L’intervento del deputato di centrodestra, membro della Commissione Parlamentare Antimafia
“Sul “caso Bari” è opportuno attendere che la Commissione parlamentare da poco al lavoro termini le sue verifiche, e parallelamente attenderemo l’esito della vicenda giudiziaria fino al giudicato. Tuttavia il susseguirsi di provvedimenti cautelari a carico di altri esponenti politici, per ultimo un altro assessore della giunta Decaro indagato, inducono ad una riflessione che attiene al piano politico e che coinvolge un intero sistema di potere, che riguarda non solo il comune di Bari ma l’intera regione. Emiliano non può smarcarsi sostenendo che le inchieste in corso non riguardino l’attuale amministrazione da lui diretta. Alla base di quanto sta emergendo dalla cronaca di questi giorni vi è un metodo consolidato che proprio in Emiliano vede l’origine e lo sviluppo nel tempo; un sistema di gestione del potere per il potere, fatto di accordi trasversali, di trasformismo, di intrecci di interessi”. Cosi l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati e membro della Commissione Parlamentare Antimafia.
“Se al momento – prosegue Maiorano – non risulta un diretto coinvolgimento sul piano giudiziario è invece individuabile la piena responsabilità politica di chi in questi anni ha governato la Puglia in modo disinvolto con accordi innaturali mirati solo a consolidare il proprio potere. Un sistema che è passato sopra ogni regola, a cominciare da quello della selezione di una classe politica adeguata, competente e soprattutto cristallina sul piano etico. Richiamando quanto dichiarato dalla presidente della Commissione, Chiara Colosimo, non è possibile immaginare che nessuno si sia mai posto dei dubbi. Delle due l’una: o si sapeva e si è colpevolmente ignorato, o si è ignorato e allora è manifesta la incompetenza. È necessario che la commissione vada fino in fondo per fare chiarezza su un sistema che in questi anni ha visto il presidente della regione dettare legge non solo a Bari, ma influenzando in modo diretto scelte che hanno riguardato anche altre città pugliesi. La storia di Taranto, in tal senso, racconta questo”.
Roma, 16 aprile 2024