ottenuto grandi risultati senza fare clamori o facile propaganda. Il Patto per la Salute è stato approvato. Non accadeva dal 2014.E’ anche una questione di stile, di metodo, che è giusto sottolineare in questi tempi di confronti urlati e di scarsa concretezza. Ma, andando al merito, c’è da sottolineare anzitutto il concetto di base da cui il Ministro è partito. Al Sistema Sanitario Nazionale deve poter acceder sia un miliardario sia una persona in difficoltà economiche. Il Sistema Sanitario Nazionale è una conquista storica, ma se non si investe c’è il rischio che esso perda il suo carattere di universalità. Se il diritto alla salute è un diritto fondamentale, occorre prendere atto che egli ultimi anni si è tagliato troppo. L’attuale carenza di medici deriva dal fatto che per anni si sono bloccati gli investimenti, si sono bloccate le assunzioni e questo ha prodotto minore qualità del Sistema e liste d’attesa più lunghe. Ora si inverte la rotta. Si parte con i primi risultati in manovra: 2 miliardi in più per il Sistema Sanitario Nazionale nel 2020, altri 2 per edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico, l’addio al superticket su visite ed esami dal 1° settembre e risorse moltiplicate per sei dal prossimo anno per assumere medici e infermieri. Vale a dire che le Regioni potranno spendere una quota aggiuntiva sul personale sei volte più alta.Servono nuove energie, si fanno nuovi concorsi, vengono stabilizzati 30 mila precari, allargando al 31 dicembre 2019 i termini della legge Madia. Il Patto prevede ora gli specializzandi in corsia e la possibilità per i medici di restare al lavoro fino ai 70 anni, una possibilità che varrà solo per due anni, per affrontare la situazione attuale di emergenza. A proposito degli specializzandi in corsia, si tratta di laureati che hanno già fatto 3 anni di specializzazione. Possono essere assunti a tempo determinato e dopo la specializzazione il contratto diventa a tempo indeterminato. E’ una misura che c’è in tanti Paesi nel mondo. In una prima fase avranno dei tutor, ma sono risorse di cui abbiamo bisogno.L’altro punto del Patto è il rafforzamento dello strumento di assistenza dell’infermiere a domicilio e per Speranza questo è necessario perché negli ultimi anni si è invertita la piramide demografica, si allunga la vita, si riducono le nascite. Esplodono le cronicità. L’ospedale è per le cure in fase acuta, quindi l’infermiere a domicilio serve per assistere chi ha problemi cronici. Torno, per concludere, alla questione di stile. E lo stile del Ministro Speranza, sobrio e concreto, costruttivo e non polemico, fatto di ascolto e non di proclami, secondo me ha contribuito in modo determinante a produrre una novità: la novità di ieri è che il Patto è stato approvato da tutti le Regioni di ogni colore politico.Una lezione esemplare, che serve a gran parte dei politici di oggi.