L’intervento del deputato membro della commissione parlamentare Antimafia
“Si è parlato in questi giorni di un “atto di guerra” da parte del governo nei confronti della Amministrazione Comunale di Bari (‘da Piantedosi un atto di guerra verso il Comune di Bari’ cit. Decaro). Tale presunto “atto di guerra”, in realtà è solo l’esercizio di un doveroso compito delle istituzioni previsto dal Testo Unico sugli Enti Locali che agli articoli 143 e seguenti individua innanzitutto l’oggetto: …infiltrazioni della criminalità organizzata si registra quando emergono concreti, univoci e rilevanti elementi sui collegamenti degli amministratori con la criminalità organizzata e forme di condizionamento dell’attività amministrativa; e successivamente indica la procedura di accertamento: al fine di verificare la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 ….. il prefetto competente per territorio dispone ogni opportuno accertamento, di norma promuovendo l’accesso presso l’ente interessato…entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione termina gli accertamenti e rassegna al prefetto le proprie conclusioni”. Così l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, membro della commissione parlamentare Antimafia.
“Nel 2022, peraltro, sono stati interessati da tale procedura 11 comuni, di cui 4 in Campania, 3 in Calabria, 2 nel Lazio e 2 in Puglia (Trinitapoli e Neviano). Non risulta che per questi comuni si sia registrata la stessa violenta reazione che in questi giorni la sinistra ha messo in campo per Bari. Se di atto di guerra si deve parlare, ma di questi tempi guerra è un termine che andrebbe assolutamente evitato, a porlo in essere è la sinistra che, evidentemente ritenendosi moralmente superiore (storia antica questa!) considera una sorta di vilipendio la semplice attivazione di una regolare procedura, scaturita peraltro da una indagine giudiziaria di significative proporzioni che ha registrato l’arresto di ben 130 soggetti. Eppure nel passato quante volte abbiamo sentito frasi del tipo “Ci si difende nel processo e non dal processo”. Siamo di fronte al solito doppiopesismo della sinistra. Lasciamo che siano regolarmente esperite tutte le procedure previste in questi casi sospendendo il giudizio fino alle conclusioni. Fare piena luce è doveroso nell’interesse dei cittadini ma anche di tutti i soggetti impegnati nelle istituzioni, a cominciare dallo stesso sindaco che avrà modo di rappresentare nelle sedi più opportune, e non in un pubblico comizio, le sue ragioni” ha concluso il deputato ionico Maiorano.
Roma, 22 marzo 2024